La notte magica di Durant
Oklahoma è inarrestabile

L'ultima fase dell'evoluzione di Kevin Durant da stella dell'Nba a showman vero e proprio è stata un processo lungo tre stagioni. Il tre volte miglior realizzatore della lega ha sempre prediletto la sostanza allo spettacolo, cosa che lo ha distinto da altri grandi realizzatori dell'Nba. Ma la capacità di colpire, zittire e convincere i tifosi avversari a lasciare l'arena prima che suoni la sirena è una qualità che ben poche stelle riescono a esprimere una partita dopo l'altra. Ed è esattamente quello che ha fatto Durant mercoledì sera, trasformando nel secondo tempo "la fabbrica degli highlight" degli Hawks nel proprio campetto personale, regalando ai Thunder la vittoria per 100-92, la dodicesima di fila. Nel secondo tempo Durant ha segnato 28 punti dei 41 totali (record stagionale), di cui 18 in un meraviglioso ultimo quarto, dopo aver ceduto il primo tempo a Russel Westbrook con i suoi 21 punti. Quando questi due giocano come hanno fatto contro gli Hawks, i Thunder diventano inarrestabili. La squadra ha un record di 11-1 quando entrambi gli All Star hanno segnato almeno 20 punti. Durant ha tirato 14 su 23 dal campo, 4 su 8 da tre, e ha messo a segno 9 tiri liberi su 10. A questo bottino ha aggiunto 13 rimbalzi, 3 assist e 2 stoppate (anche se le ha fatte nella stessa azione). Westbrook ha chiuso la serata con 27 punti, 11 assist, 2 palle rubate e una stoppata, facendo registrare la sua decima doppia-doppia della stagione.

Kevin Durant è nato il 29 settembre 1988. Afp

gemelli inarrestabili — Ma è il lavoro di Durant in transizione da una fase all'altra durante il terzo quarto che ci fa capire quanto possa diventare padrone assoluto del parquet. Gli Hawks avevano ridotto lo svantaggio da -16 a -4, quando Josh Smith, marcato da Durant, ha attaccato tre volte l'area dei Thunder venendo sempre fermato da Durant. La stella di Oklahoma CIty ha poi chiuso questo siparietto con una schiacciata su Smith e, dopo aver anche ricevuto un fallo sulla giocata, si è rivolto ai tifosi dietro il canestro battendo il pugno sul petto. Il giocatore ha poi urlato "questa è casa mia", aggiungendo un aggettivo colorito per sottolineare il concetto ai tifosi a bordocampo che hanno trascorso buona parte della serata a insultare la squadra ospite. "Ah, non ricordo di averlo detto" ha detto Durant ridendo nel dopo partita. "Abbiamo cercato di raddoppiare la marcatura su di lui, di marcarlo a zona - dice Larry Drew, coach degli Hawks -. E comunque riusciva a tirare. E' impossibile fermarlo quando sta così bene. I Thunder sono una squadra con molto talento. Durant è un top player, Russel Westbrook è uno dei migliori playmaker in circolazione. Bisogna essere perfetti nelle marcature contro di loro, e inoltre, c'è sempre il bisogno di avere qualcuno che possa raddoppiare. Se questi ragazzi riescono a imporre il proprio ritmo, allora difendere diventa davvero dura". O forse impossibile, viste le prestazioni di Durant e Westbrook in questa partita.

Per Durant 27,7 punti di media stagionale. Reuters

aggressivo e felice — Durant ha ribadito che nel secondo tempo ha semplicemente adottato un atteggiamento più aggressivo cercando di tirare ogni volta in cui la difesa avversaria gliene avesse dato l'opportunità. Ha anche ammesso di aver tirato da posizioni non troppo vantaggiose, ma in serate come questa, in cui, a giudicare da come gioca, farebbe canestro da qualsiasi distanza e angolazione, qual è il problema? "L'ho visto già tante volte - dice Scott Brooks, coach dei Thunder -. So che quando entra in palla è difficile spegnerlo. E nel secondo tempo lo era. Non mi sono accorto che avesse fatto 41 punti, non guardo spesso alle cifre individuali dei miei ragazzi. Pensavo che nel secondo tempo avesse deciso di tirare di più, mentre invece era solo più aggressivo. Nel primo tempo ha perso qualche palla a causa delle sue disattenzioni, ma nel secondo si è dimostrato molto più fisico in palleggio, cosa che rende difficile la vita a chi deve marcarlo". Lo scorso 4 novembre a Oklahoma City e contro gli stessi Hawks, Durant ha fatto la sua peggior prestazione al tiro di questa stagione (7 su 17) nella partita persa dai Thunder per 104-95. Da quel giorno in poi la squadra ha ottenuto un record di 20-2 e Durant sembra essere tornato quella macchina da punti che avevamo visto ai Giochi Olimpici di Londra in cui ha surclassato gli avversari sia sotto canestro che da dietro la linea dei tre punti. Durant si trova sempre più a suo agio non solo nel ruolo di leader dei Thunder ma anche in quello di giocatore tra i più spettacolari di questo sport (un ruolo che appartiene a gente come Kobe Bryant, LeBron James, Dwyane Wade e Carmelo Anthony), una vera e propria delizia per gli occhi quando è in palla, come ha fatto vedere nel secondo tempo contro gli Hawks. "La parte migliore è stata quella di vedere i miei compagni di squadra che volevano che tirassi ogni volta, dandomi sempre fiducia - dice -. Mi sentivo bene, Russel mi ha aiutato a prendere il ritmo. Io ho soltanto provato a sfruttare le marcature, fare i passaggi giusti e rimanere aggressivo".