Nba, Miami troppo forte per Indiana. I Clippers schiacciano Detroit

Mario Chalmers, 26 punti per Miami. Ap

Miami domina Indiana e arriva a 18 vittorie consecutive, confermando di non avere rivali a Est. I Clippers travolgono Detroit col solito campionario di schiacciate (una di DeAndre Jordan nel secondo quarto è in lizza per il premio di più spettacolare dell’anno). Toronto, in attesa di una diagnosi sul nuovo infortunio di Andrea Bargnani, supera in extremis Cleveland. Bene anche Milwaukee, Orlando, New Orleans e Dallas.

Miami Heat-Indiana Pacers 105-91 (tabellino)
I dominatori. Miami (47 vinte-14 perse in stagione) fa la voce grossa e porta a 18 la striscia di vittorie consecutive demolendo Indiana (39-24), terza forza a Est e unico team che LeBron e compagni non avevano ancora battuto quest’anno. Gli Heat vincono giocando di squadra, tirando col 55,9% dal campo (7/14 da tre) in faccia alla miglior difesa della Nba, nonostante James incappi nella serata meno produttiva della sua stagione. Vincono con la difesa, che tiene Paul George, miglior realizzatore dei Pacers (terza sconfitta nelle ultime 11 esibizioni) a 2/11 dal campo e limita David West a 7 punti nella ripresa, dopo i 17 del primo tempo, grazie al sacrificio di Udonis Haslem. “Vogliamo difendere il nostro titolo - racconta a fine partita Chris Bosh, 11/15 al tiro -, e per farlo dobbiamo battere squadre buone come Indiana”. I Pacers partono meglio sfruttando i centimetri di Roy Hibbert, ma quando George Hill a metà primo quarto torna in panchina con due falli l’attacco va in tilt, e resta senza canestri dal campo per 7’20”. Miami, trascinata da Chalmers (seconda miglior gara dell’anno) e Bosh, scappa via fino al 29-20 della prima sirena, per poi allungare con Allen sul 32-20 a inizio secondo quarto. I Pacers si riorganizzano e trovano in West l’uomo della riscossa: il lungo con 15 punti nel periodo riporta gli ospiti sotto 46-44 a 2’57” dalla fine, ma Miami riprende la corsa e va negli spogliatoi sul 56-46, con Wade che piazza il +10 a fil di sirena. Gli Heat sono travolgenti nei primi 6’20” della ripresa, quando infilano un parziale di 20-7 con 7 tiri su 8 a bersaglio e si proiettano sul 76-53. Indiana è alle corde ma non si arrende, e chiude il periodo con un parziale di 10-2 che riduce a 14 (79-65) i punti da recuperare quando cominciano i 12’ conclusivi. Miami però non si distrae, e spegne definitivamente i sogni dei Pacers con un 11-2 aperto e chiuso da Chalmers che vale il 105-84 a 2’38” dalla fine. La striscia vincente degli Heat è la più lunga della stagione: una serie così lunga non riusciva a nessuno in Nba dal 2008-09. Il messaggio è chiaro: sfilare l’anello dal dito di Miami sarà una vera impresa.
Miami: Chalmers 26 (2/3 da due, 5/6 da tre, 7/7 tiri liberi), Bosh 24, Wade 23. Rimbalzi: Chalmers 7. Assist: James 7.
Indiana: West 24 (7/10, 10/11 tl), Hibbert 16, Augustin 14. Rimbalzi: George 6. Assist: George 5.

Los Angeles Clippers-Detroit Pistons 129-97 (tabellino)
Chris Paul alza il lob, DeAndre Jordan lo raccoglie in volo e confeziona sopra la testa di Brandon Knight una delle schiacciate più belle dell’anno, forse la più bella. E’ il momento più esaltante, a 4’32” dall’intervallo, della dimostrazione di forza con cui i Clippers (45-20) travolgono Detroit (23-42) per ottenere la seconda vittoria nelle ultime 3 partite. Los Angeles si inventa un tiro al bersaglio da 62,5%, compreso un 14/28 da dietro l’arco, che scrive la parola fine sul match prima ancora che si inizi a fare sul serio, perché i Pistons ormai sono fuori dai giochi e incassano quasi senza provarci la quinta sconfitta di fila. Senza gli infortunati Crawford e Bledsoe, coach Vinny Del Negro non ha il solito contributo record dalla panchina, ma non ne ha bisogno: Paul e Griffin chiudono entrambi sopra quota 20 e sbagliano solo 6 dei 24 tiri tentati complessivamente, Jordan chiude senza macchia (5/5) così come Barnes, riserva da 5/5 da tre punti. I Clippers sfondano la doppia cifra di vantaggio a 6’52” dalla prima sirena con la prima schiacciata della serata di Jordan (18-7), chiudono il periodo inaugurale avanti 32-22 ma scappano via definitivamente nel secondo, in cui a colpi di schiacciate spettacolari e tiri da tre arrivano fino al 67-41 firmato Butler a 2’21” dal riposo. I Clippers non sbagliano nulla nemmeno nella ripresa, col vantaggio che non scende mai sotto i 20 punti, e chiudono con la miglior perfomance offensiva della stagione
L.A. Clippers: Griffin 22 (9/11, 0/1, 4/7 tl), Paul 20, Barnes 16. Rimbalzi: Griffin 8. Assist: Paul 14.
Detroit: Calderon 18 (2/3, 4/5, 2/3 tl), Jerebko 14, Knight 10, Monroe 10, Bynum 10. Rimbalzi: Jerebko 8. Assist: Stuckey 5.

