Seconda puntata del nostro viaggio, ricco di curiosit¨¤ e aneddoti, nella storia dell¡¯auto. Oggi parliamo dei cugini francesi
Psa: Peugeot Societ¨¦ Anonyme. Tristerello come nome ma del resto, prima nel 1974 e successivamente nel 1976, fu la casa del Leone a salvare le sorti di Citroen sull¡¯orlo della bancarotta. La nuova societ¨¤ prese il nome di Psa Peugeot Citroen per poi mutare quattro anni fa in Groupe Psa: nel 2017 si ¨¨ allargata con l¡¯acquisto di Opel, diventando il secondo polo automobilistico europeo alle spalle di Volkswagen. Facile pensare che monsieur Armand Peugeot, fondatore della Casa, non avrebbe mai immaginato un simile destino nel 1896. Cresciuto in una delle grandi famiglie (illuminate per l¡¯epoca) dell¡¯imprenditoria francese, gi¨¤ attiva ai tempi di Napoleone Bonaparte, ebbe l¡¯intuizione di trasformare uno dei laminatoi del suo impero in fabbrica di biciclette e successivamente di tricicli a motore, chiedendoli a Gottleb Daimler: esatto, proprio il pioniere dell¡¯industria automobilistica tedesca, incontrato durante l¡¯Expo 1889 a Parigi. La prima vettura Peugeot nasce l¡¯anno seguente.
BASTA CON I TEDESCHI
¡ª ?Fino al 1896 l'attivit¨¤ di costruzione automobilistica rimase un piccolo reparto delle grandi officine Peugeot Fr¨¨res, fortemente voluto da Armand e appena tollerato dagli altri membri della famiglia che non ne gradivano i magri introiti e l'incerto futuro. A complicare le cose fu una disputa tra l¡¯industriale francese e Daimler di natura "economico-patriottica". Il secondo neg¨° il permesso di commerciare automobili Peugeot con il suo motore in Alsazia - territorio da sempre conteso tra francesi e tedeschi - proponendogli una deroga al rifiuto se le vetture fossero state costruite nell'Impero tedesco. Sentendosi offeso come imprenditore e come francese, Armand decise di rinunciare ai motori Daimler e di costruirli in proprio. Da qui la fondazione di una nuova societ¨¤, dedita solo alle quattro ruote. Ma il leone? Alle origini era sopra su una freccia a simboleggiare le tre qualit¨¤ delle lame Peugeot, decantate dalla casa produttrice nel 1847: "Velocit¨¤ di taglio, durezza dei denti e flessibilit¨¤ della lama". La freccia resister¨¤ sino al 1948, con il debutto della 203 mentre il leone ha solo mutato stilizzazione attraverso otto rivisitazioni del brand.
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L¡¯INGEGNERE OLANDESE
¡ª ?Meno antica la fondazione della Citro?n. In comune con Peugeot c¡¯¨¨ la personalit¨¤ di chi pose la prima pietra: Andr¨¨ Citro?n, ingegnere fissato con le innovazioni. Tra le sue prime operazioni, nel 1900, ci fu la licenza di fabbricazione di particolari ingranaggi detti "a cuspide", caratterizzati dal fatto di fornire una costante applicazione di forza senza interruzioni, aspetto che li rendeva particolarmente silenziosi oltre che efficaci. Ed ¨¨ proprio dalla particolare dentatura a V degli ingranaggi prodotti dalla prima azienda di Andr¨¦ Citro?n che ¨¨ nato il celebre double chevron per simboleggiare la casa . La Prima Guerra Mondiale interruppe l¡¯iniziale carriera dell¡¯ingegnere parigino di famiglia olandese (da qui il cognome non certo tipicamente transalpino) che si era gi¨¤ distinto come direttore di una piccola casa in difficolt¨¤ - la Mors - ed era andato a fare uno stage direttamente da Henry Ford per capire le logiche del taylorismo. Finito il conflitto in cui aveva convertito la produzione del suo capannone per fornire granate all¡¯esercito francese, Citro?n nel 1918 fondava la societ¨¤ che l¡¯anno seguente lanciava la Type . Quanto alle cuspidi, nessun designer ha avuto il coraggio di toglierle dal simbolo che fossero contenute in un ovale o in un ottagono, legate a un cigno o sovrastate da un quadrato rosso.
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DS, SPARITA E RITORNATA
¡ª ?Piccola appendice per DS. La prima volta in cui la sigla fu utilizzata dalla Citro?n fu nel 1955, quando venne lanciata la DS: frutto del geniale progetto portato avanti dall'italiano Flaminio Bertoni ed il francese Andr¨¦ Lef¨¨bvre. La sigla era l'acronimo di D¨¦sir¨¦e Sp¨¦ciale (ossia "desiderata speciale"), ma le iniziali pronunciate in francese suonano anche come "d¨¦esse", che significa dea. Uscita di scena venti anni dopo, venne recuperata nel 2008 dal Groupe Psa inizialmente per creare una linea di modelli dall'immagine pi¨´ prestigiosa rispetto agli altri prodotti della famiglia, partendo dalle basi meccaniche dei modelli Citro?n. Dopo tre modelli per capire le reazioni, nel 2014 ¨¨ stato creato un brand indipendente da quello del "double chevron" con il suo logo, basato su una ristilizzazione delle due lettere D e S.
LA REGIE E LA LOSANGA
¡ª ?E veniamo a Renault, casa la cui storia si lega in maniera strettissima a quella della Francia, con un peso simile a quello della Fiat nel nostro Paese. Il genio fondatore in questo caso si chiama Louis Renault, studente mediocre ma talento della meccanica: insieme ai due fratelli Marcel e Fernand apre nel febbraio 1899 l¡¯officina Renault Fr¨¨res da dove esce la prima vetturetta con motore De Dion-Bouton. Gi¨¤ tre anni dopo realizza i propulsori in casa e inizia una storia che sino al 1944 lo vede protagonista assoluto: incredibile ma vero, da eroe nazionale nella Prima Guerra Mondiale (grazie alla fabbricazione dei carri armati FT) divenne il simbolo del collaborazionismo con i tedeschi nella Seconda. Arrestato, mor¨¬ poco dopo. Curiosit¨¤: perch¨¦ uno dei soprannomi della Renault ¨¨ R¨¦gie? Lo si deve al generale De Gaulle che senza neppure aspettare la fine del conflitto, requis¨¬ gli impianti Renault di Billancourt allo scopo di nazionalizzarli senza nulla dovere agli eredi: l¡¯azienda divent¨° quindi R¨¦gie Nationale des Usines Renault, per poi tornare sul mercato nel 1996 con la progressiva riduzione della quota statale. Il marchio? La losanga arriva solo nel 1925, dopo vari loghi tra cui persino il gi¨¤ citato carro armato subito dopo la guerra: la forma a rombo si adattava meglio ai cofani spigolosi dell¡¯epoca rispetto alla griglia rotonda scelta in precedenza . Come ¨¨ normale, i designer ci hanno messo mano pi¨´ volte, togliendo e aggiungendo la scritta Renault, mutandone lo spessore, giocando sul giallo e il nero, colori sociali. Ma ¨¨ rimasta.
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