Quarta gara consecutiva oltre i 40 punti per Bryant, che sta diventando irreale, ma la prima "Battle of L.A." se l'aggiudicano i rinnovati Clippers. Nella notte Oklahoma City passeggia contro New York, Indiana domina i Celtics, continuano a vincere Philadelphia e Utah (nella sera del ritorno di Deron Williams da avversario).

I Clippers ringhiano su Kobe Bryant. Ap

Los Angeles Clippers-Los Angeles Lakers 102-94
Dopo "l'affaire Chris Paul" e lo scambio non approvato dalla Lega (per portarlo ai Lakers), questa era una delle partite più attese della stagione. I Clippers (6-3) dovevano dare una prova di forza, e ci riescono nonostante la quarta partita consecutiva di Kobe Bryant oltre i 40 punti. Gli aggettivi per lui sono ormai esauriti, anche perché le sue percentuali dal campo continuano a essere ottime, tenuto conto del numero dei tiri e del polso infortunato (che va sempre sottolineato). I Clippers la giocano come una squadra davvero forte, con personalità: avanti di 10 con un 2+1 di Paul a 1 secondo dalla fine del primo quarto (31-21 prima del buzzer-beater di Darius Morris), i padroni di casa respingono tutti i tentativi di rimonta dei Lakers, toccando anche il +14 con Griffin (67-53 a 5'37 dall'ultima pausa) dopo le triple di Billups e Paul. Bryant segna 21 punti, però, nel solo terzo quarto e riporta i suoi a -2 (74-72 a 31 secondi dalla fine del terzo quarto). Randy Foye inizia l'ultimo quarto con una tripla per i Clippers, che mantengono il controllo dei nervi e della partita e tornano ad avere un ampio vantaggio a 4'01 dalla fine. Solo che Chris Paul, segnando il tiro del 95-82, si procura un infortunio muscolare alla gamba sinistra, e deve lasciare il campo. Vedremo quanto e se dovrà rimanere fuori nelle prossime gare.

L.A. Clippers: Paul 33 (9/18, 3/4, 6/6 tl), Griffin 22, Billups 19, Butler 13, Foye 10. Rimbalzi: Griffin 14. Assist: Paul 6.
L.A. Lakers: Bryant 42 (12/23, 2/5, 12/14 tl), Gasol 14, Bynum 12. Rimbalzi: Bynum 16. Assist: Bynum, Bryant, Fisher e Morris 4.

Oklahoma City Thunder-New York Knicks 104-92
Non c'era Carmelo Anthony tra i Knicks (6-6), e non c'è stata nemmeno la partita. I Thunder (11-2) sono micidiali e segnano 70 punti nei primi due quarti (contro i 47 degli ospiti), facendo notare tutta la differenza di chimica, più che di talento, che esiste tra queste due squadre. Di certo New York non ha uno come James Harden che esce dalla panchina, ma nessuno (probabilmente) ha un giocatore come Kevin Durant, che oggi ha magnificato la sua capacità di segnare molto senza esagerare col numero di tiri (28 su 13 tentativi dal campo in 28'!). Gara che ha poco da dire, quindi, ma che conferma i momenti delle due squadre. I Thunder vanno come un treno, i Knicks ancora sono alla ricerca di una vera identità.

Oklahoma City: Durant 28 (9/11, 1/2, 7/7 tl), Harden 24, Westbrook 21. Rimbalzi: Westbrook 8. Assist: Westbrook 8.
New York: Stoudemire 14 (7/19), Chandler 14 (3/3, 8/8 tl), Douglas 14 (5/7, 0/3, 4/4 tl), Balkman 12. Rimbalzi: Chandler e Walker 7. Assist: Shumpert, Bibby, Walker e Stoudemire 3.

Un duello tra Rondo e Granger. Ap

Indiana Pacers-Boston Celtics 97-83
Tirare con il 37.2% contro i Celtics (4-7), in tempi recenti, avrebbe significato sicura sconfitta. Invece i Pacers (9-3) continuano a vincere e rimanere nelle prime posizioni della Eastern Conference. Indiana scappa via definitivamente con un 9-0 nel terzo quarto iniziato da 4 punti di Collison (11 nel periodo) e chiuso da 5 di Granger (78-60 a 1'43 dall'ultima pausa), mentre Boston tira fuori un 7/22 in questa frazione e lascia ai padroni di casa il controllo della partita. I Pacers cavalcano l'onda dell'entusiasmo e si riscoprono competitivi, dunque. I Celtics, dal canto loro, con l'età media di un quintetto base comprendente Garnett, Allen, Pierce e O'Neal fanno fatica, oggi, a immaginarsi un futuro. E le assenze di Wilcox e Daniels non possono essere una scusa.

