Nba, Miami: LeBron, Wade e Bosh se ne vanno il 1 luglio 2014?

Dwyane Wade, Chris Bosh e LeBron James con l'anello 2012. Epa

Vi fa piacere il dominio degli Heat o lo detestate? Esaltateli o odiateli fin quando ne avrete la possibilità perché gli Heat di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh sono una dinastia a breve termine: il club campione in carica è stato assemblato ed etichettato con una data di scadenza, quella del 30 giugno 2014. Stasera Miami, che insegue il record di 33 successi consecutivi, andrà a caccia della 24° vittoria di fila a Cleveland: ma questi Heat, come si evince osservando le clausole rescissorie dei giocatori e un contratto collettivo che è sempre più restrittivo, hanno ancora un’autonomia di 15 mesi e il tempo comincia a scorrere. Grazie alle precedenti regole del contratto collettivo gli Heat sono riusciti a perfezionare il loro progetto nell’estate 2010 con gli acquisti di James e Bosh, che erano free agent, e il rinnovo contrattuale di Wade: adesso Miami non avrà l’opportunità di mettere in cassaforte altri tre, quattro o cinque titoli, ma dovrà accontentarsi di cercare di vincerne solo altri due, in questa e nella prossima stagione, prima di rischiare di perdere il suo attuale nucleo di giocatori e rinunciare alla (potenziale) caccia al quarto titolo consecutivo. Dopo il 2013-14 James, Wade e Bosh avranno a disposizione una clausola di uscita anticipata, e se decideranno di esercitarla i loro contratti saranno nulli con un anno di anticipo dalla scadenza: anche se ognuno di loro dovrebbe guadagnare oltre 20 milioni di dollari per il 2014-15, si comincia a speculare – se non ad accettare – che quantomeno James, per non dire tutti e tre i giocatori, sceglierà di uscire dal contratto e diventerà free agent dal primo luglio 2014.

SALARI INSOSTENIBILI — James e Bosh, che in questa stagione percepiscono entrambi uno stipendio di 17.5 milioni dollari – inferiore a quello di Joe Johnson, Pau Gasol e Amar’e Stoudemire – hanno scelto di firmare per gli Heat pur guadagnando meno per giocare con Wade, che ha anche lui accettato un ingaggio inferiore (17.2 milioni di dollari in questa stagione). Di conseguenza gli Heat hanno avuto la possibilità di mettere insieme questi tre giocatori, e il presidente Pat Riley ha avuto la flessibilità necessaria per inserire degli altri elementi intorno a loro. Ognuno di loro avrebbe avuto la possibilità di guadagnare il massimo in un’altra squadra con dello spazio salariale a disposizione: vi ricordate dei Knicks, che proprio come gli Heat avevano scaricato numerosi contratti per acquisire lo spazio salariale necessario a corteggiare James? Adesso LeBron, che si appresta a conquistare il suo quarto titolo di Mvp in cinque anni, è quasi sicuro che riuscirà ad ottenere il massimo salariale se deciderà di portare il suo talento da un’altra parte, in un momento in cui i club della Nba stanno cercando di adattarsi al nuovo contratto collettivo. Anche se lo straordinario proprietario degli Heat Mickey Arison sognava di trattenere James, Wade e Bosh oltre il 2013-14, questa eventualità sarebbe dolorosamente, ed estremamente, costosa proprio a causa del nuovo contratto collettivo. Gli stipendi di Bosh e Wade, che compiranno 33 anni nel corso della stagione 2014-15, andrebbero a incidere sul roster per oltre 60 milioni di dollari: di conseguenza gli Heat sforerebbero, o andrebbero molto vicini a farlo, il loro tetto salariale e sarebbero di circa 10 o 13 milioni di dollari oltre il limite della luxury tax. Le multe non sono più di un dollaro per ogni dollaro speso ma aumentano in modo esponenziale quando una franchigia supera di 5 milioni di dollari il limite previsto dalla luxury tax, con opprimenti limitazioni sulle trade, una svalutazione dell’importanza della mid-level exception per le squadre che sono di 4 milioni di dollari oltre il limite della luxury tax e l’incombente minaccia della "repeater tax" per i club più dispendiosi (una tassa, quest’ultima, che una franchigia con più di due contratti costosi e di lunga durata non può evitare): di conseguenza il nuovo contratto collettivo, che i proprietari Nba e i giocatori hanno accettato di firmare dopo il giorno del Ringraziamento del 2011, sta favorendo il declassamento del modello di roster con tre stelle a favore di un’economica configurazione con due stelle.

spese folli — Come ha scritto Ian Thomsen di Sports Illustrated nel dicembre scorso se gli Heat trattenessero i Big Three, oltre agli altri quattro giocatori sotto contratto per il 2014-15, e poi completassero il roster con dei giocatori al minimo salariale, nell’estate 2015 supererebbero di 48 milioni il limite previsto dalla luxury tax, compresa la "repeater tax", e il costo complessivo del loro roster per una stagione sarebbe di 141.3 milioni di dollari. Quindi dove andrà James? Le speculazioni sono cominciate: magari LeBron metterà fine all’era di Kobe Bryant per dare inizio a una nuova dinastia Lakers con Dwight Howard, o forse tornerà a Cleveland per riconquistare la sua città d’origine e fare coppia con un astro nascente come il playmaker Kyrie Irving. A prescindere da dove giocherà James, il destino sembra segnato per questi imbattibili Heat: amateli o odiateli, esaltateli o disprezzateli fin quando saranno ancora intatti. Perché dopo la prossima stagione le strade dei Big Three di Miami quasi sicuramente si divideranno.