Los Angeles: derby Clippers
Celtics e Thunder si rialzano

NEW YORK (Stati Uniti), 5 gennaio 2013

Chris Paul consegna ai suoi la sfida con i Lakers, cui non bastano i 38 punti di Bryant. Boston a segno dopo 4 k.o. di fila, come Oklahoma. Joe Johnson fa volare Brooklyn, Sacramento ferma Toronto sempre priva di Bargnani. Portland passa a Memphis

Chris Paul, 30 punti, in palleggio contro Bryant (38). Reuters
Chris Paul, 30 punti, in palleggio contro Bryant (38). Reuters

In Nba è la notte del trionfo dei Clippers nell'atteso showdown di Los Angeles contro i Lakers: Kobe Bryant firma la rimonta gialloviola dal -19, Chris Paul sigilla nell'ultimo minuto il successo dei suoi e la supremazia cittadina. E' la notte anche dei canestri decisivi di Joe Johnson, per la quarta vittoria in cinque gare della rinata Brooklyn, e di Kyrie Irving, con il successo di Cleveland a Charlotte, ma anche degli errori decisivi, quelli di Lou Williams e di Rudy Gay, che aprono la via del successo a Detroit e Portland. Boston si toglie di dosso le quattro sconfitte di fila con un +19 su Indiana, i Thunder ripartono con Philadelphia dopo il k.o. interno. Sacramento stoppa il gran momento di Toronto, Houston prosegue il proprio cammino a Milwaukee e Utah espugna Phoenix.

Toronto Raptors–Sacramento Kings 96-105 (tabellino)
Spremendo dal genio e dalla sregolatezza di Cousins il massimo stagionale di punti segnati e il massimo in carriera eguagliato di rimbalzi, Sacramento cambia il copione e vince in casa dei Raptors. I Kings avevano perso 13 delle prime 14 trasferte stagionali, prima di questi due successi di fila, mentre Toronto aveva vinto 8 delle ultime 9 gare subendo 90,4 punti, e cinque di fila in casa, pur priva da 11 partite di Bargnani, da 5 di Valanciunas e da 3 di Kleiza. Ma Sacramento, a sua volta senza Evans, Outlaw e Thornton, è nel momento forse migliore della sua stagione, al quarto successo in cinque gare, sesto nelle ultime nove, e fa sua la partita nella fascia centrale: tra gli ultimi due minuti del primo tempo e i primi cinque della ripresa piazza il 20-0 con i canestri di Thompson, Cousins e Thomas per volare sul 53-66 da cui Toronto (3/20 nel terzo quarto, fino al -19 di inizio quarto periodo) non è mai rientrata se non con un velleitario 9-0 negli ultimi 2'30'' per rientrare da -18 al -9 finale. I Raptors hanno pescato 55 dei loro 96 punti dalla panchina con Lowry e Anderson, in una giornata da 13/35 dei titolari con 3/11 di DeRozan, stridente rispetto al 36/64 da due con cui i californiani sulla distanza hanno controllato la partita.
Toronto: Lowry 24 (1/3, 4/7, 10/12 tl), Anderson 20, DeRozan 14, Calderon 13, Davis 11. Rimbalzi: Davis 13. Assist: Lowry 4.
Sacramento: Cousins 31 (11/18, 9/12 tl), Salmons 20, Thompson 14, Thomas 11. Rimbalzi: Cousins 20. Assist: Thomas 6.