Indiana: Granger 21 (7/13, 1/6, 4/4 tl), Collison e George 17, Hibbert 11. Rimbalzi: Hibbert 9. Assist: Collison 4.
Boston: Garnett 21 (10/19, 1/2 tl), Pierce 21 (3/8, 2/4, 9/10 tl), Bass 10. Rimbalzi: O'Neal 12. Assist: Rondo 9.

Houston Rockets-Portland Trail Blazers 107-105 dts
Dopo aver condotto anche di 14 punti nel secondo quarto (50-36 firmato Budinger a 3'34 dall'intervallo), e ancora avanti di 10 a 1 minuti dalla fine del terzo (con Hill, 84-74), i Rockets (5-7) devono sudare fino al supplementare per piegare la forza mentale dei Blazers (7-5), costretti alla terza sconfitta consecutiva nonostante il miglior Batum della stagione. LaMarcus Aldridge, infatti, risponde alla tripla di Lowry e segna il tiro del 97-97 dalla media distanza, rimandando tutto all'overtime dopo l'errore dello stesso Lowry allo scadere. Nei 5' aggiuntivi Kevin Martin si inventa il +3 appoggiando al tabellone il 103-100 a 31 secondi dalla fine, poi chiude sempre lui dalla lunetta (4/4 negli ultimi 9 secondi) rendendo vana l'ultima tripla di Batum per il provvisorio -2.

Houston: Lowry 33 (10/21, 3/5, 4/5 tl), Martin 28, Budinger 18. Rimbalzi: Dalembert 12. Assist: Lowry 9.
Portland: Batum 29 (3/8, 6/7, 5/6 tl), Aldridge 22, Felton 13, Crawford e Smith 11, Wallace 10. Rimbalzi: Aldridge 10. Assist: Aldridge e Felton 5.

Atlanta Hawks-Minnesota Timberwolves 93-91
Nonostante le numerose assenze importanti da entrambe le parti (Horford per la stagione, McGrady non ancora rientrato per gli Hawks, Beasley e Barea rimasti a casa per i T'Wolves), ne nasce una partita molto combattuta e interessante, con Ivan Johnson capace di ergersi a protagonista inatteso. Con la 12esima partita da almeno 30 punti per Kevin Love, e l'ennesima prestazione da protagonista di Ricky Rubio, Minnesota (4-8) arriva fino al +18 (71-53) a 3'40 dalla fine del terzo quarto. Poi, Atlanta (9-4) inserisce i muscoli di Jason Collins e Ivan Johnson per provare a limitare lo strapotere di Love a rimbalzo e chiudere le falle in difesa: funziona, e ne nasce un parzialone di 23-2 chiuso dalle tre triple di Green (2) e Radmanovic nei primi due minuti dell'ultimo quarto (Green fa 73 pari a 9'52 dalla fine). Si va punto a punto fno alla fine: Ivan Johnson fa +3 a 38 secondi dal termine (91-88), Rubio pareggia con la tripla 10 secondi più tardi. Possesso per Atlanta: Smith si prende la tripla e la sbaglia, ancora Ivan Johnson batte Love a rimbalzo e si guadagna i liberi della vittoria a 4 secondi dalla sirena. Love prova a replicare da fuori allo scadere, ma non va.

Atlanta: J. Johnson 25 (5/14, 3/6, 6/7 tl), Teague 20, Green 10, I. Johnson 10. Rimbalzi: I. Johnson 11. Assist: Teague 10.
Minnesota: Love 30 (12/22, 0/4, 6/6 tl), Rubio 18 (5/12, 2/3, 2/2 tl), Ellington 13. Rimbalzi: Love 13. Assist: Rubio 12.

Dallas Mavericks-Sacramento Kings 99-60
I Dallas Mavericks (8-5) non si fermano più, e fanno polpette dei Knicks (4-9), arrivati nella loro peggior versione stagionale. Agli ospiti mancava Chuck Hayes, d'accordo, ma soprattutto è mancato l'impatto sulla partita di Tyreke Evans (1/8 e 4 perse in 31 minuti). Keith Smart si è voltato verso la panchina per cercare energie nuove: il trio di esterni composto da Fredette, Thomas e Garcia lo ha ripagato con un 2/17 al tiro. I Kings chiudono con 25.6% dal campo, con 2/21 nel tiro da fuori, semplificando al massimo il lavoro dei campioni Nba in carica, che festeggiano nel più semplice dei modi il rientro di Jason Kidd.

