Giovani talenti in azione. Ap

Quella al via stasera alle 22 italiane con la palla a due di New York-New Orleans sarà ricordata come la prima Summer League di Las Vegas che incoronerà una squadra campione: la vera novità della costola estiva della Nba è infatti proprio nella nuova formula a tabellone, chiamata a rendere un po' più stimolanti e avvincenti le partite, posto che Las Vegas resta la vetrina in cui si gioca per mettersi in mostra. Tra il Thomas&Mack Center e il Cox Pavilion si intrecceranno come sempre storie personali e sportive di tutti i tipi. Dalle prime scelte del draft chiamate subito a mostrare qualcosa, alle seconde e agli 'undrafted' desiderosi di guadagnare considerazione, dagli americani di stanza in Europa o in D-League con ambizioni differenti agli europei meno quotati che vogliono farsi conoscere da vicino o provare l'esperienza a stelle e strisce.

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GIOVANI IN MOSTRA — Nove estati di summer league hanno insegnato come il contesto inviti a prendere tutto con le pinze: numeri, rendimento, anche le singole giocate. Però di spunti Las Vegas ne offre parecchi e per tutti i livelli, ed ecco perché quasi tutte le squadre di serie A avranno in loco loro emissari, o comunque le seguiranno. Con attenzioni diverse rispetto a quelli in chiave Nba, riservate ovviamente ai rookie: tra i volti nuovi la curiosità maggiore sarà per gli esterni, con la guardia di Sacramento Ben McLemore capofila e pronto a far ricredere gli addetti ai lavori dopo esser scivolato fino al n° 7 dell'ultimo draft. Con lui l'ala Otto Porter jr, una delle sorprese dell'ultimo anno di college e chiamato al n° 3 da Washington, poi l'atteso Shabazz Muhammad (Minnesota), CJ McCollum (Portland) e la point guard tedesca Denis Schroder (Atlanta), portabandiera del Vecchio Continente visto che Giannis Antetokoumpo e Livio Jean-Charles sono impegnati negli Europei Under 20 di Tallinn. Fra i big man da primo giro i soli Cody Zeller e Gorgui Dieng, visto che tre di quelli chiamati nelle prime dieci sono infortunati: trattasi della 1a scelta assoluta di Cleveland e padrone di casa Anthony Bennett (spalla), dell'ucraino dei Suns Alex Len (piede) e del talento dei Pelicans Nerlens Noel (ginocchio). E almeno all'inizio non ci sarà nemmeno Lucas Nogueira: il brasiliano degli Hawks passato dall'Adidas Eurocamp attende il nulla osta Fiba.

da verificare — Ma le summer league sono solitamente terra di sorprese, e allora attenzione anche a chi è finito al secondo giro, come Carrick Felix, Jamaal Franklin, Deshaun Thomas o Ricky Ledo, o agli undrafted, vedi Vander Blue, Elias Harris o CJ Leslie, fresco di firma con i Knicks. Tra i più navigati, tornano con stati d'animo differenti i co-Mvp dell'ultima edizione. Damian Lillard con un premio di rookie dell'anno in bacheca e come ultimo simbolo dello slogan coniato dall'Nba "Big starts here", Josh Selby dopo un'altra stagione difficile a far la spola con la D-League: la sua occasione di trovare un posto in NBA passa ora dai Lakers. Fra i secondo anno sarà interessante valutare i progressi di Dion Waiters, Terrence Ross, Michael Kidd-Gilchrist e Jonas Valanciunas, e la voglia di riscatto di Austin Rivers e Thomas Robinson. L'ultima curiosa defezione è invece arrivata da Ed Davis: il lungo dei Memphis Grizzlies l'ha motivata ironicamente nelle ultime ore su Twitter, rispondendo ad un giornalista che “mi era stato chiesto da un allenatore che ora non ha più il suo lavoro” e lanciando così una frecciata a Lionel Hollins, con cui non è mai entrato in sintonia.

DALLA SERIE A — Tanti anche gli "ex-italiani": tra i più freschi i due romani Jordan Taylor (Toronto) e Olek Czyz (Portland), le guardie di Siena Matt Janning (Chicago) e Dionte Christmas (Phoenix), e il lungo visto a Sassari Drew Gordon (Sacramento). Poi ci sono anche il veneziano Kee Kee Clark (Minnesota), l'ex Capo d'Orlando Alex Young (Golden State) e il bresciano JR Giddens, che guida la pattuglia più numerosa, a Miami: con lui anche Jarvis Varnado, Michael Dunigan ed Eric Griffin. Fra gli altri, Coby Karl (Toronto), DaJuan Summers (LA Clippers), David Lighty (Sacramento) e Chris Douglas-Roberts, che proverà a strappare l'invito al training camp dei Lakers. E c'è anche uno dei protagonisti dell'ultima Eurolega, la stellina slovena Jaka Blazic con i Bucks.

LA FORMULA — Undici i giorni di gara: sono 21 le squadre NBA presenti, cui si aggiunge una selezione della D-League, ognuna delle quali giocherà almeno 5 gare. Tre quelle preliminari, buone per comporre una griglia da cui nascerà il tabellone: le squadre dalla 1a alla 10a inizieranno dal secondo turno, quelle dall'11a alla 22a spareggiano nel primo con le perdenti al consolation round. Da lì il classico tabellone ad eliminazione diretta, con la finale in programma lunedì 22. Le regole sono quelle Nba, leggermente ridotte nei tempi: 4 tempi da 10', overtime di 2', impossibili da sforare con la regola della "sudden death" (vince chi segna per primo) a partire dal secondo supplementare.