Il viaggio tra le monoposto Ferrari pi¨´ belle prosegue con la rossa guidata da Scheckter e Villeneuve: fu protagonista di molte gare epiche e regal¨° alla Ferrari l'ultimo titolo piloti prima di quello di Schumacher del 2000
Nel 1979 la casa di Maranello conquist¨° l'ultimo titolo iridato fra i piloti prima di un lunghissimo digiuno che termin¨° solamente all¡¯inizio del nuovo millennio, con il primo (datato 2000) dei cinque successi consecutivi (in rosso) di Michael Schumacher. La stagione venne caratterizzata da un testa a testa particolarmente avvincente tra le Ferrari 312 T4 di Jody Scheckter (che arriv¨° alla fine dell¡¯anno con 51 punti validi) e Gilles Villeneuve (47), entrambi vincitori di tre gare ciascuno. Alla fine di un confronto decisamente appassionante, il Cavallino torn¨° nuovamente sul tetto del mondo, sia nel campionato piloti, con il driver sudafricano, premiato dalla sua grande regolarit¨¤, sia nel Mondiale riservato ai costruttori.
UN ALTRO CAPOLAVORO DI FORGHIERI
¡ª ?La storia di questa monoposto, anch'essa nata dalla matita del compianto ingegnere Mauro Forghieri, inizi¨° e termin¨° con una doppietta. L'ultima, ottenuta all'Autodromo Nazionale di Monza, di fronte al pubblico di casa, permise a Jody Scheckter di chiudere la partita con due gare di anticipo. L'erede della 312 T3 che prese parte all'intero mondiale del 1978 (vinto da Mario Andretti su Lotus) e ai primi due gran premi (di Argentina e del Brasile, entrambi vinti da Jacques Laffite al volante della Ligier-Ford) della stagione successiva si present¨° con un'evidente ed affascinante evoluzione aerodinamica, sviluppata con l'obiettivo di garantire il giusto spazio al motore a cilindri contrapposti con ingombro trasversale. Nel quartier generale di Maranello, infatti, si guard¨° al lato estetico e prestazionale puntando sull'allargamento delle fiancate rispetto al modello precedente al fine di garantire pi¨´ aria ai radiatori e ai condotti di aspirazione. Anche le sospensioni vennero ridisegnate, in modo da creare la minima resistenza possibile all¡¯aria, mentre i freni posteriori furono collocati in una posizione interna proprio per ridurre al massimo la presenza di masse non sospese.
UNO SCORE DI VITTORIE ESALTANTE
¡ª ?Nel complesso questa vettura ¨C spinta da un motore Flat-12, con una cilindrata di 2991.80 cm3 ¨C ottenne sei vittorie, equamente redistribuite fra i due portacolori del Cavallino. Gilles Villeneuve, inizialmente indicato dagli addetti ai lavori come il pilota da ¡°sacrificare¡± per fare spazio alla new entry Scheckter (proveniente dalla Wolf), vinse i primi due appuntamenti (gran premio del Sudafrica e degli USA-Ovest, con Scheckter che, in entrambe le occasioni, chiuse proprio alle sue spalle) disputati a bordo della nuova monoposto. Poi il pilota canadese non riusc¨¬ pi¨´ a ripetersi fino al quindicesimo ed ultimo atto (il Gran Premio degli USA Est) di una stagione che emise il verdetto definitivo con un mese di anticipo.
LE IMPRESE DI VILLENEUVE A DIGIONE E ZANDVOORT
¡ª ?Anche se sconfitto da Scheckter, Villeneuve sal¨¬ alla ribalta nel 1979 grazie ad alcune gare davvero epiche. A Digione, il canadese lott¨° ruota a ruota per il secondo posto contro la Renault di Arnoux riuscendo a spuntarla solo all'ultimo giro. A Zandvoort fu vittima di una foratura mentre era in testa e percorse un giro con la gomma posteriore sinistra completamente afflosciata nel tentativo di riguadagnare i box e rimanere ancora in lizza per il titolo. Villeneuve riusc¨¬ a rientrare in pit-lane con la 312 T4 impennata sul posteriore, ma fu costretto al ritiro per i gravi danni subiti alla sospensione. Due imprese con cui Gilles si guadagn¨° definitivamente l'affetto incondizionato dei fans della "Rossa".
SCHECKTER, REGOLARITA' VINCENTE
¡ª ?Mentre Villeneuve si metteva in luce con queste imprese epiche, Scheckter impostava la sua stagione sulla costanza venendo premiato e confermando le credenziali mostrate guidando alla effimera Wolf.?Il pilota di East London - che aveva sostituito Carlos Reutemann passato al Team Lotus - replic¨° a Villeneuve ed agli altri avversari imponendosi nei GP del Belgio e di Montecarlo, disputati in rapida successione nel mese di maggio, e a Monza. Il 9 settembre del 1979 Scheckter divenne il primo e, fino a questo momento, unico pilota sudafricano a potersi fregiare del titolo iridato piloti del Campionato del Mondo di Formula Uno.
? RIPRODUZIONE RISERVATA