Houston travolge i Lakers / Video
Miami si arrende a Indiana / Video

Houston mette a nudo i problemi dei Lakers, che col reparto lunghi ridotto all’osso dagli infortuni cadono per la quarta volta consecutiva. Miami inciampa a Indiana con la peggior perfomance offensiva dell’anno (e Ray Allen resta a secco dopo quasi 16 anni), Brooklyn passa a Philadelphia dominando a rimbalzo. Minnesota dimentica i suoi guai con Atlanta, Milwaukee festeggia il debutto in panchina di Boylan battendo Phoenix.

James Harden, 31 punti. Afp

Houston Rockets- Los Angeles Lakers 125-112 (tabellino)
In volo. Con un secondo tempo da 66 punti, metà dei quali firmati da James Harden e Jeremy Lin, Houston (21 vinte-14 perse in stagione) si conferma una delle squadre più calde dell’Nba infliggendo a quel che resta dei Lakers (15-19) la quarta sconfitta consecutiva. I Rockets, miglior attacco della lega, sono alla quinta vittoria di fila e hanno conquistato 12 delle ultime 15 esibizioni. Contro i gialloviola di D’Antoni i texani hanno rimontato per la terza volta di fila uno svantaggio in doppia cifra (i Lakers erano andati a +14 nel primo quarto), chiudendo col 55% al tiro (59,5 nel secondo tempo): Harden ha centrato la 13ª partita di fila sopra quota 25 punti (record di franchigia eguagliato). I Lakers, alla seconda peggior performance difensiva stagionale (sono 5-15 quando concedono almeno 100 punti) sono calati alla distanza, sfiancati dal ritmo forsennato dei Rockets, insostenibile per un roster vecchio e a corto di uomini come quello gialloviola. Senza Dwight Howard, Pau Gasol e Jordan Hill, coach D’Antoni si è giocato il jolly Robert Sacre nel ruolo di centro (10 punti e 4 stoppate ma 4/10 al tiro per l’ultimo giocatore chiamato al draft 2012) e ha ottenuto il massimo stagionale da Metta World Peace. Ma Kobe Bryant ha segnato meno di 27 punti per la prima volta dopo 17 partite, condannato da un 5/14 nella ripresa. E dire che, nonostante l’emergenza, i Lakers erano partiti forte, volando sul 18-4 dopo nemmeno 5’ e toccando il 31-18 a 1’47” dalla prima sirena. Due triple di fila del caldissimo Delfino del primo tempo (13 punti) invertono il trend, e Houston risale fino al primo sorpasso, il 47-46 firmato ancora da una tripla dell’argentino a 4’48” dal riposo.

10.000 volte nash — Nash però si carica i Lakers sulle spalle e servendo a Jamison l’assist numero 10.000 della sua carriera (è il quinto a tagliare il traguardo) porta gli ospiti al riposo avanti 62-59 nonostante i 6 punti (3/7 al tiro) di Kobe. Houston aumenta il ritmo e spacca la partita nel finale di terzo quarto, quando Harden e Lin confezionano il 22-4 che proietta i Rockets sul 95-82 a 1’09” dalla penultima sirena. La reazione dei Lakers nel quarto conclusivo è troppo molle per portare risultati. "Ma dobbiamo andare avanti - è l'esortazione di World Peace -. Questa squadra non ha tempo per piangersi addosso".
Houston: Harden 31 (10/15 da due, 1/4 da tre, 8/8 tiri liberi), Parsons 20, Lin 19, Delfino 19. Rimbalzi: Harden 6, Lin 6, Delfino 6. Assist: Harden 9.
L.A. Lakers: World Peace 24 (5/9, 4/5, 2/2 tl), Bryant 20, Nash 16. Rimbalzi: Clark 9. Assist: Nash 10.

