Nba, Miami sbatte su Indiana
Gasol rilancia i Lakers

Indiana si conferma la bestia nera di Miami, mentre i Lakers col rientro in quintetto di Gasol (al posto dell'infortunato Howard) tornano al successo a Minneapolis. Ancora senza Paul, i Clippers confermano il momentaccio cadendo anche a Toronto nel giorno del debutto di Gay, subito top scorer: Dopo lo scambio vincono sia Raptors che Grizzlies e Pistons (facili su Washington e Cleveland). L'orgoglio di Boston (anche Sullinger, dopo Rondo, k.o. per tutta la stagione) marcia sui resti di Orlando, successi anche per Dallas, Utah e Philadelphia.

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Toronto Raptors-L.A. Clippers 98-73
Toronto festeggia il debutto di Gay con un rotondo +25 sui Clippers che, privi anche dello squalificato Barnes, ancora senza Chris Paul (ginocchio) trovano la quinta sconfitta nelle ultime otto partite. I californiani si arenano al minimo stagionale per punti segnati e percentuale al tiro, un mortificante 34,7% senza il loro creatore di gioco e senza altri in grado di mettersi in proprio: 5/17 Crawford, 3/12 Butler, 4/14 Butler, perfino 20/31 ai liberi sbagliando 16 triple sulle 19 tentate. Di là l'esordio canadese di Rudy Gay arriva dalla panchina ma già da top scorer in un ruolo ora sovraffollato in cui si difende DeRozan (19 punti) mentre perdono colpi Anderson e Ross (2/12 in due). I Raptors spaccano la gara con un break di 17-2 per il 46-30 a fine primo tempo, esteso sul 72-45 a fine terzo quarto e fino al 90-59 a quattro minuti dalla fine. Amicone di Gay e senza più dover dividere la regia con Calderon, Lowry non brilla (1/6 con tre punti) ma c'è lui al timone nei migliori momenti dei canadesi, che comunque pescano il 5/7 da tre di Lucas in una giornata da 12/26 di squadra. Pur ottenendo il massimo in carriera di 16 rimbalzi da Amir Johnson, Toronto ritrova Valanciunas dopo 18 partite ma, ancora senza Bargnani, Kleiza e Pietrus, ora crede ai playoff.
Toronto: Gay 20 (5/10 da due, 3/6 da tre, 1/2 tl), Johnson 19, DeRozan 19. Rimbalzi: Johnson 16. Assist: Lowry 8.
LA Clippers: Griffin 17 (4/11, 9/12 tl), Crawford 14, Butler 12. Rimbalzi: Griffin 9, Jordan 9. Assist: Crawford 5.

LeBron James fermato da Paul George. Reuters

Indiana Pacers-Miami Heat 102-89
I Pacers si confermano la miglior difesa Nba e tengono a 89 punti i campioni di Miami, che arrivavano a Indianapolis come il miglior attacco a Est con 102,7 punti di media e invece stavolta inseguono tutta la partita senza mai riuscire a rientrare. Dopo aver già battuto gli Heat l'8 gennaio tenendoli a 77 punti, in memoria dei playoff dell'anno scorso in cui erano avanti 2-1 prima di perdere le ultime tre gare della serie, Indiana stavolta vince col suo massimo stagionale nella percentuale al tiro (32/53 da due e 41,2% da tre) e di punti segnati (overtime esclusi). Il volto del 13° successo casalingo consecutivo è David West, 12/15 al tiro, inarrestabile per gli Heat ancora incerti in trasferta: fuori casa hanno perso 7 delle ultime 12 partite e 11 su 22 in stagione. Eppure Miami era in un buon momento, sconfitta nelle ultime sei gare solo a Boston dopo un doppio supplementare. Indiana è brava a limitare l'impatto di LeBron James come fonte di gioco, soffocato a soli tre assist: con un 13-0 durante il primo giro di cambi, a cavallo dei primi due quarti, i Pacers allungano 33-23 e da lì in poi resteranno sempre avanti. Toccano il 59-45 a inizio ripresa, fino al 72-54 poco dopo la metà del terzo quarto, da cui gli Heat torneranno al massimo a -12.
Indiana: West 30 (12/15, 6/6 tl), Stephenson 15, George 15. Rimbalzi: West 7. Assist: George 6.
Miami: James 28 (8/14, 1/3, 9/11 tl), Wade 17, Bosh 13. Rimbalzi: James 6, Wade 6. Assist: Wade 5, Allen 5.

