il ritratto
Auguri Agostini: il "Maestro" che cambi¨° le corse e domin¨° la moto
E¡¯ nato a Brescia il 16 giugno del 1942 da mamma Maria Vittoria, dunque Giacomo Agostini taglia il traguardo degli 80 anni. Agostini ¨¨ la leggenda vivente del motociclismo con i suoi 15 titoli mondiali (8 nella 500 e 7 nella 350), con 122 gare iridate vinte (123 precisa sempre Agostini ricordando l¡¯ultima in 750 nel 1977 al Nurburgring), 159 podi in 230 gare mondiali (oltre i 5 in 750), pi¨´ 18 titoli italiani e 331 vittorie in gare titolate. Agostini ¨¨ stato il pilota pi¨´ vittorioso e completo, ha rivoluzionato l¡¯epopea del motociclismo dei ¡°giorni del coraggio¡± aprendo la strada delle corse show-business di oggi.?
fin da giovane un simbolo
¡ª ?Sin da juniores, sulle 175 monocilindriche aste e bilancieri Morini Rebello e Settebello, e poi con le moto GP ¡°duemmezzo¡± e con le pluricilindriche 4 tempi e 2 tempi 350, 500, 750, Agostini ¨¨ stato corridore completo, senza deficit tecnici e agonistici, un vincente. Un campione-star, senza spocchia e mai apparentemente fuorigiri, in un ambiente di forti tensioni non privo di isterismi. Agostini ¨¨ stato il corridore giusto al momento giusto, togliendo al motociclismo la muffa accumulatasi dal 1957 dopo l¡¯addio alle corse delle grandi Case italiane ed europee e facendogli rivivere una seconda giovinezza, all¡¯altezza dei tempi. E chi a Monza, nelle prove del GP delle Nazioni del settembre ¡®63, non sapeva chi fosse quel ragazzino spaesato che il patron Alfonso Morini aveva messo accanto al mitico Tarquinio Provini per dar man forte nella sfida alla Honda di Jim Redman nella sua corsa al titolo mondiale 250 e sotto sotto ghignava certo che lo sconosciuto bergamasco avrebbe fallito la grande prova del debutto, si dovr¨¤ presto ricredere.?Poi, passato il 1964 con il dominio nel tricolore 250 Grand Prix con la ¡°monocilindrica pi¨´ veloce del mondo¡± (Morini) e entrato nel 1965 alla MV per volont¨¤ del conte Agusta, sar¨¤ lo stesso number one di Cascina Costa Mike Hailwood, dall¡¯alto della sua classe e del suo palmares, a riconoscere nel nuovo compagno di squadra il suo principale sfidante. Ago dimostrer¨¤ ben presto che sar¨¤ proprio lui l¡¯avversario da battere diventando poi il corridore simbolo di quel motociclismo, anzi di tutto il motociclismo.?
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pignoleria e rispetto
¡ª ?A differenza di tanti corridori della sua epoca, Agostini non veniva dall¡¯officina, ma era tecnico d¡¯intuito, di una pignoleria senza scampo che nel suo box non faceva sconti a nessuno, pur sapendo con chi avesse a che fare, gente di gran pedigree e qualit¨¤, prima alla Morini, poi alla MV Agusta, infine alla Yamaha. Per lui l¡¯errore era un'eccezione non perdonabile, ma diventava sempre l¡¯occasione per migliorare se stesso e la squadra. Nelle corse, di solito, sin dai tempi di Nuvolari, era sempre stata la squadra a dare sicurezza al pilota: con Agostini era l¡¯opposto. Ago sapeva farsi rispettare e sapeva farsi piacere anche quando in pista non aveva avversari, non perch¨¦ scarsi di manico, ma privi di moto all¡¯altezza. Un altro pilota che non fosse stato Agostini, in quelle corse dove per pi¨´ stagioni il secondo prendeva un giro e il terzo due giri, sarebbe stato in grado di far rimanere il motociclismo al top degli sport mondiali? Non c¡¯era solo lui, si dir¨¤. Vero. Ma era lui, e solo lui, per un decennio e passa, il ¡°re della foresta¡±. Nel motociclismo, sin dai primordi, il tifo c¡¯era sempre stato, anche ruvido e non privo di fanatismo. Per anni, Agostini si ¨¨ preso tutto quel che c¡¯era da prendere in pista e fuori, con stile e con la tipica ¡°generosit¨¤¡± del campione di rango facendo s¨¬ che persino i suoi avversari beneficiassero in qualche modo di un po¡¯ di quella luce portata sulle piste dal fuoriclasse bergamasco. Agostini ha avuto la capacit¨¤ di stupire facendo diventare ¡°normale¡± il moltiplicarsi delle vittorie e dimostrando che lo show del motociclismo non era quello della corrida, ma il passo-martello in una corsa da 300 km, il tocco da magia di un giro record, specie quando le medie sul giro volavano oltre quelle dell¡¯odierna MotoGP, con quelle moto, con quelle gomme, con quel guard-rail a un palmo dal naso, oltre i 250 km/h. I ¡°corpo-a-corpo¡± con i super campioni dell¡¯epoca non sono certo mancati e anche in quelle corse da cardiopalma Agostini ha sempre dimostrato chi fosse, mai finendo di stupire. S¨¬, di stupire e appassionare sempre, dalla prima corsa all¡¯ultima.?