Non bastano i 30 punti di Dwyane Wade. Reuters

Indiana Pacers-Miami Heat 87-77 (tabellino)
Rimbalzi e difesa. Indiana (21-14) batte Miami (23-10) ottenendo l’undicesima vittoria nelle ultime 14 partite (8ª di fila in casa) e mettendo a nudo le debolezze degli Heat, travolti 55-36 a rimbalzo e tenuti al minimo stagionale alla voce punti. “Miami è una grande squadra, ma sapevamo bene che sotto canestro fa fatica - racconta Paul George, esploso al cospetto di LeBron James con 29 punti, sua terza miglior performance stagionale, in una serata in cui i Pacers hanno tirato col 36% dal campo -. Per metterli in difficoltà dovevamo far bene sotto le plance. E così abbiamo fatto”. Miami ha fatto fiasco in attacco, tenuta al 41% dalla squadra che fa tirare peggio gli avversari: i campioni in carica hanno segnato appena 35 punti nella ripresa e 66 dei loro 77 punti totali vengono dai Big 3. La panchina ha prodotto appena 8 punti, con Ray Allen rimasto a secco per la seconda volta in carriera, la prima dal 26 febbraio 1997, quando giocava con Milwaukee ed era una matricola. Dopo un primo quarto equilibrato (20-19 Indiana) i Pacers scappano sul 38-28 a 4’34” dal riposo, ma Wade infila 10 punti prima dell’intervallo (23 il suo totale nei primi 24’) e regala a Miami la parità sul 42. Gli Heat toccano il 51-44 in avvio di ripresa, ma George e la difesa di Indiana cambiano la partita: il 22enne esterno infila 17 punti nel 33-9 che porta Indiana avanti 77-60 con 8’09” da giocare, con gli ospiti che nel frattempo tirano 4/17. Wade e James provano a scuotere i compagni, ma il vantaggio dei padroni di casa tiene e Miami, che resta il meglio dell’Est, incassa la seconda sconfitta in tre gare.
Indiana: George 29 (8/18, 4/9, 1/3 tl), West 14, Stephenson 13. Rimbalzi: Hibbert 14. Assist: Augustin 8.
Miami: Wade 30 (5/10, 4/6, 8/10 tl), James 22, Bosh 14. Rimbalzi: James 10. Assist: James 4.

Andray Blatche. Reuters

Philadelphia 76ers-Brooklyn Nets 89-109 (tabellino)
Avanti tutta. Brooklyn (20-15) continua la sua rinascita con P.J. Carlesimo in panchina e travolge Philadelphia (15-21) centrando la quarta vittoria di fila, la sesta in sette partite con l’interim coach al timone (intanto Phil Jackson, il sogno del proprietario Mikhail Prokhorov, ha fatto sapere con un comunicato di non avere “alcuna intenzione di tornare ad allenare”). I Nets, imbattuti nel 2013, hanno anche superato una vigilia “turbolenta”: Andray Blatche ha passato la mattinata del giorno della gara a rispondere alle domande della polizia di Philadelphia sullo stupro di una 21enne avvenuto nella sua stanza d’albergo. Il lungo che solo lunedì ha ottenuto la conferma per il resto della stagione “non ha fatto nulla di male”, come ha precisato il commissioner della polizia della città dell’amore fraterno, ma il suo cellulare è stato sequestrato perché conteneva foto della ragazza (conosciuta da Blatche in uno strip club alle 3 del mattino) “in posizioni compromettenti” e due persone del suo entourage sono in stato di fermo. In campo Blatche però ha fatto la differenza, così come tutto il reparto lunghi di Brooklyn, che ha dominato 50-32 a rimbalzo grazie ai 23 catturati da Reggie Evans. L’equilibrio del primo tempo (48-47 Brooklyn, con Philadelphia che tiene i Nets al 38,1% al tiro) si spezza nel terzo quarto: grazie a Wallace e Williams (19 punti in due), ai rimbalzi di Evans e al 74% al tiro, gli ospiti allungano fino a 81-58, divario che per Philadelphia diventa impossibile da colmare.
Philadelphia: Holiday 19 (4/8, 3/3, 2/2 tl), Hawes 14, Young 11. Rimbalzi: Turner 7. Assist: Holiday 8.
Brooklyn: Williams 22 (4/5, 3/6, 5/5 tl), Blatche 20, Johnson 15. Rimbalzi: Evans 23. Assist: Williams 5, Johnson 5, Wallace 5.

