Anche nel 2023 l¡¯auto rischia di perdere 2,7 milioni di vetture per la mancanza di quei semiconduttori evoluti che mancano a livello mondiale, ma che sono prodotti ricorrendo ad una tecnologia di cui alcune aziende europee hanno il monopolio globale
L¡¯analisi dei numeri ¨¨ di suo noiosa, ma stavolta nasconde una storia che sovrasta le cifre. Forse involontariamente, il quotidiano economico Financial Times rivela l¡¯esistenza di monopoli di fatto che inevitabilmente condizionano il mercato dei microchip e la loro mancanza a livello mondiale, ovvero una crisi industriale che ha impatto sul portafoglio di tutti i consumatori. Vediamo perch¨¦ le iniziative messe in campo dalle istituzioni politiche statunitensi, europee e giapponesi, bench¨¦ dal costo multimiliardario, rischiano di essere ben poco mirate.
l'auto ancora soffre
¡ª ?A livello globale, valutare la portata della crisi dei microchip ¨¨ impossibile. Esistono analisi di settore, che sono impietose, come quelle firmate dagli esperti di AutoForecast Solutions, che per il 2023 prevedono la mancata produzione di oltre 2,7 milioni di veicoli a causa della mancanza di semiconduttori. Il 2022 si era concluso con un saldo passivo di 4,4 milioni, il 2021 addirittura a meno 10,5 milioni. Non mancano programmi pubblici per intensificare la produzione di chip nelle diverse aree del mondo.
fondi inesauribili
¡ª ?Lo scorso agosto gli Stati Uniti hanno autorizzato un piano di finanziamento di 200 miliardi di dollari per i prossimi 10 anni, mentre l¡¯Unione Europea ha risposto con uno stanziamento di 43 miliardi di euro. Il Giappone, dal canto suo, ha favorito la nascita del consorzio ¡°Rapidus¡±, con la partecipazione del maggiori colossi industriali del Paese e un investimento iniziale di 48 milioni di euro da parte delle aziende, a cui si aggiungono 480 milioni di euro in sussidi statali. Secondo i dati pi¨´ recenti forniti dalla Semi, organizzazione che riunisce i produttori di chip, tra il 2021 e il 2025 saranno realizzati in totale 81 nuovi stabilimenti per la produzione di semiconduttori nel mondo, di cui 10 in Europa, 14 negli Usa e 21 a Taiwan. Ma proprio nell¡¯isola a 180 km dalla Cina comincia la parte pi¨´ interessante di una storia pi¨´ intrigante del previsto.
potere ai piccoli
¡ª ?Sempre secondo i dati forniti da Semi, Taiwan detiene il 90% della produzione dei chip pi¨´ avanzati, cio¨¨ realizzati con un procedimento sotto la soglia dei 10 nanometri. Il nanometro, lo ricordiamo, corrisponde ad un milionesimo di millimetro ed ¨¨ l¡¯unit¨¤ di misura utilizzata per i transistor, sostanzialmente gli interruttori di cui ¨¨ composto un microprocessore. Realizzare transistor sempre pi¨´ piccoli significa poterne aumentare la densit¨¤, cio¨¨ il numero a parit¨¤ di spazio occupato, ma diminuirne anche parallelamente il consumo di energia elettrica, perch¨¦ un transistor di minori dimensioni avr¨¤ bisogno di meno energia per funzionare. Piuttosto evidente il motivo per cui chip a bassi nanometri sono indispensabili per prodotti ad alta tecnologia, a partire dall¡¯auto, ancor pi¨´ se elettrica. Secondo le analisi fornite dall¡¯americana Semiconductor Industry Association, dal 2021 ad oggi la produzione di chip ¨¨ andata crescendo anche in modo rapido, ma ¨¨ un dato riferito alla totalit¨¤ dei semiconduttori, anche di vecchia generazione, mentre la richiesta di quelli al di sotto dei 20 nanometri ¨¨ andata ben oltre le attese, e da qui nasce la crisi.?Ad oggi ¨¨ possibile concentrare 16 miliardi di transistor nello stesso spazio che occupava un processore del 1970 con 1.000 transistor, ma scopriamo che succede indipendentemente dall¡¯impegno dei produttori, grazie cio¨¨ a una tecnologia che non gli appartiene, ma che acquistano. L¡¯ultimo salto tecnologico ¨¨ stato quello del passaggio dai 10 ai 7 nanometri, per merito di un sistema di stampaggio a Litografia ultravioletta estrema (Euv) che utilizza un fascio luminoso per incidere la superficie di silicio purissimo, comunemente detta wafer.
signori dei nanometri
¡ª ?La nostra storia atterra cos¨¬ su pagina 15 del Financial Times di mercoled¨¬ 14 dicembre 2022, ovvero sull¡¯articolo intitolato ¡°La scommessa dell¡¯Europa nella competizione sui chip¡±. In un lungo testo che elogia la tecnologia continentale, appaiono tre nomi in relazione stretta, "a global monopoly" che ci prendiamo il tempo di verificare. Secondo il giornale britannico, risulta che a detenere il ¡°monopolio globale¡± nella produzioni di macchinari per la Litografia ultravioletta estrema sia la societ¨¤ Asml, con quartier generale a Veldhoven, in Olanda. Un colosso capace di ottenere ordini per 8,9 miliardi di euro solo nel terzo trimestre 2022. Asml possiede a sua volta il 25% delle azioni di Zeiss Semiconductor Manufacturing Technology, suo fornitore per le ottiche di precisione indispensabili nel processo di litografia, con sede a Oberkochen in Germania, e che chiude il suo anno fiscale al 30 settembre 2022 con un fatturato record. Terzo tassello, il gruppo Trumpf con sede a Ditzingen, ancora in Germania, che produce laser ad altissima potenza per le macchine da Litografia ultravioletta estrema della Asml, con cui la collaborazione ¨¨ pi¨´ che consolidata. Nell¡¯anno fiscale 2021/2022 il fatturato ha raggiunto i 4,22 miliardi di euro. Un monopolio globale, scrive dunque il Financial Times, ed ¨¨ legittimo a questo punto attendersi che gli enormi investimenti fatti dall¡¯Unione Europea vadano all¡¯intero ciclo di produzione di chip, dunque anche a monte, dunque favorendo la nascita o la crescita di altre aziende da affiancare ad Asml, nel diritto di libera impresa ma nel contesto di una crisi tecnologica che chiede scelte di sistema. A patto di non trasformare le eccellenze in vincoli.
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