Melo conquista Brooklyn
Lakers k.o. e Kobe si infuria

New York vola, i Lakers affondano. Carmelo Anthony con 45 punti trascina i Knicks alla vittoria su Brooklyn, mentre ai gialloviola non bastano i 42 di Bryant (“E’ il momento più difficile nei miei 17 anni qui, quello che ci sta accadendo è sconcertante") per evitare a Cleveland l’ottava sconfitta dell’era D’Antoni. Washington passa a New Orleans nella sfida tra le due peggiori squadre di Est e Ovest.

Brooklyn Nets-New York Knicks 97-100 tabellino
La stella della porta accanto e il veterano. Sono Carmelo Anthony e Jason Kidd a regalare ai Knicks (16 vinte-5 perse) la battaglia per la supremazia su New York con Brooklyn (11-9), alla quinta sconfitta consecutiva. Il 39enne Kidd, trascinatore dei Nets arrivati alle Finali nel 2002 e 2003, infila a 24” dalla fine la tripla decisiva, nonostante il fallo subito da Jerry Stackhouse. Melo invece spara in faccia alla “sua” Brooklyn ben 45 punti, il suo massimo stagionale: Carmelo è nato nel distretto e ci ha vissuto fino all’età di 8 anni, ma ha dimostrato di avere un conto aperto con i Nets, a cui aveva rifilato 35 punti nella prima delle sfide stagionali tra Brooklyn e New York. “Volevamo vincere visto che l’altra volta avevamo perso al supplementare - racconta a fine gara il 28enne -. Ero concentratissimo così come i miei compagni. Ci fidiamo l’uno dell’altro e sappiamo quello che dobbiamo fare per vincere una partita”. Anthony, trasformato dall’esperienza olimpica e tra i migliori giocatori della prima parte di stagione, ha tenuto da solo a galla i Knicks nei momenti più bui di una partita in cui gli uomini di Mike Woodson erano subito sprofondati sotto di 17 punti (26-9 a 1’57” dalla prima sirena), traditi da 13 errori nei primi 15 tiri dal campo e dal dominio in area della coppia di lunghi di Brooklyn, il rinnegato Andray Blatche (titolare al posto dell’infortunato Brook Lopez) e Reggie Evans (massimo in stagione alla voce rimbalzi). Blatche, cacciato via amnesty (la clausola che permette alle squadre di tagliare un giocatore sotto contratto senza che il suo stipendio continui a pesare sul salary cap, ndr) da Washington in estate, lancia i Nets con 12 punti nel primo quarto, poi Brooklyn nel secondo vola fino a 47-31 con 4’49” da giocare. Melo però suona la sveglia con 11 punti prima della fine del periodo, New York ritrova la precisione dalla distanza, chiave del suo gioco, e accorcia fino al 53-49 della sirena, prima di completare la rimonta operando il sorpasso con Felton (54-53) all’inizio del terzo quarto. Brooklyn allunga di nuovo grazie ai 9 punti nel parziale di Williams e alla sirena è avanti 79-74. Ma lo show di Melo non è ancora finito: Anthony tiene in partita i Knicks, che a 4’ dalla fine agguantano la parità sul 91 grazie alla quinta tripla a bersaglio di Kidd. Anthony sposta l’inerzia della gara dalla parte di New York, Johnson pareggia sul 97 a 1’11” dalla fine, poi Kidd si inventa il capolavoro che da il via libera definitivo ai Knicks. Anche perché Brooklyn, che chiude col 53% dal campo, spreca malamente l’ultimo possesso. E la festa di New York, che non era al comando della Eastern Conference così avanti nella stagione dall’aprile 1994, può esplodere.
Brooklyn: Blatche 23 (9/12 da due, 0/1 da tre, 5/6 tiri liberi), Williams 18, Wallace 17. Rimbalzi: Evans 18. Assist: Williams 10
New York: Anthony 45 (10/17, 5/7, 10/11 tl), Kidd 18, Smith 16. Rimbalzi: Chandler 7. Assist: Felton 7.

