San Antonio ci crede ancora
Ma ha bisogno della difesa

C’è stato un tempo in cui chiunque osasse avvicinarsi al canestro degli Spurs veniva accolto da un mostro a due teste con le sembianze di Tim Duncan e David Robinson, che stoppavano e respingevano gli avversari lasciando loro magari qualche livido. C’è stato un tempo in cui le più forti guardie della Nba dovevano essere pronte a resistere a una serata di botte e spinte, e magari anche a un calcio o a una gomitata nel punto giusto, da parte del diabolico Bruce Bowen. C’è stato un tempo in cui giocare in trasferta all’AT&T Center equivaleva ad essere lentamente ma inesorabilmente imprigionati in una morsa, con gli Spurs a dettare le regole del gioco. In altre parole, c’è stato un tempo in cui Gregg Popovich non aveva bisogno di chiedere più cattiveria ai suoi.

fame e cattiveria — I quattro stendardi dei campioni Nba conquistati da San Antonio pendono dal soffitto dell’arena degli Spurs grazie a una difesa cinica, dura e implacabile. Popovich è convinto che la squadra debba ritrovare la rabbia che la contraddistingueva: da questo dipenderanno le possibilità di conquistare il quinto titolo nella prossima stagione. "Ormai molte persone pensano che gli Spurs siano una squadra simpatica - ha ammesso il playmaker Tony Parker -. Quest’anno dovremo giocare con molta più fame. Dobbiamo smetterla di pensare che in passato abbiamo vinto molti titoli e che per questo torneremo a vincere. Serve più carattere: come ha detto anche Popovich tempo fa, ci vorrà più cattiveria per tutta la stagione". Parker si riferisce a un commento del suo allenatore durante un time-out, in gara 1 delle Finals della Western Conference contro Oklahoma City, che ha funzionato così tanto da permettere agli Spurs di portarsi sul 2-0 nella serie e di allungare la striscia positiva a 20 vittorie consecutive. Ma dopo l’euforia iniziale, San Antonio ha inanellato quattro sconfitte consecutive, chiudendo nel modo più improvviso e scioccante un’altra stagione insoddisfacente. "Nei playoff c’è stato un "furto d’identità" – ha ammesso Popovich -. Nelle prime due partite abbiamo giocato da Spurs, poi Oklahoma City ha imparato la lezione e ha giocato come noi in fase offensiva, cercando di passarsi più spesso la palla e di fidarsi di più dei propri compagni di squadra. Abbiamo smarrito la nostra identità, spero che la squadra lo abbia capito e che sia pronta a recuperarla".

Il coach di San Antonio, Gregg Popovich, a colloquio con Cory Joseph. Reuters

logori — Gli Spurs hanno cercato per molte stagioni di prevenire il logorio del 36enne Duncan e del 35enne Manu Ginobili, monitorando il loro minutaggio, cercando di giocare a ritmi elevati e insistendo sul gioco in campo aperto in fase offensiva. Ma adesso la difesa deve tornare a mostrare i denti e lo spogliatoio deve affilare gli artigli. Lo scorso anno gli Spurs hanno segnato 103.7 punti di media a partita, seconda miglior prestazione della Nba, ma hanno chiuso a metà classifica per punti concessi (96.5) agli avversari, che hanno tirato con una percentuale del 44.8%. Popovich sa che adesso Robinson siede in tribuna ed è la cheerleader più alta dell’AT&T Center, che Bowen è ormai un elegantissimo commentatore televisivo che parla davanti a una telecamera e che Duncan e Ginobili non possono riportare indietro le lancette dell’orologio ogni sera. Ma il coach attende miglioramenti dall’ala Kawhi Leonard, che si appresta a disputare la sua seconda stagione nella Nba e che avrà a disposizione un intero training camp per prepararsi al meglio dopo la sua splendida annata da rookie. Popovich si aspetta inoltre che il lungo Tiago Splitter compia un ulteriore passo in avanti nella sua crescita e che il dinamico veterano Stephen Jackson riesca ad essere ruvido come la carta vetrata sul lato difensivo.

Stephen Jackson va a segno nel match contro Atlanta. Reuters

serve la difesa — Popovich ha aperto il training camp mostrando ai suoi giocatori il video della serie contro i Thunder per rinfrescare loro la memoria. Il coach vuole che i suoi non dimentichino quello che è successo e che la sconfitta sia un sassolino nelle scarpe: negli ultimi due anni gli Spurs hanno vinto prima 61 partite, poi 50 nella stagione ridotta, chiudendo in entrambi i casi con il miglior record nella Western Conference e mettendo in mostra un gioco spettacolare ma che non ha portato ai risultati sperati. "Dal punto di vista offensivo abbiamo giocato il miglior basket da quando sono qui, sia per come siamo riusciti a muovere la palla che per quanto abbiamo segnato - ha spiegato Parker -. Abbiamo molte armi a nostra disposizione, la panchina è ottima. In attacco potremmo essere addirittura migliori rispetto a quando vincevamo, ma dal punto di vista difensivo siamo ancora lontani. Quando vincevamo i titoli avevamo la miglior difesa della Nba, lo scorso anno siamo stati la quindicesima o sedicesima miglior difesa, a metà classifica. Non è abbastanza per fare strada". Per questo è ora di recuperare la cattiveria, senza che ci sia bisogno di chiederla.