Il vincitore di 14 Dakar rivela alla Gazzetta dello Sport i segreti della sua preparazione fisica,che gli ha permesso di rimanere sulla cresta dellĄŻonda. Tanta bicicletta, un poĄŻ di sano enduro, ma senza rinunciare a qualche peccato di gola. Perch¨Ś nella vita "ci vuole anche qualche piacere"
Se cĄŻ¨¨ uno sportivo che deve aver trovato il celebre elisir di lunga vita, quello ¨¨ Stephane Peterhansel. Con 56 primavere sulle spalle e 32 partecipazioni a quella che ¨¨ probabilmente la corsa pi¨´ dura e avventurosa del mondo, Monsieur Dakar mostra di avere ancora la tempra di un ragazzino, e a dispetto di unĄŻesperienza da super-veterano il pensiero di appendere il casco al chiodo non sembra passargli nemmeno per la testa. E anzi a dispetto di una bacheca rigonfia di trofei (sono 14 le Dakar vinte dal 1988) il fuoriclasse francese ¨¨ sempre alla ricerca di una nuova sfida: la prossima, targata Audi, ha il sapore della rivoluzione. LĄŻappuntamento con lĄŻedizione 2022 dellĄŻestenuante raid ideato da Thierry Sabine si avvicina inesorabilmente, e in casa Peterhansel fervono gli ultimi preparativi prima del via del 1 gennaio. Il 33Ąă nella carriera del Principe del Deserto, che tra i suoi assi nella manica ha quello di un fisico per cui il tempo sembra essersi fermato.
I SEGRETI DI MR DAKAR
ĄŞ ?"Il segreto della vittoria? ? la costanza, perch¨Ś la Dakar ¨¨ una gara lunghissima e pertanto la cosa pi¨´ importante ¨¨ non commettere errori", ha spiegato quando ¨¨ stato ospite della Gazzetta al Festival dello Sport di Trento nellĄŻottobre 2021. Al lavoro di squadra, quello con i meccanici e il team di sviluppo, si somma poi quello fatto sul proprio corpo, un aspetto ancora pi¨´ importante quando le candeline sulla torta iniziano a farsi numerose: "Innanzitutto bisogna avere la migliore macchina possibile, lavorare con il team e il costruttore per sviluppare la vettura, trovare il giusto setting. Poi cĄŻ¨¨ la preparazione fisica, perch¨Ś la Dakar ¨¨ una corsa lunga e molto impegnativa che richiede un allenamento al top anche su questo fronte: basti pensare alle temperature, altissime nellĄŻabitacolo di unĄŻauto da corsa, o alla necessit¨¤ di sopportare urti e sollecitazioni continue, il tutto rimanendo concentrati per ore. Per questo per allenarmi pratico soprattutto sport di resistenza, ad esempio vado molto in bici sia su strada che in mountain bike. Tra lĄŻaltro sono discipline che ti aiutano a sviluppare anche la 'lettura' di un percorso, lo stato di un terreno, le traiettorie".
PECCATI DI GOLA
ĄŞ ?Ma ¨¨ difficile resistere alla buona cucina, anche per un campione come Stephane. Che, per sua stessa amissione, ¨¨ un'ottima forchetta: "LĄŻalimentazione? Devo essere sincero: non curo moltissimo questo aspetto... sono sempre stato goloso e continuo a esserlo. Ci vuole comunque qualche piacere nella vita!". Meglio concedersi qualche regalino, dunque, e trovare con lĄŻaiuto dellĄŻesperienza il proprio equilibrio per una preparazione fisica "intelligente".
"Con il passare del tempo e degli anni si impara a conoscere meglio se stessi e il proprio corpo, e quindi a modulare il proprio allenamento in base alle proprie esigenze. In trent'anni io non ho mai avuto un preparatore atletico, mi sono sempre occupato personalmente della mia preparazione fisica. L'obiettivo fondamentale ¨¨ sempre quello di essere pronti per la Dakar: ¨¨ assolutamente impossibile mantenere una preparazione perfetta per tutto l'anno, lĄŻimportante ¨¨ essere in forma a gennaio".
