La mitica DB5 di 007 ha fatto la sua ricomparsa in No Time to Die, lĄŻultimo capitolo della saga, ancora pi¨´ armata e letale che mai. Ma non ¨¨ lĄŻunica supercar del film: oltre a svariate Aston ci sono molti altri bolidi nella pellicola che vedr¨¤ Daniel Craig interpretare lĄŻagente segreto per lĄŻultima volta
Porta a spasso 007 dai tempi di Goldfinger (1964), eppure la vecchia DB5 ¨¨ ancora lĄŻauto preferita dallĄŻagente segreto pi¨´ celebre del grande schermo: tra sparatorie, inseguimenti e a fughe a tutta velocit¨¤ lĄŻelegante Aston Martin grigia di James Bond ¨¨ diventata una delle vetture pi¨´ iconiche dellĄŻintera storia del cinema, un mito su quattro ruote che ha contribuito a plasmare lĄŻimmagine pubblica del marchio britannico fondato nel lontano 1913. La splendida GT di Gaydon, gi¨¤ apparsa anche in Thunderball (1965), GoldenEye (1995), Il domani non muore mai (1997), Il mondo non basta (1999) e in tre capitoli con protagonista Daniel Craig, ¨¨ presente anche in No Time to Die, il 25Ąă film della saga che ha debuttato negli scorsi giorni nei cinema italiani.
LĄŻASTON PREFERITA
ĄŞ ?Poco prima dellĄŻesordio in sala, la stessa Aston Martin ha pubblicato sul suo canale Youtube un video in cui il supervisore per gli effetti speciali Chris Corbould e il supervisore per i veicoli Neil Layton svelano tutti i segreti della DB5 utilizzata nel film, ancora pi¨´ letale e sfuggente che in passato grazie ad armi pi¨´ potenti (come le mitragliatrici gatling a canne rotanti nascoste allĄŻinterno dei fari e nuovi dispositivi esplosivi) e optional che sono ormai un must nella dotazione della Bond Car per eccellenza (come la sempreverde cortina fumogena). Oltre a Craig, che lĄŻha guidata in Casino Royale (2006), Skyfall (2012), Spectre (2015), ad utilizzare la DB5 nei panni di 007 sono stati anche Sean Connery e Pierce Brosnan.
UNA? NO, DIECI!
ĄŞ ?In realt¨¤ sarebbe pi¨´ corretto parlare al plurale, perch¨Ś le DB5 utilizzate nel corso delle riprese sono state addirittura dieci. Otto di queste sono repliche, realizzate in sei soli sei mesi dalla Auto Action Development dello stesso Layton (precedentemente Neil ha lavorato sia alla Aston Martin che alla Prodrive). Costruite con ampio ricorso a materiali compositi e soprattutto fibra di carbonio, le vetture montano un propulsore a sei cilindri in linea da 380 cavalli: la produzione non si ¨¨ mai sbilanciata in proposito, ma pi¨´ di qualche indizio lascia pensare che sotto al cofano si nasconda il tre litri biturbo utilizzato da Toyota Supra e Bmw Z4. Per facilitare le riprese la Auto Action Development ha sviluppato, in collaborazione con la britannica Shiftec, anche un sistema di pilotaggio remoto denominato Gemini, che in alcune scene ha consentito agli operatori di controllare le auto a distanza. La maggior parte delle acrobazie sono state comunque realizzate dal pilota di rally Mark Higgins, alter ego di Craig negli stunt pi¨´ arditi. Fortunatamente nessuna delle DB5 ¨C n¨Ś le repliche, n¨Ś tantomeno le due autentiche ¨C ¨¨ andata distrutta per realizzare No Time to Die.
LE ALTRE AUTO
ĄŞ ?Nonostante sia forse la principale protagonista su quattro ruote del film, la DB5 non ¨¨ lĄŻunica vettura ad alte prestazioni a comparire nellĄŻultimo capitolo di James Bond. Le Aston, ovviamente, la fanno da padrone: in No Time to Die si vedono anche una Dbs Superleggera, dodici cilindri derivata dalla DB11, una V8, coup¨Ś prodotta tra il 1973 ed il 1990, e una Valhalla, hypercar a motore centrale da 950 Cv e 1000 nm di coppia erogati dalla power unit ibrida (il motore termico ¨¨ un V8 4L biturbo da 750 Cv). Altre auto degne di nota che si possono ammirare nella pellicola sono Jaguar XF 3.0 V6, Land Rover Defender, Toyota Land Cruiser e Range Rover Svr, con il suo V8 sovralimentato da 575 Cv.
LĄŻITALIANA
ĄŞ ?Nel film, infine, cĄŻ¨¨ anche spazio per unĄŻitaliana prestigiosa. Curiosamente non si tratta per¨° di una vettura recente, ma come nel caso dellĄŻAston V8 di una youngtimer con qualche anno sulle spalle: se in Quantum of Solace si erano viste due Alfa Romeo 159, in No Time to Die fa la sua comparsa una Maserati Quattroporte IV, elegante tre volumi di fascia alta prodotta dal 1994 al 2000. La quarta serie della berlina modenese ¨¨ stata lĄŻultima a montare un propulsore autenticamente Maserati, prima dellĄŻavvento degli otto cilindri Ferrari: esponente pi¨´ lussuosa della serie Biturbo e disegnata da Marcello Gandini, la Quattroporte IV era disponibile nelle motorizzazioni V6 (2.0 e 2.8 litri, rispettivamente da 287 e 284 Cv) e V8, lo stesso 3.2 L che equipaggiava Shamal e 3.200 GT, in versione 335 Cv.
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