LA CRISI
Semiconduttori, allarme Usa: in forse 1,28 milioni di veicoli
Cresce negli States l'emergenza da mancanza di microchip, una crisi che ormai sta mobilitando l'industria automobilistica americana anche sul piano politico, con la richiesta all'amministrazione Biden di un intervento ai massimi livelli per sostenere la produzione di semiconduttori sul territorio americano. Del resto, le prospettive sembrano virare ai toni pi¨´ foschi, con previsioni che parlano di 1,28 milioni di veicoli prodotti in meno entro fine anno, per colpa di una mancanza di componentistica elettronica ormai cronica, destinata a rallentare o fermare le catene di montaggio per i prossimi sei mesi. Ad uscire allo scoperto ¨¨ l'organizzazione Alliance for Auto Innovation, che rappresenta le maggiori aziende con stabilimenti negli States, tra cui General Motors, Ford, Volkswagen, Toyota e Hyundai. La richiesta al dipartimento del commercio degli Stati Uniti ¨¨ quella di stanziare fondi a sostegno della nascita sul territorio Usa di fabbriche semiconduttori, ma destinati specificatamente al settore auto. Una posizione ben pi¨´ drastica rispetto a quanto intendeva il presidente Biden lo scorso febbraio, genericamente impegnato a responsabilizzare le agenzie federali della situazione, e intenzionato a varare un piano di finanziamenti statali per 37 miliardi di dollari. Secondo Alliance for Auto Innovation, la posizione dell'amministrazione Americana va chiarita, specificando in modo netto quanti e quali finanziamenti interesseranno immediatamente l'auto, senza previsioni indiscriminate che non mettono a riparo l'unico settore che in Usa dipende realmente dall'utilizzo dai semiconduttori, tutti di importazione.
Small Tech
¡ª ?L'America si trova in questo 2021 nel paradosso pi¨´ inatteso, la sua totale dipendenza dall'Asia per quanto riguarda microchip ed hardware, nonostante la sua leadership nel software. Facebook, Google, Amazon e tutte le altre piattaforme di servizi non assistono l'auto e l'industria a stelle e strisce sul piano della tecnologia e della componentistica hi-tech. Il prodotto pi¨´ complesso a nascere in Nord America, incredibilmente, ¨¨ proprio l'auto, ed ¨¨ sola. Forse arriva tardi allora l'intervento del gigante Intel, che dopo decenni di delocalizzazione nel sud est asiatico ha comunicato nel marzo scorso la volont¨¤ di costruire fabbriche di chip in Europa e soprattutto in Usa, con due nuovi stabilimenti previsti in Arizona e uno stanziamento complessivo di 20 miliardi di dollari. Ma con tempi di realizzazione pronosticabili, al meglio, nell'ordine dei 36 mesi. Ad oggi, l¡¯emergenza nasce da una legge tutta asiatica. Esistono solo tre compagnie al mondo che non si limitano a progettare e sviluppare chip, ma anche a produrli. Le pi¨´ grandi ¡°fonderie¡± di circuiti al silicio sono quelle della taiwanese Tsmc, leader incontrastato con una quota di produzione che da sola equivale a quella di tutti i rivali assieme. Seconda la coreana Samsung, che guida il settore delle memorie di massa, mentre terza la cinese Smic, quella con il tasso di crescita pi¨´ elevato che per¨° soffre il bando voluto dall'amministrazione Tramp lo scorso dicembre.
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