AUTO O MOTO?
ĄŞ ?Il passaggio alle quattro ruote, avvenuto proprio alla fine dello scorso Millennio, ha certamente aiutato Peterhansel a rimanere sulla cresta dell'onda per cos¨Ź tanti anni. Fisicamente parlando, l'auto ¨¨ certamente un mezzo meno impegnativo della moto, ed ¨¨ proprio per questo che molti veterani della Dakar a due ruote decidono a un certo punto di fare il cambio. "Sicuramente una Dakar in moto ¨¨ molto pi¨´ dura rispetto a una Dakar in auto ¨C ha raccontato Stephane ¨C Le giornate sono infinite, ci si alza prestissimo la mattina e si resta in moto per 8 o 12 ore, e alla fine della tappa ci vogliono altre 4-5 ore per preparare il roadbook per il giorno successivoĄą.
Ma non basta: Ą°Perch¨Ś poi si mangia qualcosa, se sei in un top team magari hai anche la possibilit¨¤ di fare un massaggio con un fisioterapista, ma a parte questo un pilota che corre la Dakar in moto non ha praticamente un minuto libero. Arrivi a fine giornata sfinito, crolli. Al termine della corsa mi ¨¨ capitato di essere talmente esausto da dormire 15 ore per notte per due settimane... ero distrutto. In auto la situazione ¨¨ un po' diversa, c'¨¨ un copilota che si occupa di parte del lavoro e da pilota hai lĄŻopportunit¨¤ di riposare. In pi¨´ cĄŻ¨¨ da dire che le Dakar "africane" erano pi¨´ dure, pi¨´ impegnative anche in termini di distanze: con la migrazione in Sudamerica sono diventate un poĄŻ meno pesanti a livello fisico".
PASSIONE ENDURO
ĄŞ ?A proposito di moto: nonostante gli otto successi in auto, lĄŻultimo dei quali proprio lo scorso anno con la Mini, lĄŻimpressione ¨¨ che il cuore di Monsieur Dakar batta ancor pi¨´ forte quando sta in sella. E ne ha ben donde, visto che ai 6 trionfi nella corsa africana Stephane deve sommare 11 titoli di campione nazionale e due Mondiali Enduro conquistati con Yamaha. La passione per le moto ¨¨ cos¨Ź forte che per Peterhansel ogni pretesto ¨¨ buono per rimettersi stivali e pettorina, anche fuori dallĄŻallenamento: a fine ottobre il francese ha ad esempio preso parte all'Enduro Vintage Trophy dell'Isola d'Elba, rievocazione della mitica Six Days del 1981 in cui Stephane ha trionfato assieme alla rappresentativa francese ritrovando vecchi amici e avversari di un tempo. Che quest'anno, in vista della Dakar, faranno senza dubbio il tifo per lui.
LA BIOGRAFIA
ĄŞ ?Nato a ?chenoz-la-M¨Śline (Francia) il 6 agosto 1965, Stephane Peterhansel inizia a correre allĄŻet¨¤ di 15 anni in quella che allĄŻepoca si chiama ancora Regolarit¨¤. La sua prima partecipazione al Rally Dakar, allora noto con il nome di Parigi-Dakar, ¨¨ datata 1988, mentre il successo inaugurale arriva nel 1991 ai comandi di una Yamaha. Con la casa di Iwata, Peterhasel vince altre cinque volte fino al 1998, conquistando parallelamente anche due Mondiali Enduro (1997, 2001) e 11 titoli di campione francese della disciplina. Nel 1999 il passaggio alle auto, cambio radicale che gli riserva altrettante soddisfazioni: i successi su quattro ruote arrivano prima con Mitsubishi (2004, 2005, 2007), poi con Mini (2012, 2013) e poi ancora con Peugeot (2016, 2017). LĄŻultima vittoria, firmata ancora una volta assieme a Mini, risale al 2021. Nel corso dellĄŻedizione 2022 sar¨¤ al comando della Audi RS Q E-Tron per la sua prima sfida ibrida. ? sposato con la pilota Andrea Mayer, nove Dakar all'attivo tra moto, auto e camion.
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