Nel quinto turno di Eurolega una vittoria e una sconfitta per le italiane:

Mapooro Cantù-Fenerbahce 82-58
(Giuseppe Sciascia)
Chiude col botto il girone d’andata Cantù, che supera con grande autorità il Fenerbahce Ulker capolista del girone A e rilancia le sue ambizioni di accesso alle Top 16. 82-58 il finale di una gara dominata stabilmente dalla miglior Mapooro dell’annata, capace di abbinare una costante fluidità offensiva (68% da 2 e 43% da 3) alla solidità del bunker difensivo già fatale al Khimki. Nelle pieghe dell’oliatissimo collettivo di Trinchieri spiccano le prove di valore assoluto di Jonathan Tabu e Andrea Cusin: il play di passaporto belga nasconde al meglio l’assenza dell’infortunato Smith con una regia di assoluta qualità (6/11 al tiro e 7 assist), mentre il pivot azzurro – alla sua miglior prestazione stagionale con 7/7 da 2 e 6 rimbalzi – manda cartoline al c.t. Simone Pianigiani insieme all’altro nazionale Aradori (4/7 dal campo). E ora Cantù sogna nuovamente in grande in chiave europea, con l’auspicio di trovare il sostituto di Smith per lo spareggio della prossima settimana a Lubiana: sfumata la pista Sundiata Gaines (firmato in Cina), si valuta tra un “gettonaro” da 3 mesi per attendere l’ex Springfield Armor o giocare il jolly del 35enne veterano Papaloukas, due volte campione dell’Eurolega col Cska Mosca (ancora in cerca di ingaggio). Il regista ex Cremona è subito protagonista (2/2 da 3 nei primi 5’30”) per respingere l’urto interno di David Andersen. L’ottimo impatto di Tyus e Brooks aumenta il tasso atletico di Cantù, che trova efficaci soluzioni interne e piazza un break imperioso (18-4 negli ultimi 6’ della frazione) per il 23-12 del primo intervallo. Pianigiani getta nella mischia un Bo McCalebb visibilmente frenato dai suoi problemi fisici (solo 3 punti in 15’), ma l’ala ex Jesi è scatenata (11 con 5/5 al tiro in 11’ nel primo tempo) e la Mapooro dilaga in progressione (30-18 al 13’, 41-22 al 18’) con l’asse Tabu-Tyus in gran spolvero e un sontuoso 61% dal campo che vale il 41-27 di metà gara. Dopo l’intervallo salgono in cattedra gli azzurri Aradori e Cusin, determinanti per il rotondo 54-34 del 25’. E sull’unico sussulto dei turchi prodotto da Ermis e Sato (59-46 al 33’) due assalti vincenti al ferro di Tabu ridanno gas alla Mapooro che riparte di slancio (71-52 al 35’).
Cantù: Tabu 16; Cusin, Brooks 15; Aradori 14.
Fenerbahce: Sato 10, Bogdanovic 8.

Keith Langford in azione contro l'Olympiacos. Ciam/Cast

EA7 Milano-Olympiacos 71-84
(dal nostro inviato Guido Guida
twitter @GuidoGuida)
Non riesce il minislam all’Olimpia: tre giorni dopo il successo sul campo dei campioni d’Italia di Siena, fallisce il bis contro i campioni d’Europa. E’ il terzo stop consecutivo in Eurolega: il passaggio alla Top 16 non è compromesso, ma alla formazione lombarda sarà necessario un cambio di passo – soprattutto in termini di continuità durante i 40 minuti – per evitare di recitare il ruolo, ormai stretto, di comprimaria di lusso nella rassegna continentale. Al 3’ accende i motori Spanoulis e con cinque punti e un assist ispira il primo break a favore dei greci che con un 8-0 in due minuti scattano avanti 13-6. Scariolo si affida in fretta all’energia pura di Gentile e Melli dalla panchina, ricavandone subito un 8-0 con Langford e Bourousis protagonisti. Per il centrone greco è una serata speciale: dal 2006 al 2011 è stata una colonna dei biancorossi ellenici, prima di un brusco addio per una presunta storia di doping e per qualche parola poco gentile nei confronti della proprietà del club emersa da un’intercettazione telefonica per un’indagine a cui il giocatore era estraneo.

Il talento globale dell’Olympiacos è elevato, ma è la somma della scienza cestistica dei singoli che è impressionante e appena l’EA7 forza qualche iniziativa viene punita da un nuovo parziale di 9-0 chiudendo il primo quarto sotto 24-17. Milano ritorna a -1, ma al 13’ si trova con Fotsis e Melli già a tre falli e quindi con l’esigenza di avere minuti pesanti da Chiotti. Se l’Olimpia rimette la testa avanti al 16’ (28-27) è merito soprattutto di Bourousis che ha già 12 punti, 8 rimbalzi e 6 falli subiti e che svolge il prezioso ruolo di centroboa in una serata dove l’EA7 fatica a produrre punti da fuori area. Con Hendrix, tanto generoso quanto acerbo, le cose cambiano radicalmente e Milano per paura di scoprirsi dentro l’area cede qualche tiro pesante all’Olympiacos che non perdona: 11-1 il parziale e massimo vantaggio sul 40-30 prima che Cook e Hairston limitino i danni sul 41-36 all’intervallo. L’Olympiacos ha una spina dorsale basata su giocatori greci con le stelle Spanoulis e Printezis su tutti, ma a fare male più di tutti sono Papanikolau e Mavroeidis che firma il 50-38. Alla distanza esce anche Hines, centro tascabile di 196 centimetri, che iniziò a Veroli, in Legadue la sua brillante carriera europea. L’EA7 ci mette il cuore, ma in attacco spesso dimentica la testa e prende tiri di cattiva qualità (3/11 da 2) chiudendo il terzo periodo sotto 59-50. Un gioco da tre punti di Hairston accende il Forum, Melli potrebbe infiammarlo ma sbaglia due buone conclusioni e ci pensa Spanoulis – sempre più sosia di Fabio Volo – a imporre la legge del più forte con un assist al bacio per Hines e tre triple (57-74 al 36’) in sei possessi. La frittata è fatta: per Milano ci sarebbe solo da limitare i danni, però i greci, per dirla con Dan Peterson, sputano sangue anche a partita vinta. Campioni non ci si inventa, il sentiero tracciato dall’Olympiacos potrebbe essere un eccellente esempio per l’EA7. Per ora ci sono da registrare i tanti applausi all’uscita dal campo di Spanoulis e la manciata di fischi per i giocatori di casa a fine partita.
Milano: Langford 17, Bourousis 16, Hairston 15
Pireo: Spanoulis 23, Papanikolau 17, Mavroeidis 13