Un duello fra Bryant, 43 punti, e Gallinari, 14, in gara-5. Reuters

Denver supera i Lakers in gara-5 ed evita l’eliminazione, Indiana manda in vacanza Orlando mentre Atlanta ha la meglio su Boston, e anche Chicago si rimette in corsa contro Philadelphia.

Los Angeles Lakers-Denver 99-102 (3-2 nella serie)
Non basta ai Lakers il solito Kobe Bryant versione playoff che oltre a segnare 43 punti regala spettacolo puro negli ultimi minuti del match. Un super JaVale McGee, infatti, trascina i Nuggets al successo allo Staples Center al termine di un match divertente ed emozionante. Danilo Gallinari chiude con 14 punti e cinque rimbalzi in 37’. La partenza della squadra di casa non è delle migliori. I Lakers faticano a sfruttare i centimetri di Gasol e Bynum, Denver così con il suo basket frenetico conduce le danze. Danilo Gallinari si presenta subito con due canestri dal perimetro e i Nuggets restano davanti. Trova ritmo in attacco anche Arron Afflalo, altalenante nella serie, Kobe Bryant tiene in scia i Lakers i quali però in attacco sono poco incisivi. Matt Barnes all’inizio del secondo quarto regala punti importanti a coach Brown, Denver comunque resta davanti e con il canestro di un Kenneth Faried energetico come al solito, arriva al vantaggio in doppia cifra. Qualche errore di troppo nel finale della frazione permette alla squadra di casa di limitare i danni. I Lakers così tornano negli spogliatoi sotto 49-43 dopo aver tirato nel primo tempo con un brutto 33% dal campo. Delude soprattutto Pau Gasol che chiude i primi due quarti con 1/7 al tiro. Il match si accende nella ripresa. Danilo Gallinari trova la retina dal perimetro, poi va a segno dopo una splendida penetrazione. Denver gioca la sua pallacanestro, annichilisce i Lakers e arriva al +12. La squadra di casa prova a tornare sotto, ma l’ingresso di JaVale McGee cambia gli equilibri. L’ex “bad boy” di Washington mette a referto una serie di giocate da cinema che frustrano la difesa di LA. Nella zona pitturata McGee detta legge, schiaccia ogni pallone che gli passa vicino e con il suo ennesimo canestro spinge i Nuggets al +15 a 6’35’’ dalla fine. Kobe però non ci sta e decide di mettere il suo sigillo sul match. Il fenomeno di LA firma quattro triple (l’ultima la spara in faccia a un Gallinari che peraltro non difende male) negli ultimi 4’45’’ del match, riporta incredibilmente la squadra di casa al -2 a 59’’ dalla fine ma a 28’’ dalla sirena fallisce il canestro del pareggio. Denver, a causa degli errori di Lawson, non riesce a chiudere i conti dalla lunetta, così Sessions, con un altro assurdo canestro dalla lunga distanza, regala speranze ai Lakers. Due liberi di un eccellente Miller riportano Denver al +3 ma i Lakers sanno di poter contare su un caldissimo Bryant. Kobe ovviamente va a cercare il pallone e ci prova dalla lunga distanza, trovando solo il ferro. Blake cattura il rimbalzo in attacco, serve Sessions ma anche l’ex Cavaliers non centra il bersaglio. Denver così porta a casa un sudatissimo successo che le consente di allungare la serie. 
Los Angeles Lakers: Bryant 43 (9/21, 5/11), Bynum 16. Rimbalzi: Bynum 11, Gasol 10. Assist: Sessions 6.
Denver: GALLINARI 14 (4/10, 0/3), con cinque rimbalzi e un assist in 37’. Miller 24 (6/9, 2/2), McGee 21, Afflalo 19. Rimbalzi: McGee 14. Assist: Lawson, Miller 8.

Danny Granger e David West festeggiano il passagio di turno. Afp

Indiana-Orlando 105-87 (Indiana vince la serie 4-1)
La deludente stagione di Orlando arriva al capolinea a Indianapolis. In gara-5 i Magic non riescono a tenere il ritmo dei Pacers, crollano nell’ultimo quarto e si fanno superare 105-87. “Sono molto contento per i nostri tifosi - sottolinea  il tecnico di Indiana Frank Vogel - siamo convinti che questo sia solo il primo passo, abbiamo la possibilità di fare qualcosa di speciale quest’anno”. Ci pensa Darren Collison a mettere in difficoltà la difesa di Orlando nel momento più importante del match. Il playmaker di riserva di Indiana, infatti, firma ben 15 dei suoi 19 punti nell’ultimo quarto, dopo che gli ospiti erano passati a condurre nel finale della terza frazione. La squadra della Florida come da pronostico, senza Dwight Howard a dominare l’area, deve pagare dazio sotto canestro. Orlando resta in partita per tre quarti di match, grazie soprattutto alla produzione di un ottimo Jameer Nelson, ma finisce la benzina nell’ultima frazione dando via libera a Danny Granger e compagni. Indiana, che approda al secondo turno della postseason per la prima volta dal 2005, ora se la vedrà quasi sicuramente con gli Heat, a meno che gli incerottati Knicks non riescano a produrre quello che verrebbe considerato come un vero e proprio miracolo sportivo, cioè eliminare Miami dopo essersi trovati sotto 0-3 nella serie. Per Orlando si apre una offseason molto complessa, nella quale la dirigenza sarà costretta a convivere con i malumori di Howard (oppure optare per la sua cessione) e dovrà decidere il futuro di Stan Van Gundy. Il suo ritorno sulla panchina dei Magic in questo momento appare decisamente improbabile. 
Indiana: Granger 25 (4/11, 4/9), Collison 19, Hill 15. Rimbalzi: West 8. Assist: Collison 6.
Orlando: Nelson 27 (6/13, 5/8), Davis 15. Rimbalzi: Davis 8. Assist: Nelson 5.