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disciplina e immagine?
¡ª ?Non ¨¨ mai andato al traino di nessuno e, sebbene sia stato detto e scritto pi¨´ volte, non ha mai avuto maestri neppure agli inizi da ¡°seniores¡±: n¨¦ Tarquinio Provini a fine ¡¯63 nel suo debutto mondiale a Monza con la Morini 250; n¨¦, sempre con le bialbero duemmezzo bolognesi, Silvio Grassetti agli inizi del ¡¯64 quando il pesarese fu costretto a chiudere anzitempo il conto aperto con Mino abbracciando una pianta a Milano Marittima per il blocco del freno anteriore della monocilindrica emiliana; n¨¦ Mike Hailwood nel ¡¯65 impegnato ad aumentare il carniere dei suoi titoli mondiali e gi¨¤ pronto al salto dalla MV alla Honda. Dopo, dal primo titolo mondiale 500 del 1966 e dai successivi filotti iridati, il ¡°maestro¡± diventa lui e nessuno in squadra e in pista sarebbe stato in grado di insegnarli pi¨´ niente. Questo per dire che Agostini non ¨¨ stato al traino di nessuno e non ha avuto bisogno di risorgere perch¨¦ nella sua carriera non ¨¨ mai caduto. E¡¯ stato, dunque, campione anche nella fortuna. In un¡¯epoca dove ogni caduta poteva essere fatale, i suoi soli 7 incidenti in 16 anni di corse non hanno mai avuto conseguenze, n¨¦ fisiche, n¨¦ mentali. Ma Agostini ci ha messo del suo anche in questo, unendo al talento naturale una maniacale precisione per il proprio stato di forma psicofisica, per i dettagli tecnici di moto e piste e quella fondamentale straordinaria capacit¨¤ psicologica di penetrare nelle difese degli avversari, e dunque di batterli. Agostini ¨¨ stato il primo corridore a lavorare su se stesso, imponendosi una disciplina mentale e fisica mai vista prima nel motociclismo, capace anche di promuovere la propria immagine a livello manageriale, avviando professionalmente l¡¯era della comunicazione e dello sponsoring, una rivoluzione e un bene per l¡¯intero comparto del Motorsport. Agostini ha portato aria e linfa nuove di cui tutto il ¡°sistema moto¡± ha beneficiato fino ai giorni nostri. E¡¯ vero che Agostini ha pilotato sempre moto ufficiali, le pi¨´ competitive: non ¨¨ stato lui a chiederle, sono state sempre le grandi Case a chiamarlo affidandogli i loro bolidi. Quei bolidi che, a differenza di altri piloti, Agostini ha sempre saputo condurre alla vittoria o, comunque, al massimo della loro competitivit¨¤. Agostini, per le stesse Case, era una certezza, una garanzia di vittoria contribuendo al consolidamento del prestigio del marchio. Sin dagli inizi, Agostini ¨¨ stato definito un corridore dal ¡°viso d¡¯angelo¡±, con gli occhi del predatore, per¨°: e con gli artigli sempre ben affilati. E, se non ¨¨ eccessivo l¡¯epiteto di saggezza per un pilota, chi se non a Giacomo Agostini va anche questo titolo? E¡¯ lui, certamente, il ¡°maestro¡± del motociclismo. Quando la sua stella comincia a calare e per due stagioni la vittoria e il podio diventano una chimera, il 25 settembre 1977, a 35 anni, annuncia l¡¯addio. ¡°Io corro per vincere ¨C spiega Agostini - e se non sono pi¨´ in grado di battermi per questo, vuol dire che ¨¨ l¡¯ora di attaccare il casco al chiodo¡±.?