Washington Wizards–Brooklyn Nets 113-115 d2ts (tabellino)
Joe Johnson, con un canestro a sette decimi dalla fine del secondo overtime, da sei metri in allontanamento con due uomini addosso, dà a Brooklyn il quarto successo in cinque partite dopo l'insediamento in panchina di PJ Carlesimo al posto di Avery Johnson. Succede col fiatone dopo 58 minuti di gioco e sul campo della squadra col peggior record Nba, i cui risultati però non rendono merito alle tante gare perse così, solo in volata: per i Wizards è la sconfitta numero 12 nelle ultime 13 gare. Washington, e non fanno più notizia le assenze di Wall, Price, Ariza e Booker, ha il massimo in carriera di 24 punti di Beal, 67 punti totali insieme a Crawford e Nenè, piangendo il brutto 18/31 ai liberi. Acciuffato l'overtime su un gancio di Nenè, che si gira a centro area sulla sirena per pareggiare il canestro di poco prima di Lopez, Washington butta via il 101-93 di vantaggio che aveva a 1'30'' dalla fine del primo supplementare: Crawford fa una persa, 0/2 su azione e 0/2 dalla lunetta, su cui i Nets costruiscono l'11-0, rimediato solo dalla tripla di Beal che (dietro a un blocco di Okafor sulla rimessa con 3''4 da giocare) porta le squadre al secondo overtime. Con Deron Williams a tre rimbalzi dalla tripla doppia anche se impreciso e tanta quantità da Lopez, pur dovendo fare a meno di Watson (ginocchio) e Humphries (caviglia), tra i Nets brilla anche Blatche, amnistiato in estate da Washington dopo 7 controverse stagioni e la contestazione dell'anno scorso: fischiato, chiude con 13 punti e 12 rimbalzi, di cui 6 in attacco. Joe Johnson era reduce dal massimo stagionale di 33 punti nel successo a Oklahoma City.
Washington: Beal 24 (8/15, 2/4, 2/2 tl), Crawford 23, Nenè 20, Webster 14, Okafor 13. Rimbalzi: Okafor e Temple 7. Assist: Temple 11.
Brooklyn: Lopez 27 (8/15, 11/14 tl), Williams 24, Johnson 18, Blatche 13. Rimbalzi: Lopez 13. Assist: Williams 10.

Charlotte Bobcats–Cleveland Cavaliers 104-106 (tabellino)
Con un palleggio, arresto e tiro in faccia a Taylor, Kyrie Irving riporta al successo Cleveland dopo tre sconfitte. E lo fa di forza, con 16 punti nell'ultimo quarto e 14 degli ultimi 16 dei Cavs. Charlotte, alla sconfitta numero 19 nelle ultime 20 gare, ha avuto anche la rimessa per vincere, ma da nove metri Henderson ha tirato sul primo ferro. I Bobcats sono arrivati a giocarsela nel finale dopo essere stati anche a -19 nel terzo quarto: tutti in doppia cifra i tre esterni del quintetto, ma sono quelli della panchina che li fanno rientrare, con l'energia del rientrante Kidd Gilchrist (che pure chiude 3/10), il 12/12 dalla lunetta di Sessions e il solito grande Gordon. Cleveland aveva fatto la gara sulle spalle del 7/13 in coppia di Irving e Miles e, all'ottava gara di fila senza Varejao (ginocchio), trovando sostanza in area con i 19 punti e 13 rimbalzi di Thompson ma anche con la prima da titolare di Zeller (9 punti con 3/8, 5 rimbalzi e 3 stoppate) nel “suo” North Carolina.
Charlotte: Gordon 27 (9/16, 2/4, 3/4 tl), Sessions 20, Henderson 17, Walker e Taylor 11. Rimbalzi: Kidd-Gilchrist 9. Assist: Sessions 6.
Cleveland: Irving 33 (7/14, 3/4, 10/10 tl), Thompson 19, Miles 18. Rimbalzi: Thompson 13. Assist: Irving 6.

Detroit Pistons–Atlanta Hawks 85-84 (tabellino)
Detroit prova in tutti i modi a buttarla via, ma alla fine un tocco di Drummond in recupero sulla tripla dall'angolo di Lou Williams, che sull'ultima rimessa scambia con Horford, permette ai Pistons di conquistare la sesta vittoria in sette gare: unica sconfitta nel frangente, dopo due overtime, proprio contro gli Hawks. Atlanta ha avuto tra le mani il pallone del successo grazie alla rubata di Teague a 4'' dal termine subito dopo aver sperato nel pareggio in quella che sarebbe stata la prima tripla in un anno e dieci mesi di Al Horford, che però pestava la riga e il cui tiro dunque è valso due punti, per l'85-84 poi salvato fino in fondo dalla difesa Pistons. Detroit però ha buttato via un vantaggio anche di 19 punti, costruito sulla grande serata di Daye (già decisivo martedì con Sacramento), e ancora 83-66 a 7' dalla fine: da cui in poi segna un solo canestro in 16 attacchi, con 5 perse, 1/6 da due, 0/4 da tre e 0/2 ai liberi. E' l'85-82 con cui Stuckey, positivo, stoppa il 16-0 che le triple di Korver e Williams avevano completato sul rientro ospite a -1 a 3'13'' dal termine, prima che anche Atlanta si incarti a sua volta in un finale da 1/5 da due (quel canestro di Horford), 0/1 da tre e tre perse. Terzi a Est, gli Hawks avevano vinto cinque delle ultime sei partite ma stavolta sono frenati dai soli 14 punti (3/12) di una panchina ridotta ai minimi dalle assenze, dalle 17 perse (5 Teague) e dai 17 rimbalzi d'attacco concessi, 9 alla coppia composta da Maxiell e Monroe, che compensa così e coi tanti falli subìti l'impreciso 5/14 al tiro. Proprio il maggior numero di possessi ha permesso a Detroit, al quarto successo di fila in casa, di fare la gara in cui ha sbagliato 50 tiri su 85 (2/12 Prince), con 3/15 da tre (0/5 Knight).
Detroit: Daye 20 (7/7, 2/4, 0/1), Monroe 18, Stuckey e Maxiell 10. Rimbalzi: Maxiell 10. Assist: Bynum 5.
Atlanta: Smith 20 (7/13, 1/4, 3/5 tl), Horford 18, Williams 17, Korver 10. Rimbalzi: Horford 15. Assist: Teague 9.