Al Horford schiaccia davanti ad Allen e Garnett in gara-5. Reuters

Atlanta-Boston 87-86 (2-3)
Con Al Horford in quintetto Atlanta è una squadra diversa. Gli Hawks riescono a evitare l’eliminazione superando Boston in gara-5 al termine di un match intenso nel quale brilla il giocatore dominicano alla sua prima partita da titolare dal mese di gennaio. Dopo essere rientrato dal lungo infortunio in gara-4, senza lasciare la sua impronta, Horford è decisivo nella sfida di martedì, realizzando 19 punti, compresi gli ultimi due canestri degli Hawks, e facendosi apprezzare anche in difesa. “Non pensavo di giocare così tanto - confessa il lungo di Atlanta che resta sul parquet per 31 minuti - sono molto contento di aver dato il mio contributo alla squadra”. I padroni di casa provano a prendere possesso del match nel terzo quarto, piazzando un parziale di 10-0 e arrivando al +12. Basta però un’accelerazione di Rondo nelle battute finali della terza frazione ai Celtics per tornare in carreggiata. Atlanta non molla e resta davanti nell’ultimo quarto. In vantaggio di cinque lunghezze a un minuto dalla sirena gli Hawks incredibilmente si perdono Paul Pierce che tutto solo realizza la tripla che riporta sotto Boston. Il capitano dei Celicts però sul susseguente possesso offensivo della sua squadra fallisce il canestro del sorpasso. Atlanta a 9" dalla sirena, avanti 87-86, può gestire il pallone. La rimessa di Josh Smith però viene intercettata da Rondo il quale punta il canestro avversario, ma deve fare i conti con l’ottima difesa, soprattutto per un giocatore della sua stazza, di Horford. Rajon Rondo così non riesce a trovare la conclusione e finisce col buttare via il pallone. Atlanta tira un sospiro di sollievo e si guadagna gara-6. 
Atlanta: Horford 19 (8/15), Teague 16, Williams, Johnson 15. Rimbalzi: Smith 16, Horford 11. Assist: Smith 6.
Boston: Pierce, Garnett 16, Allen 15. Rimbalzi: Bass, Garnett 7. Assist: Rondo 12. 

Luol Deng attacca il canestro contro Jrue Holiday. Reuters

Chicago-Philadelphia 77-69 (2-3)
Chicago è ferita, non certo morta. Nella sfida senza domani, i Bulls restano aggrappati alla serie con una prestazione difensiva encomiabile. Aiuti ruvidi, tagliafuori compatto, tuffi. L’esempio principe lo dà Taj Gibson, che prima accende una mezza rissa e poi, nella ripresa, si storce la caviglia, continuando a lottare indomito. E’ questa la via per sopperire alle assenze di Rose e Noah, come sembra aver capito anche il pubblico dello United Center, finalmente prodigo di ovazioni e boati. Del resto, a dispetto dei tanti ferri colpiti, la partita è stata vibrante, quasi spettacolare nella sua intensità. I Bulls vengono subito presi di peso da Luol Deng, che dà l’impressione di essere ovunque. Nell’ultimo periodo ritrova anche il tiro da tre, sigillando la vittoria. E’ il suo ruggito a dare coraggio ai padroni di casa dopo un inizio difficile (10-16 al 7’ con 6 punti di Lavoy Allen), accendendo lo United Center come non si era ancora visto in questa serie. Progressivamente i Bulls stritolano l’attacco dei Sixers (28% alla pausa, 32% finale, peggior dato in stagione) con una difesa tenace. «Con la loro difesa hanno sempre una possibilità di vincere, a prescindere da quello che fanno in attacco» commenterà Doug Collins, coach di Phila. E così, appena John Lucas pesca un paio di canestri all’uscita dalla panchina, la partita si spacca in due. Il 35-26 della pausa è il massimo vantaggio fino a quel momento, ma la differenza di inerzia tra le due squadre va al di là del distacco numerico. Da lì Chicago non si volterà più indietro. Una bella mano la fornisce pure Carlos Boozer, che stravince il duello con Brand e regala un clinic offensivo nel terzo quarto (12 punti e 6/7 al tiro nella frazione). Canestri chirurgici, dispensati al momento del bisogno. «Boozer è stato super in post, ma non mi è piaciuta la circolazione di palla. Bene invece la difesa» è il commento di coach Thibodeau. I Sixers provano la rimonta quando Holiday e Williams iniziano a forzare i ritmi, ma il tiro di Iguodala per il -5 finisce sul ferro, completando la sua serata offensiva da incubo (4/19 al tiro). Lo United Center sfolla, forse per l’ultima volta. Certamente, pur con tutte le assenze, questa serie i Bulls possono ancora vincerla. Starà ai Sixers far vedere che ormai è troppo tardi.
Chicago: Deng 24 (6/14, 4/5), Boozer 19. Rimbalzi: Boozer 13. Assist: Watson 7.
Philadelphia: Holiday 16 (5/17). Rimbalzi: Hawes 14. Assist: Holiday 4.