Boston Celtics-Orlando Magic 97-84
Le chiocce Garnett e Pierce ci mettono leadership ed efficacia, Jeff Green aggiunge la quarta partita di fila in doppia cifra (14,3 di media) e Boston trova il terzo successo consecutivo dopo la perdita di Rondo fino a fine anno, a cui si aggiunge quella del rookie Jared Sullinger, costretto a un intervento alla schiena a un disco lombare. Di là Orlando neanche si preoccupa più dell'ottava sconfitta di fila, la numero 19 in 21 partite perché, già senza i due top scorer Afflalo (polpaccio, rientro vicino) e Davis (piede rotto, stagione finita), a partita in corso perde anche Nelson per una contusione all'avambraccio. I Magic daranno così 18 minuti di campo a un impresentabile Turkoglu da 0/6, ed è rimasto solo Redick a cui affidarsi: impossibile risollevarsi dagli 87,8 punti di media segnati nelle ultime cinque trasferte. Stavolta nel 37,9% di Orlando (3/19 da tre) ci sono comunque anche i meriti di Boston, che aspetta la fine del terzo quarto per lo strappo, un 21-5 che tocca il 78-59 all'inizio del quarto periodo fino al massimo divario dell'86-63. Lee è sempre più a suo agio da titolare, dalla panchina Terry e Barbosa contribuiscono: i Celtics tornano al .500 di record.
Boston: Green 17 (8/13, 0/1, 1/3 tl), Garnett 14, Pierce 14, Lee 14. Rimbalzi: Pierce 11. Assist: Pierce 7.
Orlando: Redick 15 (3/10, 2/5, 3/3 tl), Nicholson 14, Vucevic 14, Moore 14. Rimbalzi: Vucevic 14. Assist: Redick 5.

New York Knicks-Milwaukee Bucks 96-86
New York tiene Milwaukee a 33 punti nella ripresa ma solo a cinque minuti dalla fine può dire di avere in pugno una partita in cui ha sempre inseguito fino alla fine del terzo quarto. La guida è ancora Carmelo Anthony, che estende a 31 il record franchigia di partite consecutive con almeno 20 punti segnati. Con tre triple, insieme al 5/13 di Smith, contribuisce al 13/35 di squadra da oltre l'arco che dà ai Knicks una marcia in più rispetto ai Bucks, che hanno visto il duo Ellis-Jennings limitato a 30 punti in due con 12/38 al tiro, in una giornata da 25/63 di squadra in cui brilla il solo Ilyasova. Proprio le triple di Anthony e Smith permettono a New York di mettere la testa avanti sul 71-70 a 2' dalla fine del terzo quarto, inizio di un break di 24-7 in 11' con cui i Knicks, approfittando dello smarrimento offensivo di Milwaukee, volano 87-77 a 5' dalla fine con una tripla di Felton (ancora positivo nel giorno del ritorno di Kidd), preludio al fin troppo severo massimo vantaggio di 96-81. Buoni segnali anche stavolta dal quintetto con cui nel terzo quarto New York ha tenuto in campo insieme Anthony, Stoudemire e Chandler.
New York: Anthony 25 (4/12, 3/8, 8/12 tl), Stoudemire 17, Smith 17. Rimbalzi: Chandler 20. Assist: Felton 8.
Milwaukee: Ilyasova 19 (5/8, 2/3, 3/4 tl), Ellis 16, Jennings 14. Rimbalzi: Sanders 10. Assist: Jennings 6.