Boston Celtics–Indiana Pacers 94-75 (tabellino)
Boston riparte dalla difesa per riaccendersi dopo aver perso le ultime quattro partite. Indiana è tuttaltro che il miglior attacco della Nba, ma aveva vinto 9 delle ultime 11 partite e i Celtics la tengono a 18 perse e soprattutto al minimo stagionale di 31,8% al tiro (27/85): 4/17 da tre con 0/9 in coppia di Gerald Green e di un George tenuto a 9 punti con un 4/18 al tiro, come 4/18 fa West. Nelle ultime quattro gare Boston aveva concesso 104,5 punti di media (perdendo con 19,7 punti di scarto medio) e il 48,3% da tre. A 13,6 punti nelle ultime sei partite, Pierce non spinge e non ce n'è bisogno: Garnett – prima di farsi espellere per aver colpito al volto Tyler Hansbrough, il miglior Pacer – e Rondo guidano i Celtics, che hanno anche un buon contributo dalla panchina da Sullinger (4 rimbalzi d'attacco) e da Lee (6/9, mentre Terry fa solo 2/8 in 15'). C'è partita solo fino a metà secondo quarto, poi Boston piazza l'11-0 per toccare il 36-23 a 5' dal riposo, esteso fino al 64-44 dopo otto minuti della ripresa e toccando il massimo divario sul 94-70 negli ultimi due minuti. Bradley, alla seconda gara dopo il ritorno, chiude con 3/11 in 23'.
Boston: Garnett 18 (8/16, 2/2 tl), Rondo 18 (9/14, 0/2 tl), Lee e Pierce 13. Rimbalzi: Sullinger 10. Assist: Rondo 7.
Indiana: T.Hansbrough 19 (7/11, 5/8 tl), West 10, George 9. Rimbalzi: West e Hibbert 10. Assist: George e Augustin 4.

Memphis Grizzlies–Portland Trail Blazers 84-86 (tabellino)
Sulla sirena Rudy Gay sbaglia da 7 metri il tiro dell'overtime con la mano in faccia di Batum e Portland riscatta subito la seconda peggior prestazione offensiva stagionale appena segnata a Toronto: solo una volta in dieci gare i Blazers avevano vinto segnando meno di 90 punti. Succede sul campo dei Grizzlies terzultimo attacco Nba, alla quarta sconfitta in sei gare e stavolta anche privi dell'influenzata stella Randolph, ex di turno. In realtà Speights fa di tutto per non farlo rimpiangere con 22 punti e 7 rimbalzi d'attacco e anche Arthur aggiunge 10 punti dalla panchina, ma la serata da 39,5% al tiro alla fine costa cara a Memphis. Di là in realtà, con Lillard tenuto a 11 punti con 5/14, Batum a 4/11 e Aldridge a 5/15, anche Portland non fa molto meglio, con 9 punti dalla panchina e 40,7% di squadra. A condurre i Blazers sono piuttosto le 5 triple di Matthews, 8 in coppia con Batum, e la quantità in area di un Hickson da 19 punti e 11 rimbalzi. Negli ultimi 3'10'', dopo l'82-83 di Gay, nessuno segna più dal campo, ed è la sagra degli errori: sul -3 a 1'30'' dalla fine Memphis ha cinque tiri di fila in 8 secondi in uno stesso possesso e li sbaglia tutti con Conley e Speights; di là fa quasi lo stesso anche Portland sbagliandone tre di fila a 35'' dal termine dopo il riavvicinamento a -1 dei padroni di casa proprio con Speights. Così, a due secondi dal termine, l'1/2 dalla lunetta di Aldridge dà l'84-86 che l'ultimo tiro di Gay non scalfirà.
Memphis: Speights 22 (7/15, 8/8 tl), Gay 19, Gasol 12, Arthur 10. Rimbalzi: Speights 13. Assist: Gasol e Conley 3.
Portland: Matthews 21 (3/6, 5/8), Hickson 19, Aldridge 15, Batum e Lillard 11. Rimbalzi: Aldridge 12. Assist: Lillard 8.

