Non solo Lancia, cinque protagoniste del passato esposte alla manifestazione lombarda in una classifica delle preferite di un campione italiano degli anni Ottanta: Tonino Tognana
Rally, disciplina che porta la passione all'ennesima potenza. Perch¨¦ tra le diverse competizioni motoristiche ¨¨ una di quelle pi¨´ vicina alla gente, sia a livello fisico (le auto corrono sulle strade di tutti i giorni) che tecnico (sono derivate dalla serie e ne conservano abbastanza le fattezze). Oltre al fatto che i piloti compiono evoluzioni incredibili tra precipizi, alberi e muri. Milano AutoClassica ha sempre dedicato al rally ampio spazio. Nell'edizione 2020 ha raggruppato in uno degli stand pi¨´ visibili alcune vetture che appartengono alla storia pi¨´ fulgida di queste corse; auto leggendarie o meno note, collezioniste di titoli mondiali o protagoniste di brevi stagioni. E i piloti? Ovviamente ognuno ha la sua preferita, normalmente quella che gli ha permesso di ottenere i risultati pi¨´ importanti. Ma si ricordano anche quelle che hanno regalato le maggiori soddisfazioni dal punto di vista della guida pura. Proponiamo una rapida carrellata, una classifica delle cinque auto da rally preferite da un personaggio che nel passato ottenne successi di prestigio a livello nazionale: Tonino Tognana, il cui cuore di pilota batte soprattutto per le vetture italiane.
TONINO TOGNANA, I SUCCESSI TRICOLORI
¡ª ?Tonino Tognana, classe 1955, ha cominciato a correre nel 1975 con le Opel. Nel 1979 ¨¨ passato alla Fiat 131 Abarth. Nella scuderia del Jolly Club ha condotto la Ferrari 308 Gtb insieme al copilota Max De Antoni alla conquista del campionato italiano; sulla coup¨¦ di Maranello ha vinto quell'anno la Targa Florio, il Rally di Piancavallo e il Ciocco. A fine stagione il debutto con la Lancia 037. Ha chiuso la carriera attiva alla fine del 1984 con un palmar¨¨s di 8 vittorie in 79 gare. Il culmine lo ha raggiunto nel 1982, quando ha vinto il campionato italiano rally al volante della Ferrari 308 Gtb e della Lancia 037.
5) RENAULT 5 MAXI TURBO
¡ª ?La Renault 5 Turbo rappresent¨° il progetto della casa francese di partecipare ai rally negli anni Ottanta dopo la lunga epoca dell'Alpine. Fu scelta la base dell'affermata utilitaria Renault 5, sul mercato dal 1972 con grande successo commerciale. La versione stradale della Turbo usc¨¬ nel 1980 ma partecip¨° alla prima gara gi¨¤ nell'ottobre 1979 al Giro d'Italia. A differenza dell'utilitaria, che aveva una normale trazione anteriore, la 5 Turbo utilizzava motore centrale e trazione posteriore. Il propulsore, un quattro cilindri 1.4 turbocompresso raffreddato con intercooler aria-aria, nella versione stradale raggiungeva 160 Cv. La vettura da corsa Gruppo 4, la Cevennes, arrivava a 200 Cv. La Maxi Turbo, omologata Gruppo B nel 1984, arrivava a 350 Cv con utilizzo di componenti derivate dalla Formula 1. I risultati sportivi non furono tuttavia particolarmente esaltanti, anche per l¡¯utilizzo della trazione posteriore contro un¡¯agguerrita concorrenza che adottava i primi sistemi di trazione integrale, in primis Audi con la Quattro. Cos¨¬ come quattro sono le vittorie della Maxi Turbo nel campionato del mondo, tra cui il Rally di Montecarlo 1981 con Jean Ragnotti.