Philadelphia 76ers-Sacramento Kings 89-80
Sacramento sparisce dal campo nel quarto periodo e Philadelphia può capitalizzare la terza vittoria a metà del ciclo di otto gare casalinghe per risalire posizioni. Con 11 tiri sbagliati di fila, tre perse e 2/6 ai liberi, i Kings segnano due punti (dalla lunetta) in quasi nove minuti di un ultimo quarto da soli 12 punti segnati. Otto di questi arrivano da Isaiah Thomas, che dalla lunetta (10/10) prova a tenere in piedi i californiani in una giornata da 38% al tiro con 1/10 da tre e soli 7 punti dalla panchina con 2/14. Lui e soprattutto Evans (23 punti in coppia nel terzo quarto per tornare da -18 a -4), con al massimo i numeri fini a se stessi di Cousins, sono troppo soli e alla lunga Sacramento affonda, a segno solo a Washington nelle ultime sette partite. I Sixers, che venivano da 9 sconfitte in 13 gare, da più di due mesi non mettevano in fila due vittorie consecutive: alla sesta gara di fila senza Richardson (ginocchio), oltre al lungodegente Bynum, continua a funzionare la novità di Nick Young in quintetto, che viaggia a 18,2 punti di media nelle ultime cinque gare. E, innescato dall'All Star Holiday, vicino a canestro Thaddeus Young non trova opposizione.
Philadelphia: T.Young 23 (11/16, 0/1, 1/2 tl), Holiday 21, N.Young 20. Rimbalzi: T.Young 15. Assist: Holiday 7.
Sacramento: Evans 29 (10/16, 1/2, 6/8 tl), Thomas 24, Cousins 12. Rimbalzi: Cousins 12. Assist: Thomas 5.

Detroit Pistons-Cleveland Cavaliers 117-99
Motivato dalla doppia sfida contro Kyrie Irving in campo e contro il neo-arrivato José Calderon nelle rotazioni dei Pistons, con una serata da 20 punti e 10 assist Brandon Knight reclama i suoi diritti sul posto da regista titolare e riporta al successo Detroit dopo quattro sconfitte in cinque partite. Lo spagnolo ex Raptors debutterà domenica contro i Lakers (problemi di visto) e andrà con ogni probabilità ad affiancare e non a sostituire Knight in un quintetto più basso con Singler in ala piccola dopo la partenza di Prince, ma intanto il play mette le cose in chiaro e conduce i sei uomini in doppia cifra dei Pistons a una giornata da 41/69 da due. Tenendo Cleveland (senza Gibson) a 35/88 e soprattutto Irving a soli 14 punti con 4/10 e tre perse, con tanta qualità dai propri titolari e poca opposizione di fronte Detroit può anche permettersi una giornata da 23/43 dalla lunetta. Cleveland ha sempre inseguito, giù a -13 prima del riposo, poi 85-66 sul finire del terzo quarto e ancora a -17 a metà quarto periodo, quando il rientro in un minuto fino al -9 è velleitario: troppo solo Thompson, irrealistico doversi reggere sugli ultimi arrivati Ellington e Speights, solo 6 punti con 2/7 in 22' per Waiters.
Detroit: Knight 20 (5/10, 2/4, 4/6 tl), Singler 20 (8/13, 1/4, 1/2 tl), Monroe 18. Rimbalzi: Monroe 16. Assist: Knight 10.
Cleveland: Thompson 19 (9/10, 0/1, 1/2 tl), Speights 17, Irving 14. Rimbalzi: Thompson 9, Jones 9. Assist: Livingston 6.