Cleveland Cavaliers-Los Angeles Lakers 100-94tabellino
“Siamo in uno dei momenti più difficili nei miei 17 anni qui, e anche in uno dei più sconcertanti. Abbiamo il talento e tutto quello che serve per uscire da questo periodo difficile, ma non ci riusciamo. E’ estremamente frustrante”. Kobe Bryant fotografa così la situazione dei Lakers (9-13), che a Cleveland (5-17) incappano nella terza sconfitta consecutiva, l’ottava in 12 partite con Mike D’Antoni al timone. In casa di una squadra che aveva perso le precedenti 5 gare e 9 delle ultime 10 esibizioni, i Lakers confermano tutti i loro problemi: i gialloviola, che pure dominano 54-43 a rimbalzo, tirano 7/27 da tre, sbagliano 15 liberi (Howard chiude 13/22), perdono 19 palloni e non corrono quanto vorrebbe il nuovo coach, che deve ancora rinunciare a Steve Nash (“Ne avrò per almeno altre due settimane”) e Pau Gasol (“Le ginocchia migliorano ma non sono ancora pronto”). E’ Kobe a dover sostenere quasi da solo l’attacco: il numero 24 risponde con la sua miglior prestazione stagionale, ma i Lakers incappano nella decima sconfitta nelle 11 gare in cui Bryant è andato sopra quota 30 punti. Cleveland invece ritrova Kyrie Irving e come d’incanto dimentica i problemi: l’ex Duke, una stella destinata a diventare luminosissima nel firmamento Nba, cancella tre settimane di stop per infortunio con una doppia doppia e mette in crisi la difesa gialloviola con la sua velocità di 20enne con la voglia di spaccare il mondo. A dargli una mano ci pensano C.J. Miles, per la prima volta in quintetto e per la prima volta in stagione sopra 20 punti, e il duo di lunghi Varejao-Thompson, 19 rimbalzi in due. I Cavs fanno le prove di allungo segnando gli ultimi 6 punti del periodo inaugurale (29-23), poi scappano definitivamente con un parziale di 24-8 che li porta sul 54-39 al riposo nonostante i 16 punti di Bryant. Kobe guida la rimonta Lakers nel finale di terzo quarto, ma quando il pari è a portata di canestro Irving inventa una tripla a fil di sirena che consegna ai padroni di casa una dote di 6 punti (68-62) con cui affrontare gli ultimi 12’. Bryant ci crede e da solo infila 16 punti nel parziale conclusivo. Ma Irving e Miles tengono Cleveland al sicuro e appiccicano la parola crisi al momento dei Lakers. D’Antoni, nervoso a fine partita al punto da prendersela con un giornalista di Los Angeles, assicura che col ritorno di Nash cambierà tutto. Ma a Natale, prima data utile per il rientro del play canadese, potrebbe già essere troppo tardi.
Cleveland: Irving 28 (7/15, 4/6, 2/3 tl), Miles 28 (5/8, 5/10, 3/4 tl), Varejao 20. Rimbalzi: Thompson 10. Assist: Irving 11.
L.A. Lakers: Bryant 42 (13/19, 3/9, 7/10 tl), Howard 19, Word Peace 13. Rimbalzi: Howard 20. Assist: Howard 3.

New Orleans Hornets-Washington Wizards 70-77tabellino
La prima volta di Washington. I Wizards (3-15) vincono in rimonta la loro prima gara esterna della stagione, infliggendo a New Orleans (5-15) la tredicesima sconfitta nelle ultime 15 esibizioni. Dopo aver segnato appena 11 punti nel periodo inaugurale (“E’ stato come andare a farsi togliere un dente dal dentista senza anestesia” ha commentato coach Randy Wittman), gli ospiti si sono rimessi in carreggiata grazie a Crawford (massimo stagionale) completando la rimonta nell’ultimo quarto, che gli Hornets hanno chiuso con appena 10 punti tirando 4/22 dal campo. Le difficoltà al tiro sono state il denominatore comune di Washington e New Orleans, le squadre col peggior record di Eastern e Western Conference: entrambe hanno chiuso sotto il 33% dal campo e sotto il 26% da tre. Glii Hornets si sono fermati al 22% nel secondo tempo, in cui Ryan Anderson ha fallito tutti i 9 tiri tentati (aveva chiuso il primo 7/12). Ai padroni di casa non è bastato il ritorno di Anthony Davis, la prima scelta assoluta all’ultimo draft che si era perso le ultime 13 partite per una reazione da stress alla caviglia sinistra. Spinta dalla precisione di Anderson, New Orleans arriva fino a +13 nel primo tempo (39-26), ma nel secondo inizia gradualmente a crollare, con Washington che agguanta la prima parità sul 56 a 1’31” dalla terza sirena. Il sorpasso definitivo lo firma Crawford (12 punti nel periodo conclusivo) a 5’09” dalla fine.
New Orleans: Anderson 17 (4/9, 3/12), Davis 13, Rivers 11. Rimbalzi: Anderson 11. Assist: Vazquez 5.
Washington: Crawford 26 (7/16, 2/8, 6/8 tl), Beal 15, Nene 10. Rimbalzi: Nene 10. Assist: Crawford 4, Beal 4.