Minnesota ferma Oklahoma
Miami ride con LeBron

Dopo aver interrotto nella doppia trasferta in Florida un periodo da 6 successi in 7 gare, i Wolves riprendono la marcia contro l'avversaria più forte, piegando i Thunder, la squadra col miglior record Nba che non perdeva da 12 gare. Non basta Durant, in forma strepitosa. Miami si sbarazza di Dallas nella rivincita della Finale 2011

JJ Barea in azione. Reuters

Minnesota Timberwolves–Oklahoma City Thunder 99-93 (tabellino)
Lo show di JJ Barea nel quarto periodo chiude a 12 la serie vincente di Oklahoma City, la squadra col miglior record Nba che non perdeva da quasi un mese, dal 23 novembre. I Wolves riprendono la marcia contro l'avversaria più forte, tenendola al 40,2% al tiro e approfittando del brutto 5/29 da tre dei Thunder, che spremono da Westbrook una quasi quadrupla doppia con 9 assist e... 8 perse. Senza Martin per una contusione alla coscia destra, Oklahoma City ha poco o niente dalla panchina (9 tiri e 7 punti), costringendo quattro titolari a stare in campo più di 40'. Ed è anche per questo che mostra la corda nel quarto periodo, perché oltre al contributo ormai solido e tutto europeo di Pekovic (24 punti e 10 rimbalzi) e Shved (12 punti e 12 assist), Minnesota aggiunge nel finale il Barea dei tempi belli: segna 14 punti nel giro di quattro minuti con tre triple, fino al 94-81 a 3'48"' del solito super Love. E' l'esaltazione di una gara in cui i Wolves riescono a mettere in crisi una delle migliore difese della Nba, la più atletica, allargando bene il campo, punendo con canestri facili la pressione sul palleggiatore scelta dai Thunder, trovando il taglio in area o trovando il canestro da fuori liberando un tiratore con i blocchi: la differenza tra le due squadre è il 9/20 da tre di Minnesota, costruito sul 4/9 di Love, il 3/4 di Barea e il 2/4 di Shved. I Wolves poi resteranno senza segnare gli ultimi 3'15'', ma Oklahoma City ha tra le mani al massimo a 18'' dal termine la tripla (sbagliata) del -3 con Durant, anche stavolta strepitoso. Ma non basta.

Minnesota: Love 28 (5/11, 4/9, 2/8 tl), Pekovic 24, Barea 18, Shved 12. Rimbalzi: Love 11. Assist: Shved 12.
Oklahoma City: Durant 33 (11/17, 1/4, 8/8 tl), Westbrook 30, Ibaka 14. Rimbalzi: Westbrook 9. Assist: Westbrook 9.

Serata di grazia per Lebron James. Reuters

Dallas Mavericks–Miami Heat 95-110 (tabellino)
Miami ha ritrovato la propria difesa e, dopo aver giocato in casa dieci delle ultime undici partite, la esibisce anche lontano da South Beach. Nelle ultime sei gare in cui ha concesso solo 89,6 punti di media sono arrivati cinque successi. I Mavericks sono lontanissimi parenti di quelli sfidati in finale due anni fa, anche per le assenze: Nowitzki è tornato ad allenarsi ma si rivedrà solo dopo Natale, Fisher salterà almeno tre partite per un infortunio al tendine rotuleo e vicino a canestro mancavano anche Brand (inguine) e Wright (caviglia). Al quarto ko in cinque gare e attesa ora sul campo di tre delle prime quattro squadre a Ovest, Dallas così resta in partita solo fino all'11-12 dopo 5'. Poi gli Heat scappano con un 15-2 firmato da Bosh e James, allungando di nuovo nel secondo quarto con Wade, Bosh e le triple di Battier e Miller per il 37-52 prima del riposo approfittando degli spari a salve da tre punti di Dallas: chiuderà con 3/22 da oltre l'arco in una giornata da 38,5% al tiro complessivo, con Mayo tenuto a 8 punti e 3/14 dopo un dicembre da oltre 22 punti di media e il 50%. Gli Heat sono invece micidiali nel ritrovare grande aggressività sulla palla e completandola con un ottimo presidio del lato debole per poi scappare in campo aperto per tiri ad alta percentuale in una gara che chiuderanno con un incredibile 32/50 da due: sul finire del terzo quarto toccheranno il 55-91, massimo vantaggio in stagione. Tutto pronto per la sfida di Natale con i Thunder.

Dallas: Crowder 15 (3/5, 2/8, 3/4 tl), James e Da.Jones 12, Collison 11, Marion e Carter 10. Rimbalzi: James e Marion 9. Assist: Do.Jones 7.
Miami: James 24 (6/8, 3/5, 3/4 tl), Wade 19, Bosh 17, Battier 13, Allen 10. Rimbalzi: James 9. Assist: Wade 6.