Quarta puntata del nostro viaggio, ricco di curiosit¨¤ e aneddoti, nella storia dell¡¯auto. Oggi andiamo in Germania
Abbiamo gi¨¤ affrontato il tema delle case tedesche, parlando di quelle legate al Gruppo Volkswagen. Ora ¨¨ il turno delle altre e noblesse oblige, partiamo da Mercedes-Benz. Marchio nato nel 1926, quando Daimler-Motoren-Gesellschaft, fondata nel 1890 da due geniali ingegneri quali Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach, si fuse con la Benz & Cie che era stata creata nel 1883 da un altro pioniere dell¡¯industria automobilistica come Karl Benz. Perch¨¦ la nuova societ¨¤ venne chiamata Mercedes-Benz e non Dmg-Benz? Storia incredibile dove il protagonista ¨¨ Emil Jellinek, console austro-ungarico a Nizza, uomo assai ricco ed influente, con uno spiccato senso per gli affari ma soprattutto grande appassionato di corse per le quali utilizzava le auto Dmg. Dopo aver stretto nel 1900 un patto di collaborazione con Paul Daimler - figlio di Gottlieb - impose come condicio sine qua non al proprio apporto finanziario che le nuove vetture portassero il nome dell¡¯adorata terzogenita, Mercedes. Per la cronaca, il marchio venne registrato nel 1902, anche se la prima vettura destinata a portare il nuovo nome, la 35PS, era stata lanciata l'anno precedente. Tutto il resto della produzione sino al 1926 utilizz¨° il marchio Dmg. Curiosit¨¤: Mercedes era il nomignolo della tredicenne, che all¡¯anagrafe si chiamava Adriana Manuela Ramona Jellinek e non condivise la passione paterna per le automobili e, anzi, non volle mai possederne una.
LE TRE PUNTE
¡ª ?Quanto al marchio, risente della fusione. Da una parte la stella a tre punte di Mercedes a simboleggiare aria, terra e mare ossia le tre vie della mobilit¨¤: apparve solo nel 1909, sostituendo il classico ovale con il nome all¡¯interno. Dall¡¯altro la corona d¡¯alloro di Benz & Cie, per celebrare anch¡¯esso dal 1909 le numerose vittorie sportive. Peraltro, sette anni dopo la fusione, si punt¨° all¡¯essenzialit¨¤ con un cerchio (sempre pi¨´ sottile, costantemente) e la stella d¡¯argento, con punte o pi¨´ meno sottili a seconda dell¡¯epoca. Mercedes-Benz possiede anche il marchio Smart, creato nel 1996 insieme alla Swatch del genio Nicolas Hayek che poi vendette la sua quota alla casa di Stoccarda. Al di l¨¤ del termine inglese (tradotto in italiano vuol dire brillante, simpatico, furbo), Smart nasce come acronimo di Swatch-Mercedes-Art. L¡¯attuale logo (introdotto nel 2003) rappresenta la ¡®C¡¯ di Compact e una freccia che invoglia a ¡®pensare avanti¡¯.
BMW, NATA IN GUERRA
¡ª ?Dietro la nascita di Bmw ci sono la Prima Guerra Mondiale, l¡¯aviazione e¡Daimler. In sostanza, Austro-Daimler - guidata da Max Friz, uno dei brillanti ingegneri del reparto corse Daimler - in pieno conflitto chiese aiuto a una fabbrica licenziataria di Monaco di Baviera, la Rapp Motorenwerke di Karl Rapp e Julius Auspitzer, per realizzare motori per aerei da caccia. Dalla fusione con un¡¯altra fabbrica locale, la Gustav Otto Flugmaschinenfabrik (non ¨¨ un caso, Gustav era figlio di Nikolas August Otto, l¡¯inventore del motore a scoppio), nasceva nel marzo 1916 Bayerische Flugzeug Werke ossia Bfw. Uscito di scena Otto e successivamente Rapp, il nuovo gestore di Bfw - l¡¯ingegnere e manager austriaco Josef Popp - mut¨° la ragione sociale in Bayerische Motoren Werke, traducibile come ¡®fabbrica bavarese di motori¡¯. Era il 21 luglio 1917, un anno dopo nella riorganizzazione societaria - con un terzo del capitale - entrava un italiano che avrebbe cambiato le sorti di Bmw. Era il triestino Camillo Castiglioni, imprenditore e finanziere potentissimo all¡¯epoca: fu lui, stante l¡¯impossibilit¨¤ di produrre motori per l¡¯aviazione a causa delle sanzioni previste dal Patto di Versailles contro la Germania, a far convertire gli impianti in Baviera per costruire motociclette (la prima nel 1923 fu la R32) e successivamente auto, a partire dalla DixiDA1 nel 1929. Peraltro, in seguito riprese a produrre motori per ogni veicolo, comprese imbarcazioni e macchine agricole.
