Gallinari c'è quando serve
Ai Bulls non basta Belinelli

Danilo Gallinari e Marco Belinelli erano i due italiani impegnati nella notte Nba. Vediamo come sono andati.

Gallinari in difesa su Singler. Reuters

Detroit-Denver 94-101
A Detroit (7-17) i Nuggets (11-11) regalano ai padroni di casa i primi sette minuti del match, poi si svegliano, tornano in partita e alla fine riescono ad avere la meglio. Danilo Gallinari fatica in attacco e chiude con un deludente 3/13 dal campo ma firma la tripla a 1’47’’ dalla sirena che in pratica chiude i conti. Inizio peggiore non potrebbe esserci per la truppa di George Karl. I Pistons sembrano gli Heat, difendono con grande intensità e in attacco trovano ottime soluzioni. Tutto troppo facile per i padroni di casa che con i canestri di Maxiell e Knight a metà frazione sono già a +15. Coach Karl inserisce le sue riserve prima del solito e la scossa puntualmente arriva. Miller e Brewer in particolare riportano sotto gli ospiti che tornano a giocare la loro pallacanestro nel secondo quarto. Gallinari dalla media distanza riporta Denver al -4, poi inizia lo show di JaVale McGee che per diversi minuti fa venire il mal di testa ai lunghi di Detroit. L’ex Wizards firma 10 punti nell’arco di quattro minuti, producendo anche un paio di schiacciate delle sue. I Pistons non riescono più a fare male in attacco e gli ospiti così tornando davanti piazzando un parziale di 13-2. Gli ottimi tiri di inizio gara sono oramai uno sbiadito ricordo per Detroit che nel secondo quarto torna sulla terra e va al riposo sotto di sei lunghezze. I Nuggets mantengono alta la concentrazione anche nel terzo periodo. Stuckey, inconcludente nel primo tempo, si mette a produrre ma non basta perché Denver si affida a un Ty Lawson che torna in carreggiata dopo il bruttissimo inizio di match. Gli ospiti toccano quota +9, poi però devono difendersi dal ritorno di Detroit nell’ultimo quarto. Stuckey prende per mano la squadra di casa e la riporta al -2 a 7’28’’ dalla sirena. Brewer risponde con tre canestri consecutivi, i Nuggets si allontanano e a spegnere definitivamente l’entusiasmo del pubblico del Palace ci pensa Danilo Gallinari. L’azzurro infatti fa partire i titoli di coda con un canestro dalla lunga distanza a 1’47’’ dalla fine del match.
Detroit: Knight 20 (6/11, 2/5), Maxiell 18, Stuckey 17. Rimbalzi: Monroe 12, Drummond 11. Assist: Knight 5.
Denver: GALLINARI 9 (2/9, 1/4), con due rimbalzi, due assist e un recupero in 30’. Lawson 26 (8/15, 1/2), Brewer 15. Rimbalzi: Iguodala 8. Assist: Miller, Lawson 7.

Chicago-Los Angeles Clippers 89-94
I Clippers (15-6) espugnano 94-89 lo United Center, pescando la settima vittoria in fila e fermando a tre la striscia di vittorie dei Bulls (11-9). Per Marco Belinelli, onorato dalle lodi dall’ex compagno a New Orleans Chris Paul prima della partita, è arrivata un’altra serata intensa, con 40’ di impiego, 18 punti e tante responsabilità offensive. Beli ha offerto una prestazione generosa, di grande quantità, ma è purtroppo incappato in una brutta serata al tiro, così come il compagno Luol Deng. Assieme hanno combinato per un poco edificante 9/36 dal campo. Dato insufficiente, soprattutto quando viene da due opzioni offensive fondamentali per la squadra. Come era normale aspettarsi, l’ispirazione balistica del primo quarto con i Knicks non è replicabile. E infatti non c’è, nemmeno lontanamente. I primi sei tiri di Marco finiscono sul ferro, nonostante almeno quattro siano di ottima qualità. Eppure il livello di fiducia con cui gioca è ai massimi stagionali. Beli non si scompone e non si fa condizionare, rendendosi utile a rimbalzo e soprattutto in difesa, dove compie un ottimo lavoro di anticipo contro Jamal Crawford. “Ho cercato di fargli sentire il fisico, di non farlo ricevere in posizioni comode. Jamal resta uno degli attaccanti più forti della NBA”. Peccato però che il tiro non ne abbia voluto sapere di entrare per tutta la sera, se non sporadicamente.

happy del negro — Nel terzo quarto sono arrivate due triple, nell’ultimo minuto un altro suo siluro ha riaperto i giochi, riportando i Bulls a -2. Ma 16 errori dal campo restano tanti, soprattutto in una partita così tirata. Tutti i Bulls hanno giocato una partita a strappi, senza continuità. I momenti migliori per i padroni di casa sono coincisi con due raffiche di triple, una a metà del secondo quarto e una a metà del terzo (bomba di Hinrich per il 60-57). Quello che è mancata è stata pericolosità interna, sia in post basso che in penetrazione - quasi tutti i punti di Boozer sono arrivati con tiri dalla media. Che sotto canestro la presenza fisica e atletica dei Clippers sia stata dominante è mostrato dalle cifre di tiro finali dei Bulls: 20 tentativi da tre, solo 12 liberi dalla lunetta. E così, senza incantare, gli ospiti sono stati quasi sempre avanti nella ripresa, capitalizzando sul dominio di Griffin nei confronti di Noah – più netto di quanto dicano le cifre, ed esemplificato da un paio di schiacciate tremende - e su un attacco che, al momento del bisogno, ha saputo sempre produrre buoni tiri. Grazie anche a Chris Paul, questa sera più finalizzatore che passatore: è stato suo il tiro in corsa che ha sostanzialmente chiuso i giochi. Finisce con il pubblico di casa che sfolla, dopo aver sommerso di ululati il mai troppo amato ex coach Vinny Del Negro, ora al secondo anno con i Clippers. Per l’ex Benetton, una vittoria dal sapore doppiamente gustoso.
Chicago: BELINELLI 18 (2/12 da 2, 4/10 da 3, 2/2 ai liberi, 7 rimbalzi, 5 assist, 2 recuperi, 2 perse in 41’), Boozer 24, Gibson e Noah 10. Rimbalzi: Boozer 13. Assist: Noah 6.
Los Angeles: Griffin 22, Paul 18 (3 recuperi), Barnes 14. Rimbalzi: Griffin e Jordan 10. Assist: Crawford 5.