Tayshaun Prince al debutto con Memphis. Reuters

Memphis Grizzlies-Washington Wizards 85-76
Al debutto con Memphis, Tayshaun Prince firma già un successo in maglia Grizzlies. Traditi da troppi uomini e con il solo Nenè in doppia cifra, i Wizards sono poca cosa e segnano la miseria di 26 punti nei quarti centrali nel combinato disposto dei propri limiti e della superba difesa casalinga, restano ancora in partita fino al 70-74 di metà quarto periodo. Qui Washington infila cinque minuti da 1/7 al tiro e 3 perse e l'8-2 con cui Memphis scappa sull'82-72 della sicurezza è siglato anche da un paio di tiri in sospensione di Prince, che chiuderà con 14 punti e 7/11 al tiro in 32 minuti alzandosi dalla panchina. In quintetto per ora c'è Bayless, che prosegue solo in parte il buon momento dopo due partite di fila sopra i 20 punti: il sesto successo in nove gare dei Grizzlies (ottavo di fila in casa) arriva aggrappandosi a Conley e Gasol, con Randolph ancora giù a soli 7 punti con 3/10 e tre perse e gli altri due nuovi Daye e Davis in campo 5' a testa con tre punti in coppia. Washington conquista la miseria di tre tiri liberi, è tradita dal 3/10 di Crawford e da Wall trova quantità (6 assist e 7 rimbalzi) più che qualità (3/8 con 4 perse), così ancora senza Beal chiuderà con un misero 41% al tiro che significa terza sconfitta di fila, dopo le 7 vittorie in 10 gare che ne avevano risvegliato la stagione.
Memphis: Conley 18 (6/12, 1/3, 3/3 tl), Prince 14, Gasol 13. Rimbalzi: Gasol 15. Assist: Conley 6.
Washington: Nenè 14 (7/16), Wall 9. Rimbalzi: Okafor 10. Assist: Nenè 6, Wall 6.

Phoenix Suns-Dallas Mavericks 99-109
Dopo aver battuto i Lakers degli ex Nash e D'Antoni, stavolta è un altro ex – Marion – a infliggere la prima sconfitta casalinga ai nuovi Suns di coach Hunter, al terzo k.o. in sei gare. E' l'ala a segnare 8 degli 11 punti con cui Dallas (ancora senza Nowirzki per i problemi all'adduttore destro) si scrolla di dosso Phoenix quando la partita è ancora sul 93-98 a tre minuti dalla fine, punendo in attacco contro ferri che conosce alla perfezione gli errori dall'altra parte del campo soprattutto di Dragic e Dudley. Quest'ultimo con tre triple è l'unico a trovare il canestro da lontano per i padroni di casa, che con tutti gli altri sbagliano otto tiri da tre su nove; decisivo coi Lakers, Beasley stavolta chiude con 2/13 e anche Brown dà poco dalla panchina, dove Hunter decide ancora di privilegiare Kendall Marshall su Telfair come cambio di Dragic per la seconda gara di fila. Oltre al “solito” Carter, i Mavs pescano dalla panchina anche la qualità di James e Wright vicino a canestro e provano a rimettersi in moto nella corsa playoff dopo le polemiche arbitrali contro i Warriors, che era stata la quarta sconfitta in sei partite: prima di una serie di sette gare su otto in casa, però, dovranno chiudere lunedì a Oklahoma City questo giro di trasferte. Phoenix invece giocherà quattro partite di fila e sette delle prossime otto in trasferta, dove è la seconda peggior squadra della lega (4-19), meglio solo di Washington.
Phoenix: Brown 20 (6/8, 1/3, 5/6 tl), Dragic 19, Scola 18. Rimbalzi: Scola 8, Dragic 8, Tucker 8. Assist: Dragic 9.
Dallas: Mayo 20 (5/16, 2/3, 4/5 tl), Collison 19, Carter 17. Rimbalzi: Marion 11. Assist: Collison 6.