Nikola Pekovic in azione. Reuters

Minnesota Timberwolves-Atlanta Hawks 108-103 (tabellino)
Senza Kevin Love (“fuori per diverse settimane” dopo la seconda frattura in tre mesi alla mano destra) e coach Rick Adelman, Minnesota (16-15) infligge ad Atlanta (20-13) la terza sconfitta consecutiva chiudendo con 5 giocatori in doppia cifra. “Eravamo tutti davvero motivati - ha raccontato Nikola Pekovic, che ha messo a referto il massimo in carriera alla voce rimbalzi e l’ottava doppia doppia in 13 partite -. Ognuno di noi voleva dare il massimo, anche per tutto quello che sta accadendo alla nostra squadra”. Ad ispirare i Twolves ci ha pensato Ricky Rubio, al rientro dopo 4 gare d’assenza, e l’8/15 da tre di quella che è la peggior squadra della lega dal perimetro. Atlanta combatte solo nel finale. All’intervallo è sotto 58-42, tenuta al 42,4% al tiro e surclassata 27-17 a rimbalzo, ma nell’ultimo quarto cambia marcia e riesce a rientrare sul 104-103 con 36” da giocare. A salvare Minnesota ci pensa Cunningham, che prima infila il canestro dalla media del +3 a 15” dalla sirena, poi ruba un pallone chiave che Ridnour trasforma nei liberi della tranquillità.
Minnesota: Pekovic 25 (9/15, 7/8 tl), Kirilenko 21, D. Williams 17. Rimbalzi: Pekovic 18. Assist: Rubio 8.
Atlanta: L. Williams 21 (4/11, 1/4, 8/9 tl), Smith 21 (6/10, 2/4, 3/5 tl), Horford 19. Rimbalzi: Smith 13. Assist: L. Williams 8

Brandon Jennings, 29 punti. Ap

Milwaukee Bucks-Phoenix Suns 108-99 (tabellino)
Buona la prima. Jim Boylan comincia l’avventura da interim coach di Milwaukee (17-16) battendo Phoenix (12-24) e regalando ai Bucks il primo successo dopo 4 sconfitte consecutive. Merito di Brandon Jennings, che con i suoi 29 punti sopperisce alla serata no di Monta Ellis, il miglior realizzatore della franchigia del Wisconsin che sbaglia 14 dei 19 tiri tentati. Phoenix invece prosegue nel suo momento negativo: quella di Milwaukee è la nona sconfitta nelle ultime 10 partite, arrivata tirando col 41% dal campo e appena 4/20 da tre. “Continuiamo a giocare bene per buona parte della gara e a crollare nei minuti finali - ha detto sconsolato il coach dei Suns Alvin Gentry -. Dobbiamo trovare un modo per invertire questo trend perché la stagione sta scivolando via”. Stavolta Phoenix, avanti 56-50 al riposo nonostante l’1/9 da dietro l’arco, si fa scappare la partita a cavallo di terzo e quarto periodo, quando Milwaukee con un 12-3 scappa fino al 90-79 firmato da Urdih a 8’ dalla sirena conclusiva. Phoenix ricuce fino a 95-91, ma i Bucks con Henson (terza doppia doppia stagionale) scavano il solco definitivo.
Milwaukee: Jennings 29 (4/8, 5/7, 6/6 tl), Ellis 13, Ilyasova 12, Henson 12. Rimbalzi: Henson 11. Assist: Jennings 9.
Phoenix: Dragic 21 (7/10, 1/5, 4/5 tl), Dudley 18, Gortat 16. Rimbalzi: Gortat 14. Assist: Dudley 8.