 

Oklahoma City Thunder–Philadelphia 76ers 109-85 (tabellino)
I Thunder tornano in carreggiata e, dopo aver interrotto coi Nets la serie di 12 vittorie casalinghe di fila con il massimo stagionale di punti concessi, torna sulle proprie medie offensive e difensive. Philadelphia è una preda facile, alla decima sconfitta in 13 gare e sotto i 90 punti per la quarta gara nelle ultime cinque giocate: così poco pericolosa (40,5% al tiro), alla quinta sconfitta su 7 in un giro di 8 trasferte che si chiduerà stasera a San Antonio, da costringere Oklahoma City a soli 12 falli. Aggiungendo le 20 palle perse (10 in coppia di Turner e Holiday), non basta per restare in partita l'11/24 da tre di cui 8 dalla panchina, con 5 di Nick Young e 3 di Wright. Viceversa a far volare i Thunder, oltre al lavoro in area di Ibaka e al solito Durant, è il 10/17 da tre (8/10 a inizio ripresa) costruito sull'incredibile 8/8 della coppia Martin-Westbrook: sono loro, con la gara ancora 61-57 a metà terzo periodo, a firmare l'allungo fino al 90-71 a 8'44' dal termine ancora con le triple dell'ex Sacramento e Houston, in un crescendo fino al +27 finale.
Oklahoma City: Westbrook 27 (6/13, 4/4, 3/4 tl), Durant 26, Martin 16, Ibaka 15. Rimbalzi: Ibaka 10. Assist: Westbrook 5.
Philadelphia: N.Young 21 (0/5, 5/7, 6/8 tl), Holiday 15, Wright 11, T.Young 10. Rimbalzi: Hawes 13. Assist: Holiday 9.

Milwaukee Bucks–Houston Rockets 101-115 (tabellino)
Diesel Houston, che dopo essere andata al riposo sul -11, ed essere stata anche a -18 nel secondo quarto, espugna Milwaukee con una ripresa da 68-43. Ribaltato il match con un terzo periodo da 30-14 e coi Bucks ancora addosso sul 90-95 a 6'47'' dalla fine, la travolge qui con tre triple di fila di cui due di Harden, che (alla quindicesima gara di fila oltre quota 20) segna 8 punti nel 13-0 che chiude i giochi sul 90-108 a 4'11'' dal termine. Le tante perse (19 ospiti con 6 di Lin, 25 casalinghe con sette giocatori che ne perdono almeno 3!) alimentano una partita ad alti ritmi tra le due migliori squadre in contropiede della Nba. Ma Milwaukee, che subiva 5,7 triple di media in stagione, incassa 6/7 da oltre l'arco dal solo Delfino, 9/11 in coppia con Patterson dalla panchina dei Rockets, che ne aggiungono un paio anche con Harden e Douglas (e che in realtà hanno anche uno 0/12 complessivo del trio Parsons-Morris-Lin). La differenza è che Houston tira con il 32/50 da due mentre la freschezza Rockets dall'altra parte del campo tiene a 11/34 la coppia Ellis-Jennings, compensata in parte dai 17 rimbalzi d'attacco Bucks di cui 7 di Henson.
Milwaukee: Jennings (4/12, 2/3, 2/2 tl), Ellis e Dunleavy 12, Henson Ilyasova e Udrih 11, Udoh 10. Rimbalzi: Henson 15. Assist: Ellis e Jennings 7.
Houston: Harden 29 (9/14, 2/4, 5/7 tl), Delfino 22, Douglas e Patterson 18, Asik 13. Rimbalzi: Asik 8. Assist: Lin, Harden e Parsons 7.