artista ed emblema delle corse
¡ª ?Chi l¡¯ha visto correre sui circuiti dal vero per 16 anni, dal 1961 al 1977, sa di essere stato fortunato, un po¡¯ come chi a fine del 1200 e agli inizi del 1300 avesse visto all¡¯opera Giotto. Agostini pitturava le curve come Giotto i quadri. E come Giotto ¡°rimut¨° l¡¯arte del dipingere¡± il fuoriclasse bergamasco mut¨° ¡°l¡¯arte di correre in motocicletta¡±. Ed ¨¨ questo il motivo che va oltre il palmares dei 15 mondiali vinti se a tutt¡¯oggi, dopo un quarto di secolo dall¡¯ultima sua corsa, Giacomo Agostini resta il corridore emblematico chiamato come ospite carismatico ovunque : dal revival di una Trento-Bondone in salita o di un GP iridato ai salotti televisivi e del belmondo. Agostini ¨¨ un mito vivente la cui storia racconta in profondit¨¤ quel motociclismo che chiudeva l¡¯epoca del dopoguerra e che si intreccia con il motociclismo di oggi infondendogli quell¡¯intensit¨¤ epica di cui necessita. Quelle corse non avevano la copertura mediatica e televisiva odierna e i pi¨´ tifavano ¡°per fede¡±. Da una parte sempre e solo lui, Ago; dall¡¯altra i suoi principali rivali: Provini, Grassetti, Venturi, Pasolini, Bergamonti, Hailwood, Redman, Read, Saarinen, Roberts, Sheene. Agostini sempre al centro, con il suo zoccolo duro di tifosi diventato anno dopo anno, nel mondo, un mare di fan di ogni et¨¤ ed estrazione sociale. Dopo i grandi duelli, dalla mototemporada italiana al motomondiale, l¡¯indomani la gente leggeva sulla Gazzetta dello Sport il racconto che si tramutava in leggenda. Magari pochi avevano visto dal vero, in pista, la corsa: ma tutti sapevano, perch¨¦ il racconto correva di voce in voce. Per i fanatici delle statistiche quel che c¡¯¨¨ scritto sopra sui titoli e sulle gare vinte da Agostini ¨¨ tanta roba, ma l¨¬ non c¡¯¨¨ il ¡°racconto¡±. La grandezza di Giacomo Agostini non sta (solo) nei numeri delle vittorie. Quando mancava l¡¯avversario in sella a una moto competitiva, Agostini si misurava con un avversario ancor pi¨´ ostico: quel cronometro che in mano al Conte Agusta diventava lo strumento decisivo. Quando l¡¯avversario ¨¨ il tempo sul giro, magari il giro record stabilito l¡¯anno prima da se stesso, si va oltre la vittoria di una gara. ¡°La vita va veloce, pi¨´ forte di me quando battevo avversari e record della pista ovunque¡±, confessa con il suo abituale saggio-humor, l¡¯eterno ragazzo Giacomo Agostini. Dagli inizi dello sport, e in particolare dello sport dei motori a due ruote, c¡¯¨¨ sempre stata una gara nella gara, una corsa oltre la corsa in cui l¡¯avversario ¨¨ nient¡¯altri che se stesso. L¡¯indiscutibile superiorit¨¤, la grande e ripetuta vittoria solitaria - altro 'topos' di Agostini capace di infliggere un giro al secondo arrivato - sono ancora un altro modo per parlarci di cosa fu, cos¡¯¨¨, cosa sar¨¤ sempre un vero trionfo.
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