Le origini dei brand, il significato dei loghi spesso modificati: iniziamo dai brand italiani una serie di articoli per scoprire tante curiosit¨¤
Il motivo per cui le Ferrari si chiamano cos¨Ź ¨¨ conosciuto se non dal mondo intero, almeno da tutti quelli che hanno avuto a che fare con unĄŻautomobile: ¨¨ il nome del fondatore della casa automobilistica, Enzo Ferrari, che dopo lĄŻesordio nel 1930 la costitu¨Ź in ragione sociale solo nel 1947. E il Cavallino? Nasce il 17 giugno 1923 quando si sta disputando il gran premio del circuito del Savio, vicino a Ravenna. Ferrari vince questa prima edizione come pilota Alfa Romeo e la contessa Paolina Baracca gli propone di adottare come simbolo quello esibito sulla carlinga dal figlio Francesco, asso della nostra aeronautica militare: un cavallino rampante nero, con la coda all'ingi¨´, simbolo di coraggio e temerariet¨¤. Gli d¨¤ il permesso di applicarlo sulle sue automobili perch¨Ś gli porti fortuna. In realt¨¤, alla Scuderia Ferrari - filiale di Alfa Romeo - solo nel 1932 viene concesso di usare il simbolo sul fondo giallo canarino, che ¨¨ quello dello stemma della citt¨¤ di Modena. Per i pochi che non lo sanno: quello a forma quadrata ¨¨ riservato alla produzione di serie, lo scudo ¨¨ solo per le auto da competizione a partire da quella della Scuderia Ferrari. Ma come dicevamo, non tutte le storie sono cos¨Ź note come quella del Cavallino. Quindi abbiamo deciso di raccontare - a puntate - le origini dei nomi dei principali brand mondiali, iniziando da quelli di casa nostra.
ITALIAN STYLE
ĄŞ ?? evidente che Lancia, Maserati e Lamborghini devono il nome ai rispettivi fondatori: Vincenzo Lancia nel 1906, Alfieri Maserati nel 1914 e Ferruccio Lamborghini nel 1963. Ma i simboli hanno una storia interessante. Quello originale di Lancia nasce da una serie di schizzi fatti da Carlo Biscaretti di Ruffia, illustratore, progettista e grande amico di Vincenzo nonch¨Ś in seguito fondatore dell'omonimo Museo del'automobile di Torino: fra i tanti, nel 1911, fu scelto quello a forma circolare che condensava alla perfezione il nome, la bandiera ed il volante. In seguito, ci sono state numerose rivisitazioni sino a quella attuale, studiata nel 2007, che ripropone due elementi del passato: il colore blu e lo scudo caratteristico. Curiosit¨¤: a suggerire di battezzare i modelli con le lettere dellĄŻalfabeto greco fu Giuseppe Lancia, professore di lettere e grecista, fratello del fondatore. Capitolo Maserati: il tridente ¨¨ quello della statua di Nettuno della fontana di piazza Maggiore a Bologna, simbolo di potenza e di regalit¨¤. Il marchio originale - la versione pi¨´ recente ¨¨ del 2015 - fu disegnato da Mario Maserati, fratello e artista ma scarsamente appassionato di motori. Anche i colori derivano da quelli della citt¨¤ di Bologna, il blu e il rosso. Quanto a Lamborghini, tutti pensano che sia stato scelto il toro perch¨Ś evoca la forza e richiama quella terra che per il fondatore Ferruccio ¨¨ sempre stata importante. Pu¨° essere vero in parte, ma pi¨´ semplicemente era il segno zodiacale di Lamborghini.
120 ANNI DI MODIFICHE
ĄŞ ?Fiat: acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino, fondata nel 1899, quando un gruppo di uomini dĄŻaffari torinesi, capeggiati dal mitico senatore Giovanni Agnelli - il nonno dellĄŻAvvocato - si proposero come scopo la realizzazione di un prototipo di automobile. Il primo marchio era costituito da una Ą°pergamenaĄą di ottone montata sul cofano, ispirata ai gusti dellĄŻepoca: il lettering era inciso a mano, evidente il richiamo alle movenze sinuose dello stile liberty. Nel 1901 comparve un altro marchio-targhetta con due rami dĄŻolivo stilizzati su un sole levante, allusione alla frase biblica Ą°Fiat LuxĄą e per la prima volta, si vide lĄŻacronimo in grande evidenza. Nel 1904 fece la prima apparizione sul radiatore il notissimo ovale, per molti storici il pi¨´ bel marchio italiano in stile liberty con le scritte e le decorazioni in oro sul fondo blu di Prussia: resister¨¤ sulle auto della casa torinese fino agli anni Venti.
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LĄŻERA DEL ROMBO
ĄŞ ?Con la partecipazione alle gare sportive, dal 1921 inizi¨° la serie dei marchi rotondi con la corona dĄŻalloro che furono regolarmente utilizzati su tutte le auto fino al 1932. In quellĄŻanno fece la sua prima apparizione il marchio Fiat di tipo rettangolare che divenne celebre con lĄŻuscita della Balilla. Salvo piccole variazioni nel design delle lettere e nel profilo dei bordi, non mut¨° per quasi trentĄŻanni; nel 1955 la sola lettera Ą°AĄą divent¨° spigolosa. Nel 1965 fu riutilizzato il marchio circolare con la corona dĄŻalloro, solamente per firmare le vetture da corsa. Nel 1968 invece fu rinnovato in modo sostanziale per divenire lĄŻelemento base dellĄŻidentit¨¤ Fiat, riconducendo il tutto ad un elemento unificatore quale il rombo. Praticamente si componeva di quattro rombi neri inclinati di 72 gradi e le lettere maiuscole color argento nel carattere Univers. Dal 1991 al 1999, le lettere sparirono per lasciare il posto a cinque linee parallele e oblique. Per il centenario dalla fondazione, si torn¨° allĄŻantico con lo scudetto rotondo con la corona dĄŻalloro che distingueva i modelli negli anni Venti. Ultima modifica nel 2006, con la ripresa dello scudo che campeggiava sul frontale delle vetture dal 1932 al 1968, caratterizzato dallo sfondo rosso e dai caratteri allungati della scritta. Il tutto incastonato in una cornice tonda cromata dallĄŻeffetto tridimensionale.
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IL BISCIONE
ĄŞ ?Anche Alfa ¨¨ figlia di un acronimo: Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, nata nel 1910, a cui si aggiunse otto anni dopo Romeo in seguito all'acquisizione del controllo della societ¨¤ da parte di Nicola Romeo, ingegnere e imprenditore napoletano. Casa milanessima se ¨¨ vero che il marchio rotondo adott¨° le due insegne araldiche della citt¨¤ del tempo dei Comuni; la croce rossa in campo bianco di Giovanni da Rho e il biscione visconteo legato alla tradizione longobarda con in bocca un bambino stilizzato. In basso la scritta Milano che scomparve solo nel 1972 con il trasferimento della produzione a Pomigliano dĄŻArco, curiosamente il percorso inverso a quello fatto dal fondatore Romeo della casa che era nato a SantĄŻAntimo, a soli 20 km dallo stabilimento. Va sottolineato che a parte alcuni dettagli aggiunti e poi levati (corone dĄŻalloro, nodi sabaudi, linee ondulateĄ), gli elementi fondamentali del logo sono rimasti e nellĄŻultima rivisitazione del 2015 sono esaltati da un carattere pi¨´ incisivo della scritta e dallĄŻanello esterno in blu notte.
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