Toronto Raptors-Cleveland Cavaliers 100-96 (tabellino)
In attesa di conoscere l’entità dell’infortunio di Andrea Bargnani, Toronto (25-39) conquista il secondo successo nelle ultime tre partite battendo in rimonta Cleveland (21-42). Il Mago verrà sottoposto oggi a una risonanza magnetica per valutare l’entità del problema al gomito destro, lo stesso che gli ha fatto perdere 26 partite tra dicembre e febbraio, infortunato nuovamente venerdì contro i Lakers. Privi anche di Rudy Gay, alle prese con un dolore alla schiena, i Raptors hanno ribaltato nella ripresa una partita in cui nel primo tempo erano finiti sotto di 17 punti (50-33 a 3’46” dal riposo). Complice l’infortunio di Kyrie Irving (contusione alla spalla sinistra a fine terzo quarto in uno scontro con Jonas Valanciunas), i Cavs hanno tirato col 31,1% dal campo nella ripresa dopo il 53,7% del primo tempo, chiuso avanti 55-46. Toronto agguanta la parità sul 69 a 2’48” dalla terza sirena, poi prende il comando prima di fine periodo e trascinata da Anderson e Johnson tocca il 90-82 a 5’40” dalla fine. Waiters sale in cattedra e porta Cleveland avanti 95-94 con 1’20” da giocare, ma Lowry dà la scossa a Toronto e con 4 punti consecutivi regala ai Raptors l’allungo decisivo. Per i Cavs quarto k.o. nelle ultime 5 partite.
Toronto: Anderson 18 (3/5, 3/6, 3/4 tl), Johnson 17, Lowry 15. Rimbalzi: Johnson 16. Assist: DeRozan 6.
Cleveland: Waiters 21 (5/13, 2/4, 5/9 tl), Miles 15, Irving 12. Rimbalzi: Thompson 12. Assist: Irving 4, Walton 4.

Orlando Magic-Philadelphia 76ers 99-91 (tabellino)
Allungo finale. Un parziale di 8-2 negli ultimi 2’53” permette a Orlando (18-46) di battere Philadelphia (23-39) e centrare il primo successo interno dopo 7 k.o. consecutivi. L’eroe dei Magic è Jameer Nelson, nato in un sobborgo della città dell’amore fraterno che proprio contro i Sixers infila la sua miglior gara dal 30 gennaio. “Qualcuno di quella squadra mi ha detto che non ero bravo abbastanza per far parte di questa lega nei miei primi anni di carriera, quindi sentivo di avere qualcosa da dimostrare” ha raccontato il play di Orlando. Philadelphia, tradita dalla serataccia di Jrue Holiday (appena 8 punti con 4/16 al tiro e 0/2 dalla lunetta, errori commessi sul 91-89 Magic), rimedia la quinta sconfitta consecutiva, 12ª nelle ultime 13 partite. E dire che i Sixers erano partiti meglio, volando sul 24-14 a 4’28” dalla prima sirena. Orlando però rientra con un 10-0 chiuso da una tripla di Harrington e la partita resta in equilibrio fino a quando Udrih con una tripla a 4’33” dalla fine porta i Magic al comando. Philadelphia resta agganciata fino a 2’15” dalla sirena conclusiva, quando Holiday sbaglia dalla lunetta i liberi della possibile parità sul 91. Scampato il pericolo, 5 punti consecutivi di Afflalo permettono a Orlando di imbastire la fuga definitiva.
Orlando: Nelson 24 (4/8, 5/9, 1/1 tl), Afflalo 17, Harris 15. Rimbalzi: Vucevic 17. Assist: Nelson 10.
Philadelphia: T. Young 26 (13/17), Wilkins 16, Hawes 15. Rimbalzi: T. Young 12. Assist: Holiday 8.