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4) ALPINE A110
¡ª ?La Alpine A110 per design, caratteristiche e anche risultati, occupa un posto importante, seppure di nicchia, nella storia automobilistica. Resta il modello di maggior successo della marca creata nel 1955 da Jean R¨¦d¨¦l¨¦ a Dieppe. La A110 nacque nel 1962. Coup¨¦ con carrozzeria in vetroresina, montava nel cofano anteriore il motore della Renault 8 Gordini, un quattro cilindri da 956 cc e 50 Cv. Che in una vettura leggera come l'Alpine permetteva di raggiungere i 160 km/h. Negli anni si arriv¨° ad un motore 1.8 litri in gradi di erogare 170 Cv. L'Alpine A110 ha una storia lunghissima nelle corse. Nel rally il risultato pi¨´ prestigioso fu la vittoria del campionato del mondo costruttori 1973. Conta 12 successi iridati in quattro anni di competizioni a questo livello. Il quattro cilindri 2.0 turbo raggiunse 215 Cv nella versione stradale.
3) LANCIA DELTA
¡ª ?Indubbiamente la regina. La Lancia Delta usc¨¬ nel 1979, berlina media a due volumi disegnata da Giorgetto Giugiaro. Venne impiegata nelle corse a partire dal 1985 con la mostruosa S4 di Gruppo B, la prima Lancia a trazione integrale nei rally (sostituiva la 037 a trazione posteriore). Drasticamente cambiati i regolamenti per i gravi incidenti del 1986 (su tutti quello in Corsica dove Henry Toivonen e Sergio Cresto persero la vita), nel 1987 scese in campo la Delta HF 4WD, a cui segu¨¬ la Integrale, non pi¨´ auto di Gruppo B bens¨¬ di Classe A. Fu l'inizio di una serie molto lunga di successi: 6 titoli mondiali costruttori consecutivi, di cui 4 anche nella classifica piloti; in totale 46 rally vinti, a cui si possono aggiungere i 5 della S4. A Milano AutoClassica erano esposte due Lancia Delta Integrale Evoluzione, guidate da Juha Kankkunen nel 1992 (con la storica livrea Martini) e da Carlos Sainz nel 1993 con livrea Repsol, che richiama immediatamente lo storico cappottamento del pilota spagnolo nel Rally del Portogallo di quell¡¯anno. La Delta da corsa pi¨´ potente (a parte la S4 da 450 Cv dichiarati) fu comunque la Gruppo A del 1992 con i suoi 300 Cv circa.
2) FIAT 131 ABARTH
¡ª ?La Fiat 131 Abarth ebbe l'onere di sostituire la Lancia Stratos dal centro delle attenzioni del Gruppo Fiat relativamente alla strategia promozionale legata ai rally, sebbene da un punto di vista tecnico-generazionale la sua antenata diretta fosse invece la 124 Abarth. I risultati sportivi furono eccellenti: dall'esordio nel 1975 al pensionamento nel 1982 la 131 vinse tre titoli mondiali costruttori e due piloti. La vettura esposta a Milano AutoClassica ¨¨ la prima versione con la celebre livrea giallo-blu Olio Fiat. Fu sostituita nel 1978 dalla 131 Abarth Rally Corsa con la livrea tricolore Alitalia "spostata" dalla Stratos. Berlina a tre volumi, il motore era in posizione anteriore longitudinale, mentre la trazione era posteriore. Nella versione stradale il quattro cilindri aspirato erogava 140 Cv su un peso a vuoto di 980 kg. La vettura da corsa invece andava da 215 a 230 Cv.
1) LANCIA 037
¡ª ?Tra la Stratos e la Delta, la Lancia 037 visse una stagione molto breve ma seppe farsi onore, eccome. Rarissima in versione stradale, perch¨¦ ne vennero costruiti soli 200 esemplari per l'omologazione in Gruppo B, la 037 eredit¨° il telaio Dallara della Lancia Beta Montecarlo su una carrozzeria di tipo coup¨¦ realizzata da Pininfarina. Le cure meccaniche vennero affidate all'Abarth che mise nel cofano posteriore un quattro cilindri 2.0 sovralimentato da compressore volumetrico. Dai 205 Cv della versione stradale, l'auto da corsa arrivava a 260 Cv nella versione del 1982, fino ai 350 Cv dell¡¯ultima versione su un peso a vuoto di circa 960 kg. Riusc¨¬ ad aggiudicarsi il campionato del mondo costruttori nel 1983 e fu l'ultima auto iridata a trazione posteriore. A Milano AutoClassica era esposto un esemplare in livrea Martini che fu guidato da Markku Alen.
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