Andrea Bargnani, 26 anni: ha 19.5 punti di media. Reuters

Finisce in anticipo la stagione 2011-12 di Andrea Bargnani, fermato dai suoi Raptors per evitare che i problemi al polpaccio sinistro che gli hanno condizionato tutta l’annata diventino più seri. Marco Belinelli parte dalla panchina nella vittoria di New Orleans su Utah, un regalo al nuovo proprietario Tom Benson. Denver finisce k.o. a Los Angeles, versione Lakers, e Danilo Gallinari non riesce a incidere.

Toronto Raptors-Boston Celtics 84-79
Andrea Bargnani getta la spugna. La più sfortunata stagione della quinquennale esperienza Nba del Mago finisce con 6 gare in anticipo, chiusa per precauzione per evitare che i cronici problemi al polpaccio sinistro, di cui l’azzurro ha sofferto per tutto l’anno, si trasformino in qualcosa di più serio. D’altronde Toronto (21 vinte-39 perse) non ha più nulla da chiedere alla sua stagione, se non ottenere la posizione più favorevole possibile nel draft del prossimo giugno. Bargnani si era fermato nuovamente domenica, a 4’03” dal riposo della sfida tra i Raptors e Oklahoma City, per un risentimento al polpaccio sinistro, lo stesso che gli era già costretto 26 gare di stop. Il Mago è rimasto ai box nelle successive due gare mentre veniva sottoposto ad accertamenti: “Visti i risultati dei nuovi esami e il ripresentarsi dei sintomi precedenti è stato deciso che Bargnani non giocherà più nel 2011-12 per evitare ulteriori rischi” hanno fatto sapere i Raptors. Per l’azzurro l’annata si chiude con 31 partite a 19,5 punti di media e 13 gare sopra quota 30 punti. Il primo problema al polpaccio, l’11 gennaio, aveva tenuto il 26enne azzurro fuori per due settimane; poi, appena due gare dopo il rientro (due grandi performance a 30,5 punti di media) il nuovo stop, questa volta più grave, e la decisione dello staff medico dei Raptors di scegliere l’approccio morbido. Bargnani è rientrato in campo il 10 marzo a Detroit (una delle sue 4 gare stagionali con meno di 10 punti) e aveva avuto bisogno di qualche partita prima di tornare ai livelli pre infortunio. Ma nelle ultime apparizioni (24 punti di media nelle 6 partite prima del nuovo k.o.) sembrava aver ritrovato il ritmo giusto: poi, contro Oklahoma è arrivato il risentimento che ha convinto lui e lo staff di Toronto a chiudere la stagione. I Raptors hanno dato l’annuncio dello stop prima della gara con Boston (34-25), stesa a sorpresa all’Air Canada Centre ritrovando la vittoria dopo 4 sconfitte di fila. Oltre a Bargnani i Raptors erano privi anche di Calderon, ma dopo aver chiuso il primo tempo sotto 36-30 sono riusciti a fare la differenza nel terzo quarto, con DeRozan scatenato che infila 13 punti e lancia Toronto al 57-47 alla sirena, diventato 72-57 a 5’56” dalla fine. Boston però dimostra perché è una delle squadre più in forma dell’Nba (veniva da 9 vittorie nelle 11 precedenti apparizioni) e con i punti di Pierce e gli assist di Rondo (ventesima gara di fila in doppia cifra) torna sotto fino a 78-77 con 20” da giocare. Toronto però trova grazie ai liberi di DeRozan i punti per rimanere davanti.
Toronto: DeRozan 22 (3/11 da due, 1/3 da tre, 13/13 tiri liberi), Kleiza 17, Anderson 12. Rimbalzi: Davis 12. Assist: Uzoh 5.
Boston: Pierce 18 (3/8, 3/7, 3/3 tl), Bradley 15, Garnett 13. Rimbalzi: Garnett 12. Assist: Rondo 12.