L¡¯ELICA CHE NON C¡¯¨¨
¡ª ?Il logo Bmw ha subito pochissime variazioni nella storia: un cerchio con all¡¯interno i quadranti della Baviera, in colore bianco e azzurro. Ma con la sequenza inversa, se si guarda il logo come nell¡¯araldica, partendo da sinistra in alto in senso orario. Il motivo? La legge per la tutela dei marchi di allora proibiva di riprodurre esattamente gli stemmi degli stati o altri emblemi nazionali in un marchio commerciale o in un logo. Semplice, ma in realt¨¤ si ¨¨ coltivata la leggenda che il logo fosse un¡¯elica stilizzata, in riferimento alle origini della Rapp Motorenwerke. Fu colpa (o merito) di una pubblicit¨¤ del 1929 che mostrava un aereo con il logo Bmw in un¡¯elica che ruotava. Agli albori della crisi economica mondiale, si doveva pubblicizzare un nuovo motore aeronautico che la casa costruiva su licenza di Pratt & Whitney. L¡¯idea dell¡¯elica era perfetta per la pubblicit¨¤ della giovane azienda, in quanto sottolineava le radici e le competenze della societ¨¤ in ambito aeronautico. Scontato che il Terzo Reich la sfruttasse in pieno. ¡°Ma per molto tempo, Bmw stessa non si ¨¨ preoccupata di confutare questa leggenda¡±, racconta Fred Jakobs di Bmw Group Classic.
L¡¯OCCHIO DEL GRANDUCA
¡ª ?Opel - dal 2017 marchio Psa - deve la fondazione ad Adam Opel, giovane imprenditore con la fissazione per le macchine per cucire. La registrazione della societ¨¤ risale al 21 gennaio 1862. Il passaggio alle biciclette, fondamentale per le tappe successive, avvenne tra il 1886 e 1887: per la cronaca, durante gli Anni 20, la casa di R¨¹sselsheim divenne il maggior costruttore di biciclette al mondo, lanciando persino un esemplare dotato di un piccolo motore. Per le auto e le moto, il merito fu dei figli di Adam, molto scettico sul futuro di questi veicoli. La prima vettura in assoluto ¨¨ del 1899: la Patent-Motorwagen, ancora simile ad una carrozza (spinta da un 1.5 litri in grado di erogare fino a 3,5 Cv) mentre il vero boom inizi¨° utilizzando il know-how della francese Darracq. Le prime Opel autentiche si videro dal 1907 in poi. Quanto al logo, tutti conoscono il Blitz: il fulmine, inizialmente destinato ai veicoli commerciali che fa la sua comparsa sulle auto nel 1937. Peraltro, ¡®Victoria Blitz¡¯, cio¨¨ la saetta della vittoria, era il claim della divisione biciclette, guidata da Carl Opel, il figlio di Adam. Dal 1910 sino a quel logo, Opel aveva adottato l¡¯originale occhio con la scritta all¡¯interno: a suggerirlo fu il Granduca d¡¯Assia, la regione dove si trova Russelheim, la casa di Opel sin dalla nascita. L¡¯occhio si ¨¨ poi modificato in un cerchio che insieme al fulmine - con varie sfumature di colori e di caratteri per la scritta - ¨¨ giunto sino a noi.
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