1968, Salone di Parigi. Uno spigolosissimo prototipo verde ed arancione esposto presso lo stand della Carrozzeria Bertone annuncia un'imminente rivoluzione stilistica: il debutto del cuneo. Disegnato da un giovane Marcello Gandini, si chiama "Carabo", e si adorna del Biscione dell'Alfa Romeo in quanto a fare da base meccanica ¨¨ l'autotelaio di una 33 Stradale. Ad oggi questa vettura ¨¨ considerata a tutti gli effetti una pietra miliare del design automobilistico, riconoscendole il merito di avere dato "il la" ad una nuova corrente stilistica capace di stravolgere di l¨¬ a poco l'olimpo a quattro ruote. Se infatti negli Anni 50 e 60 le vetture pi¨´ esclusive al mondo erano le morbide ed eleganti Gran Turismo sportive, come Ferrari 250 e Mercedes-Benz 300 SL, da qui arrivano le Supercar, basse, sfrontate e, appunto, spigolose, come Lamborghini Countach e Ferrari Testarossa. Ed ¨¨ sempre dalla volont¨¤ di stupire che nasce un'altra prima assoluta inaugurata dalla Carabo, le porte ad elitra, destinate a diventare uno dei tratti distintivi delle vetture pi¨´ esotiche sino ai giorni nostri, restando ad esempio sulla nuova?Lamborghini Revuelto. Dotata di interni semplici che sembrano anticipare nelle proporzioni l'abitacolo della successiva Countach, ¨¨ a tutti gli effetti un prototipo marciante: celato dal voluminoso cofano posteriore si trova infatti l'otto cilindri a V della Montr¨¦al, montato anni dopo il debutto (precedentemente adottava il 2.0 V8 della 33 Stradale, da 230 Cv e 260 km/h). La Carabo ¨¨ giunta in ottime condizioni fino ai giorni nostri, ed ¨¨ attualmente custodita nel Museo Alfa Romeo di Arese, in compagnia delle altre Dream Cars del Biscione.?
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