Spurs, rabbia Popovich
"Imbarazzanti coi Clippers"

Gregg Popovich con Tony Parker: gli Spurs sono 8-3. Reuters

Forse non è sempre stato così in passato, ma attualmente perdere contro i Los Angeles Clippers non è una vergogna: i Clippers sono ormai nell’elite Nba e una delle poche squadre in grado, in qualsiasi serata, di andare a San Antonio e di battere i padroni di casa. Basta non dirlo al coach degli Spurs, Gregg Popovich, che dopo il 92-87 incassato dai Clippers ha criticato duramente i suoi giocatori, colpevoli non soltanto di aver perso ma di non aver lottato a sufficienza contro una delle squadre più competitive della Western Conference.

imbarazzo — Solo un paio di suoi colleghi (Doc Rivers e George Karl, forse) avrebbero potuto permettersi uno sfogo simile senza urtare la sensibilità dello spogliatoio. "Se ripenso a tutte le partite che abbiamo giocato, posso solo riconoscere che contro i Clippers il nostro approccio è stato troppo superficiale – ha spiegato il tecnico -. In campo non si sono mai visti cinque giocatori con la determinazione giusta per vincere, i Clippers hanno portato a casa il risultato grazie alla loro aggressività e alla loro durezza, sia mentale che fisica. A mio parere in una certa fase del match siamo stati addirittura imbarazzanti: per questo adesso dobbiamo solo pensare a rivedere le immagini, perché tutti devono capire che in partite di questo genere bisogna essere competitivi per 48 minuti. Questo è il concetto fondamentale".

seconda sfida — Già due settimane fa Los Angeles ha sconfitto San Antonio per 106-84 allo Staples Center, e con il successo di due giorni fa i Clippers possono vantarsi di aver conquistato almeno due vittorie stagionali contro gli Spurs per la prima volta dal 1996-97. Dato che infastidisce indubbiamente Popovich, soprattutto considerando che le due squadre potrebbero ritrovarsi di fronte quando conta di più, nella postseason. Forse Popovich sta solo cercando di rendere consapevoli Tony Parker, Manu Ginobili e Tim Duncan del fatto che i Clippers, con Chris Paul al timone, sono ormai una minaccia? "Sono una squadra vera", ha dichiarato il coach di San Antonio parlando dei Clippers prima della partita. A difesa della sua squadra, bisogna ricordare che gli Spurs hanno perso Stephen Jackson (che resterà ai box dalle quattro alle sei settimane) a causa di una frattura al mignolo della mano destra e che tra gli indisponibili c’era anche Kawhi Leonard (tendinite al quadricipite del ginocchio sinistro). Ma questo non basta a spiegare il crollo degli Spurs nel secondo quarto, quando i Clippers hanno firmato un parziale di 29-14 mentre San Antonio ha chiuso con un pessimo 3/8 dal campo e con sette palle perse: potrebbe essere proprio questa la fase del match che Popovich ha definito "imbarazzante". Detto questo, gli Spurs hanno un ottimo record di 8-3 in questa stagione e hanno dispensato la loro giusta dose di batoste agli avversari: ma dopo 11 partite, Popovich pensa che sia arrivato il momento di mandare almeno un paio di messaggi, sottili al punto giusto, alla squadra, per renderla consapevole del punto in cui si trova rispetto alle altre grandi rivali della Western Conference.

rinforzi — Intanto San Antonio ha aggiustato il roster per far fronte alle indisponibilità di Leonard e Jackson. Dai Rio Grande Valley Vipers, squadra di D-League, è arrivato James Anderson, guardia che ha fatto il training camp con Atlanta e che gli Spurs avevano reso la 20a scelta al draft 2010. Alla corte di Popovich il prodotto di Oklahoma State ha già giocato 77 partite viaggiando a 3,7 punti di media. Dagli Austin Toros è invece tornato Cory Joseph, che gli Spurs avevano spedito in D-League solo la settimana scorsa. Con San Antonio ha già giocato 30 gare a 1,9 punti di media.