Phoenix Suns–Utah Jazz 80-87 (tabellino)
Utah espugna Phoenix appoggiandosi alla concretezza incomparabilmente superiore in area, dove il suo trio di lunghi segna 50 degli 87 punti di squadra, e costringendo i confusionari Suns a 20 palle perse (in quattro ne perdono almeno 3, Dudley 6). Proprio su due perse e un errore di Dudley e su due errori di Dragic, i Jazz costruiscono con 8 punti di Jefferson il 10-0 che a metà quarto periodo vale la doppia cifra di margine. Phoenix tornerà al massimo a -7 all'inizio del quarto periodo, prima di crollare 66-81 a metà quarto e 70-87 a 2'48'' dalla fine, chiudendo poi con un inutile 10-0. Senza il play titolare Mo Williams per un altro mese e mezzo, Utah mette fieno in cascina dopo aver perso 7 delle precedenti 10 gare, e 4 delle ultime 5 trasferte. Phoenix aveva appena interrotto 48 ore prima con Philadelphia una serie di sei sconfitte di fila.
Phoenix: Gortat 18 (7/9, 4/6 tl), Dragic 17, Dudley 16, Scola 15, Telfair 10. Rimbalzi: Gortat 11. Assist: Dragic 6.
Utah: Jefferson 21 (8/17, 5/5 tl), Millsap 19, Hayward 14, Foye 13, Favors 10. Rimbalzi: Millsap 10. Assist: Watson 8.

Los Angeles Clippers–Los Angeles Lakers 107-102 (tabellino)
Los Angeles è rossa e blu. Nell'anno dei valori rovesciati, l'eroe della stracittadina è Chris Paul, che con gli 8 punti finali dei suoi (e 6/6 dalla lunetta) negli ultimi 67'' sigilla il successo dei Clippers, che avevano visto rientrare da -19 a -2 i Lakers, che perdono la terza delle ultime quattro partite, con la serie di cinque vittorie di fila ormai lontana. Kobe Bryant chiude una partita di pulizia e qualità estreme (anche 5 palle recuperate) con un quarto periodo da 16 punti, ma troppo solo (l'unica spalla è un Meeks da 7 punti negli ultimi 4') per recuperare una voragine così ampia, nell'ultimo minuto sbaglia due triple e di là Paul punisce. I Clippers, all'undicesimo successo casalingo consecutivo (eguagliato il record di 33 anni fa quando la franchigia era a San Diego), tornano al successo dopo aver perso le ultime due partite, ritrovando l'attacco dopo il 38,5% e il 36,4% nelle ultime due gare intorno ai suoi leader: anche Griffin è super nel giorno in cui manca il top scorer Crawford (infortunato al piede a Denver) ma la panchina continua comunque a garantire se non punti almeno efficacia, soprattutto con gli ex Odom e Turiaf in campo. Tra i gialloviola, con Nash direttore d'orchestra e un Howard di discreta energia (15 rimbalzi, ma 4 perse e 5/11 dalla lunetta, uscirà per falli), tradiscono World Peace e Gasol, che in due fanno 2/12 al tiro con 0/6 da tre in una giornata da 6/25 di squadra (22,5% da tre nelle ultime tre gare per i gialloviola): a D'Antoni va molto meglio con Jordan Hill in campo. Di là i Clippers fanno 42,9% da tre e, visto anche il lavoro a rimbalzo di Jordan, Odom e Bledsoe, solo i 31 falli casalighi permettono ai Lakers di arrivare a giocarslea nel finale. Ma è l'unico modo per provare a fermare il rientro, dopo che la gara l'aveva fatta la squadra di Del Negro: scappata con un 10-0 sul 37-22 dopo 2'30'' del secondo quarto, e poi 42-24 con le triple di Barnes, aveva visto rientrare i Lakers a -4 a tre minuti dal riposo e sul 61-58 a inizio ripresa con le triple di Nash. Ma un nuovo 9-0 con un Griffin da 10 punti in 8', capace anche di innescare Green, aveva ridato il controllo ai Clippers fino al 92-73 dopo 1'30'' del quarto periodo sulla tripla di Odom. Qui però arriva il blackout, con soli 7 punti e due canestri in quasi 10' per i padroni di casa, che infilano nel frangente un 1/10 da due, 1/3 da tre e due perse: mancata la terra sotto i piedi, mandano in lunetta i gialloviola, che tornano fino al 99-97 con il tiro in sospensione di Bryant contro Barnes a 1'29'' dal termine poco dentro la linea del tiro da tre. Qui però Kobe sbaglia e Paul no: Clippers in trionfo.
LA Clippers: Paul 30 (10/21, 1/4, 7/7 tl), Griffin 24, Green 10. Rimbalzi: Jordan 9. Assist: Paul 13. LA Lakers: Bryant 38 (14/19, 1/6, 7/8 tl), Howard 21, Meeks 14, Hill 13, Nash 12. Rimbalzi: Howard 15. Assist: Nash 10.

Giuseppe Nigro© RIPRODUZIONE RISERVATA
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