Dallas: Terry 21 (6/9, 2/4, 3/3 tl), Carter 16, Nowitzki 14, Marion 10. Rimbalzi: Marion 8. Assist: Kidd 6.
Sacramento: Thornton 14 (3/7, 1/7, 5/5 tl), Cousins 12, Thompson 9. Rimbalzi: Cousins 10. Assist: Evans e Salmons 3.

Washington Wizards-Philadelphia 76ers 90-103
Washington (1-11) e Philadelphia (9-3) si ritrovano dopo appena 24 ore, ma il risultato non cambia. I 76ers continuano a essere troppo forti per questi Wizards, che non vedono la luce (Blatche sempre fuori) e continuano a perdere. Wall (anche 9 rimbalzi) va vicino alla tripla-doppia, ma bisogna contare anche le 8 palle perse e una squadra che (non solo per colpa sua, ovviamente) non gira affatto. Philadelphia fa registrare un 54-34 combinando secondo e terzo quarto, altrimenti detto i 76ers prendono possesso della partita nella parte centrale. Iguodala fa segnare il suo massimo stagionale nei punti. La statistica chiave è quella delle palle perse: 18 per Washington (che fruttano 27 punti agli ospiti), solo 7 per Philadelphia (per 6 punti concessi).

Washington: Young 27 (9/15, 2/7, 3/4 tl), McGee 23, Wall 19. Rimbalzi: McGee 18. Assist: Wall 9.
Philadelphia: Williams 24 (3/6, 4/6, 6/6 tl), Iguodala 23, Young 18, Holiday 13, Brand 12. Rimbalzi: Iguodala 7.

Al Jefferson a canestro per Utah. Ap

Utah Jazz-New Jersey Nets 107-94
Poteva andare decisamente meglio il ritorno di Deron Williams a Salt Lake City, dopo lo scambio che lo ha portato ai Nets lo scorso 23 febbraio. Il playmaker ospite chiude con 3/15 al tiro, e la sua squadra naufraga sotto i colpi dei lunghi di casa (64-26 il totale dei punti in area a favore dei Jazz). Utah (7-4) continua il suo ottimo inizio di stagione senza fare troppo rumore, non concede un solo vantaggio agli ospiti e tocca il massimo margine sul +23 a 8'34 dalla fine della partita (94-71), dopo che Howard e Millsap avevano respinto un tentativo di rimonta ospite (parziale di 6-1 dopo la tripla di Brooks per il -10 a 4'24 dall'ultima pausa, 74-64). Cosa volere di più?

Utah: Jefferson 20 (9/16, 2/2 tl), Millsap 18, Miles 17, Bell 12, Hayward 10. Rimbalzi: Millsap 12. Assist: Harris e Watson 6.
New Jersey: Humphries 18 (8/11, 2/3 tl), D. Williams 16, Farmar 13, Brooks e Gaines 11. Rimbalzi: Humphries 10. Assist: D. Williams 5.

Charlotte Bobcats-Golden State Warriors 112-100
Paul Silas non ha ancora a disposizione Corey Maggette, mentre D.J. White è fuori per motivi personali. Poco male, il coach decide che per invertire la rotta (dopo 6 k.o. consecutivi) bisogna cambiare qualcosa: Kemba Walker in quintetto, dunque, e Boris Diaw parte dalla panchina (dopo 235 gare iniziate di fila, record della franchigia). Il rookie da Connecticut risponde con un primo quarto da 15 punti e 5/6 al tiro, dimostrando la sua personalità oltre al suo talento: dopo 12' i Bobcats (3-10) sono avanti 38-25 (massimo stagionale di punti segnati in un quarto). I Warriors (3-8, sempre senza Curry) non rientrano più in partita, se non alla fine con la tripla di Monta Ellis (103-96 a 2'49 dal termine): assalto respinto, però, proprio da Walker, che con 4 punti consecutivi permette ai suoi di iniziare l'ultimo minuto con 10 punti di vantaggio (109-99).

Charlotte: Henderson 26 (9/16, 0/1, 8/12 tl), Walker 23, Mullens 20, Augustin 16. Rimbalzi: Mullens 7. Assist: Augustin 7.
Golden State: Lee 24 (11/18, 2/3 tl), Ellis 18, Wright e Robinson 12. Rimbalzi: Lee 16. Assist: Ellis 6.

ALL STAR GAME: VOTA MAGO E GALLO — A Orlando, dal 24 al 26 febbraio, potrebbe esserci una storica prima volta. Un italiano con i più grandi della Nba. Non è un sogno, e tutti possono contribuire a spingere Andrea Bargnani e Danilo Gallinari votando direttamente sul sito della Nba. Si può fare una volta al giorno da qui fino al 31 gennaio.