Marco Belinelli, guardia dei New Orleans Hornets. Afp

New Orleans Hornets-Utah Jazz 96-85
Un successo per celebrare l’arrivo di un nuovo proprietario. New Orleans (17-42) festeggia battendo in casa Utah (31-29) l’ingresso nel capitale azionario di Tom Benson, 84enne già proprietario dei New Orleans Saints di football diventato con 338 milioni di dollari proprietario anche della squadra di basket della Big Easy. “Ci aspettiamo che questa possa diventare una delle franchigie più importanti della lega, altrimenti non mi interesserebbe essere coinvolto - ha chiarito Benson -. Questa è una cosa buona e sono contento di farne parte”. Benson, nativo di New Orleans e proprietario dei Saints dal 1985, ha acquistato la squadra direttamente dall’Nba, che ne aveva preso il controllo nel dicembre 2010 anche per evitare l’arrivo di nuovi padroni desiderosi di far cambiare città al team. Per uno strano scherzo del destino l'era Benson è iniziata con una sfida contro i Jazz, la franchigia fondata nella Big Easy che ha lasciato la città del jazz nel 1979. La vittoria contro Utah, la seconda consecutiva, arriva grazie al ritorno di Eric Gordon, di nuovo a disposizione dopo due partite di assenza per un problema alla schiena: l’ex Clippers infila 10 punti nell’ultimo quarto, compresi gli 8 finali del 13-0 con cui New Orleans costruisce un vantaggio di 12 punti a 2’18” dalla fine. Il rientro di Gordon significa però il ritorno in panchina di Marco Belinelli, che era salito sopra quota 20 in entrambe le gare da titolare. L’azzurro gioca comunque quasi 22’, compreso tutto l’ultimo quarto (torna in panchina a 46” dalla fine), in cui produce 5 dei suoi 7 punti e infila una tripla nel break decisivo. Gli Hornets chiudono col 55,1% al tiro ma il match vive sempre su binari di equilibrio: Utah chiude il primo quarto avanti 28-24 grazie a 14 punti di Millsap, che sulla sirena dell’intervallo firma il canestro che rispedisce le due squadre negli spogliatoi appaiate a quota 47. Kaman ci mette 10 punti nei primi 4’ della ripresa ma la fuga dei padroni di casa non riesce, anche se l’ultimo periodo comincia con New Orleans avanti 73-70, vantaggio che Belinelli estende a 5 punti col suo secondo tiro a bersaglio della gara. Utah però si ritrova e a 5’30” dalla fine è avanti 82-81 con Tinsley, ma Smith avvia il parziale che cambia la partita: Belinelli infila la tripla per prolungarlo, poi Gordon lo rende decisivo col suo personale show e proietta New Orleans sul 94-82, divario che i Jazz, k.o. dopo due vittorie di fila, non riesce a colmare.
New Orleans: BELINELLI 7 punti (2/4 da due, 1/3 da tre), 1 rimbalzo, 1 assist, 1 recupero, 1 persa, 1 fallo in 21’28”. Gordon 25 (9/13, 2/5, 1/4 tl), Kaman 19, Aminu 11, Vasquez 11. Rimbalzi: Smith 8. Assist: Vasquez 6, Gordon 6.
Utah: Millsap 27 (11/20, 0/1, 5/6 tl), Jefferson 19, Favors 12. Rimbalzi: Favors 13. Assist: Harris 8.

Los Angeles Lakers-Denver Nuggets 103-97
L’uomo che non ti aspetti. Matt Barnes infila il suo massimo stagione e aiuta i Lakers (38-22) a battere Denver (32-27) al termine di una gara tirata. Ai gialloviola manca Kobe Bryant per la quarta partita di fila (guaio allo stinco), ma Barnes fa in modo che il numero 24 non venga troppo rimpianto: “I playoff arriveranno presto e Kobe non è con noi - dice il 32enne uscito da Ucla nel 2002 -. Dobbiamo lavorare al massimo finché non torna”. A dargli una mano ci pensa Andrew Bynum, che ai 30 rimbalzi contro gli Spurs mercoledì aggiunge un altro 30, stavolta alla voce punti, propiziando la terza vittoria di fila dei Lakers. Denver invece cerca il successo con i punti della panchina (la più produttiva dell’Nba) ma stavolta l’impresa non riesce, nonostante le riserve dei Nuggets producano 54 punti. Sono i titolari però a deludere, primo fra tutti Danilo Gallinari: l’azzurro incappa nella peggior partita da quando è tornato dalla frattura al pollice sinistro, segna 7 punti con un misero 2/9 dal campo e guarda dalla panchina gli ultimi 14’38” di partita. Gallo parte subito male, con uno 0/4 nel primo quarto in cui però sono tutti i Nuggets hanno difficoltà a centrare il canestro: gli ospiti chiudono col 34,8% e Los Angeles ne approfitta per scappare sul 30-19 spinta dai punti di Bynum (10) e World Peace (7). L’ex Ron Artest arriva a quota 11 quando firma il 43-28 a 7’01” dal riposo, ma Miller e Lawson iniziano la rimonta Nuggets che Gallinari porta fino a 48-46 con 55” sul cronometro del primo tempo. Barnes (10 punti nel parziale) però reagisce di forza e rispedisce i Lakers negli spogliatoi sul 54-48. Denver parte meglio e si avvicina di nuovo in avvio di ripresa (58-56), ma viene ricacciata fino a -13 dal devastante Bynum (13 punti nel terzo parziale), anche se i punti di differenza alla sirena sono 8 grazie a una tripla di Harrington. I Lakers allungano di nuovo (85-73), ma Denver inizia una lenta rimonta che Harrington spinge fino a 91-90 con 3’37” da giocare. Barnes però ha ancora energia, e con 7 punti di fila riporta i padroni di casa a distanza di sicurezza. I Nuggets insistono, ma nel finale mancano due volte con Afflalo l’occasione di rientrare e devono arrendersi.
L.A. Lakers: Bynum 30 (11/19, 8/11 tl), Barnes 24, Gasol 14, World Peace 14. Rimbalzi: Gasol 10, Barnes 10. Assist: Sessions 6.
Denver: GALLINARI 7 punti (1/5, 1/4, 2/2 tl), 1 rimbalzo, 1 assist, 3 perse e 2 falli in 27’24”. Miller 20 (9/17, 0/1, 2/4 tl), Afflalo 18, Harrington 18. Rimbalzi: McGee 10. Assist: Miller 6.