Assetto da drag racer e sovralimentazione chimica con protossido di azoto: la R18 di Roland Sands ¨¨ una vera e propria hot-rod su due ruote
Cilindrata esagerata, sovralimentazione e accelerazioni brucianti, senza la pretesa di aggredire le curve come una supersportiva: solo la volont¨¤ di lanciarsi sulla dragstrip alla ricerca dello ¡°sparo¡± perfetto. Sembra la ricetta ideale di una muscle car americana, almeno quelle della vecchia scuola che affonda le sue radici negli Anni Sessanta e Settanta. Ed effettivamente ¨¨ proprio quello il mondo a cui Roland Sands si ¨¨ ispirato nella realizzazione della sua ultima special, una Bmw R18 che richiama anche nel nome le gare sul quarto di miglio e l¡¯odore di gomma bruciata.
la prima r18 special
¡ª ?La casa di Monaco ha infatti commissionato al designer statunitense una custom-bike costruita sulla base della nuova maxi-cruiser, la moto del debutto del nuovo bicilindrico contrapposto da 1.802 cc. Si tratta del pi¨´ grosso boxer mai prodotto dal brand dell¡¯Elica, ispirato anche nelle forme e nell¡¯estetica ai propulsori d¡¯anteguerra (come quello che spingeva la mitica R5 di cui la R18 riprende le linee): un¡¯unit¨¤ dalla cubatura generosissima, certamente non sportiva secondo i canoni consueti ma abbastanza ¡°ignorante¡± da poter equipaggiare una drag bike. E infatti la special di Roland ¨C la prima in assoluto su base R18 - risponde al nome di R18 Dragster.
LEGGI ANCHE
nomen omen
¡ª ?Non ¨¨ la prima volta che Sands lavora assieme a Bmw Motorrad, ma questa volta il customizer ed ex pilota americano ha voluto osare ancora di pi¨´ che in passato. Tutto su questo dragster ruota attorno al mastodontico propulsore, una scultura di metallo che fa bella mostra di s¨¦ incastonato nel telaio originale modificato. La sospensione posteriore, inutile quando si parla di gare di accelerazione, ¨¨ stata rimossa per lasciare spazio a una struttura tubolare fissa, mentre la forcella anteriore ¨¨ quella di una R nineT.
drag bike
¡ª ?L¡¯impianto frenante ¨¨ stato invece prelevato da una S 1000 RR, che ha fornito pinze a quattro pistoncini con attacco radiale e il doppio disco anteriore. Il manubrio originale ¨¨ stato sostituito con due semi-manubri, mentre le pedane sono state posizionate nella zona posteriore in modo da conferire al pilota una posizione di guida che minimizzi la resistenza aerodinamica: un¡¯impostazione completamente differente da quella R18 standard, che non rinuncia al comfort di marcia con un layout certamente pi¨´ ¡°rilassato¡±.
LEGGI ANCHE
nos
¡ª ?Minimaliste le sovrastrutture, composte solamente dal serbatoio a goccia, il parafango anteriore e il codino corto che al retrotreno incornicia una mastodontica gomma posteriore dalla sezione quasi¡ automobilistica. Bellissimi, poi, i due ¡°tromboni¡± che escono dai poderosi cilindri alettati, che per l¡¯occasione Roland ha deciso di sovralimentare anche con una bombola di protossido di azoto sistemata proprio sotto la sella. Casomai i 1.802 cc non fornissero abbastanza spinta quando si spengono i semafori...
? RIPRODUZIONE RISERVATA