New Orleans Hornets-Portland Trail Blazers 98-96 (tabellino)
Il salvatore. Un’azione da tre punti di Ryan Anderson a 1” dalla fine permette a New Orleans (22-42) di evitare di farsi rimontare per la terza volta in una settimana e piegare Portland (29-33), che nel finale aveva sorpassato con Lillard dopo essere stata a -10 a metà ultimi quarto. “Stiamo ancora imparando e questo per noi è stato un passo importante - ha detto Anderson -. Potevamo perdere anche questa partita, ma abbiamo dimostrato di saper resistere”. Gli Hornets, al primo successo dopo 3 k.o. di fila, dominano 48-30 a rimbalzo e tirano 11/20 da tre, toccando proprio con una tripla firmata da Vasquez l’87-77 a 6’53” da giocare. Portland, alla seconda sconfitta in tre partite, viene riportata in partita da Lillard e Matthews, che a 2’39” dalla fine infila la tripla del sorpasso sul 92-91. Gli ultimi 20”, che cominciano con i Blazers avanti 93-92, sono una battaglia: Anderson da tre sembra far sorridere New Orleans, ma Lillard, sempre da dietro l’arco, lancia Portland sul 96-95 con 11” da giocare. Vasquez gestisce l’ultimo possesso degli Hornets e pesca sotto canestro Anderson, che oltre al layup rimedia anche un fallo per i 3 punti che fanno esultare i padroni di casa.
New Orleans: Vasquez 20 (7/11, 2/4), Anderson 20 (3/6, 4/9, 2/3 tl), Davis 18. Rimbalzi: Anderson 13. Assist: Roberts 9.
Portland: Matthews 24 (2/4, 6/11, 2/2 tl), Lillard 20, Aldridge 16. Rimbalzi: Hickson 14. Assist: Lillard 8.

Minnesota Timberwolves-Dallas Mavericks 77-100 (tabellino)
Nel segno di Carter. Vinsanity firma 22 dei 58 punti della panchina di Dallas (29-33), chiave del netto successo dei Mavs in casa di Minnesota (21-39). “Dipendiamo tanto da lui - dice coach Rick Carlisle di Carter -. Sta giocando alla grande in tutte le aree del campo, quindi è fondamentale per tutto quello che facciamo”. Oltre che con i punti delle riserve (oltre a Carter anche Wright e Brand vanno in doppia cifra), Dallas si guadagna la terza vittoria consecutiva dominando 59-40 a rimbalzo e tenendo i Twolves (25ª sconfitta in 31 partite da quando hanno nuovamente perso Kevin Love) al 36,4% al tiro e appena 33 punti nella ripresa. I Mavs scappano a inizio secondo quarto, con un parziale di 20-3 ispirato da Carter e Collison che vale il 41-23 a 7’03” dall’intervallo. Con soli 9 giocatori sani e il solo Williams ispirato, i Twolves non riescono a reagire: il vantaggio non scende più sotto la doppia cifra, anzi si dilata progressivamente fino al -23 finale. Per Minnesota è l’8ª sconfitta nelle ultime 9 partite.
Minnesota: Williams 18 (7/15, 0/2, 4/5 tl), Barea 16, Gelabale 13. Rimbalzi: Williams 9. Assist: Rubio 5, Ridnour 5.
Dallas: Carter 22 (4/10, 4/5, 2/2 tl), Nowitzki 16, Wright 13. Rimbalzi: Brand 12. Assist: Collison 8.

Sacramento Kings-Milwaukee Bucks 113-115 (tabellino)
La resistenza. Milwaukee (32-29) quasi spreca 13 punti di vantaggio negli ultimi 3’, ma grazie a Monta Ellis riesce a non subire il sorpasso di Sacramento (22-43) e conquistare la seconda vittoria di fila, sesta nelle ultime 7 partite. I Bucks, senza gli infortunati Sanders, Ilyasova e Redick, e reduci dal match di 24 ore prima in casa di Golden State, si affidano ancora alla loro guardia, alla settima gara di fila con almeno 20 punti a referto: Ellis, che pure chiude col 31% al tiro, si fa trovare pronto quando conta di più. Sacramento parte meglio ed è avanti 23-15 a 3’10” dalla prima sirena, Milwaukee però prende in mano la partita e con un 18-5 nella prima metà del secondo parziale sfonda la doppia cifra di vantaggio toccando il 57-43 a 1’50” dal riposo. I Kings, che nel terzo quarto perdono Cousins, cacciato per una gomitata a Dunleavy, sono sotto 107-94 a 3’05” dalla fine, quando Aldrich avvia la rimonta, con Ellis unico ad andare a bersaglio i Bucks. Evans firma il 111-110 a 23” dalla fine, ma Milwaukee non sbaglia nulla dalla lunetta e si tiene al sicuro.
Sacramento: Cousins 24 (10/12, 4/4 tl), Evans 20, Thompson 18. Rimbalzi: Cousins 10. Assist: Thomas 9.
Milwaukee: Ellis 29 (9/19, 0/5, 11/12 tl), Jennings 16, Dunleavy 16. Rimbalzi: Dalembert 11. Assist: Ellis 9.