Utah Jazz-Portland Trail Blazers 86-77
Il successo di Utah nella sfida playoff con Portland arriva col brivido finale al termine di una partita sempre condotta, ma riaperta dalla propensione dei Blazers – agevolata da rotazioni troppo corte – di andare giù nel punteggio e tentare la rimonta finale. Stavolta i Jazz scappano 38-23 a 5' dall'intervallo grazie a un break di 24-6 in 11' proprio con l'inizio delle rotazioni, toccando anche il +17 prima del riposo. Ma Utah si rilassa troppo presto e con 7 errori di fila vede Portland rientrare con un 12-2 fino all'8075 con una tripla di Lillard a 4' dal termine della gara. Ancora Lillard però sbaglia la tripla del -2, Millsap stoppa Batum e un paio di tiri in sospensione di Jefferson, approfittando della quarta persa a testa di Lillard e Hickson, chiudono il match sull'86-75 entrando nell'ultimo minuto. I Blazers, alla quinta sconfitta nelle ultime sette trasferte, oltre alla solita panchina da soli 10 punti con 4/18 al tiro e alla giornata no di Aldridge (6/17 ma 5 rimbalzi d'attacco), pagano i problemi al polso che condizionano Batum e la distorsione alla caviglia che nel terzo quarto li priva della guardia titolare Matthews. I Jazz, che nelle ultime nove gare a Salt Lake City hanno sempre vinto tranne la brutta batosta con Houston, sanno nascondere la perdurante assente del terzo realizzatore Hayward (spalla) grazie alla consueta sostanza in area, con Millsap e soprattutto un Jefferson da 21 punti e 10 rimbalzi.
Utah: Jefferson 21 (10/22, 1/1 tl), Millsap 15, Foye 14. Rimbalzi: Favors 12. Assist: Watson 7.
Portland: Lillard 26 (7/15, 3/8, 3/3 tl), Aldridge 16, Hickson 11. Rimbalzi: Aldridge 10. Assist: Lillard 5.

La festa dei Lakers, 4 vittorie in 5 gare. Reuters

Minnesota Timberwolves-Los Angeles Lakers 100-111
Due zampate di Gasol rispediscono al mittente il tentativo di Shved di interrompere la serie negativa di Minnesota. Il ritorno in quintetto del catalano riporta alla vittoria i Lakers, che nelle ultime gare hanno vissuto l'unico neo della sconfitta a Phoenix in mezzo a quattro vittorie. Sono le cinque partite che coincidono con la svolta di Bryant, che da allora viaggia a 11,2 assist di media, anche stavolta a un passo dalla tripla doppia (12 rimbalzi e 8 assist in una giornata da 4/13 al tiro). Kobe è decisivo nell'orientare la partita, mettendosi spalle a canestro a costringere Minnesota a raddoppiarlo per innescare la circolazione di palla e trovare sempre un gialloviola libero al tiro. E' così che i Lakers, ancora in trasferta con lo Staples Center impegnato dai Grammy Awards e senza Howard (tornato a Los Angeles per un trattamento medico per la spalla infortunata), volano anche a +29 nel secondo quarto con la gara in pugno. Merito di un'energia da 17 rimbalzi offensivi per rimediare alle brutte percentuali, dei 6 uomini che chiuderanno in doppia cifra, di un Nash da 17 punti, 7 rimbalzi e 7 assist, e della capacità di conquistare viaggi in lunetta, dove Bryant (8/10) trova più della metà dei suoi punti. I Wolves si riavvicinano con un 9-0 prima del riposo, con Williams e Ridnour tornano a -8 a metà terzo quarto, che diventa -7 all'inizio del quarto periodo, quando l'impatto dalla panchina di Barea, Shved e Chris Johnson riapre la partita: i primi due chiuderanno con 32 dei 46 punti dalla panchina, 7/15 da tre (sul 10/22 di squadra), 9 assist ma anche 7 perse. Fatto sta che producono una fiammata di 10-2 per tornare sul 90-94 con una tripla del russo a metà quarto periodo, ed è qui che un 'canestro più fallo' e un tiro in sospensione di Gasol ristabiliscono le distanze approfittando del fatto che i Wolves mettono in panchina quelle seconde linee che avevano dato la spinta per rientrare: tornano i titolari, Rubio perde due palloni e i Lakers festeggiano. Per Minnesota è la sesta sconfitta di fila e l'undicesima nelle ultime dodici gare.
Minnesota: Shved 18 (1/5, 5/11, 1/2 tl), Williams 15, Barea 14, Pekovic 14. Rimbalzi: Williams 9, Pekovic 9. Assist: Rubio 7.
L.A. Lakers: Gasol 22 (7/14, 1/1, 5/5 tl), Jamison 18, Nash 17, Bryant 17. Rimbalzi: Gasol 12, Bryant 12. Assist: Bryant 8.