La 24 Ore ha ispirato numerose opere per il grande schermo: dal film del 1971 con l¡¯iconico Steve McQueen alla mini serie di Prime Video
Difficile trovare una corsa automobilistica che si presti maggiormente al racconto, cinematografico in particolare. Ecco perch¨¦ non stupisce che la 24 Ore di Le Mans abbia ispirato registi e interpreti da mezzo secolo, con risultati in qualche caso molto validi e in altri meno. Ed ¨¨ una febbre sempre alta, perch¨¦, al di l¨¤ del recente film di James Mangold, nel 2017 ¨¨ stata prodotta una serie su sei puntate - Le Mans: racing is everything - disponibile nel catalogo Prime Video. Il punto di forza ¨¨ l'accesso senza limitazioni a sei scuderie della classe LMP1 che competono per l¡¯edizione 2015, oltre alle riprese a 4K che tengono incollati davanti allo schermo per le 2 ore e mezza complessive del documentario. La puntata migliore (a nostro avviso) ¨¨ la prima, che mostra il livello della preparazione di piloti e scuderie alla gara della Sarthe. Tornando indietro, vediamo le opere che si sono guadagnate (pi¨´ o meno) la memoria degli appassionati.
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EDVIGE E STEVE
¡ª ?Magari non ¨¨ memorabile il primo film sul tema: Le Mans-Scorciatoia per l¡¯inferno, girato nel 1970 da Osvaldo Civriani aka Richard Kean. Il cast era quasi completamente italiano (con la mitica Edvige Fenech, all¡¯epoca vivace 22enne), da B-movie. Soggetto: un intreccio amoroso sullo sfondo delle corse, con riprese effettuate a Jarama e Zandvoort. Curiosit¨¤: per la consulenza tecnica la produzione si affid¨° all'ex pilota di Formula 1, Giancarlo Baghetti. Nel 1971 si comincia a fare sul serio con Le Mans: pi¨´ documentario che film, descrive una 24 Ore dall'inizio alla fine, nella fattispecie l'edizione del 1970. La pellicola, con Steve McQueen nei panni del pilota Michael Delaney, non ebbe una grandissima fortuna al botteghino (e l¡¯attore ne rest¨° molto deluso), ma nel tempo ha acquisito notoriet¨¤, diventando una preziosa testimonianza su uno dei periodi pi¨´ luminosi della gara. E resta un riferimento tecnico per i registi che affrontano il mondo delle corse. Per la cronaca, McQueen non partecip¨° all¡¯edizione del '70 - come era sua intenzione - poich¨¦ il supporto assicurativo da pagare, in caso di incidente, sarebbe stato troppo elevato.
VIVE LA FRANCE
¡ª ?Unire Le Mans e Michel Vaillant - due miti transalpini - in un film con una grande firma (francese, ovviamente): nel 2003, Luc Besson - il regista di Nikita, L¨¨on, Il Quinto Elemento - fu sceneggiatore con Gilles Malencon di Michel Vaillant che in Italia venne tradotto (male, come capita spesso) in Adrenalina blu - La leggenda di Michel Vaillant. Liberamente tratto dal celebre fumetto di Jean e Philippe Graton, ¨¨ una storia drammatica con morti e vendette, premonizioni e superstizioni, rapimenti e scambi di persona. Troppo per i nostri gusti. Ma non si pu¨° negare che le scene di azione siano coinvolgenti, a partire da quelle girate nell¡¯edizione 2002: le due biposto a marchio Vaillante e Leader erano realmente iscritte alla gara. Si trattava per¨° di una Lola B98/10 e di una Panoz LMP1 Roadster S, rimarchiate per l'occasione con i loghi delle due scuderie fittizie, e gestite dal team Dams. Belle anche le riprese nell¡¯immaginario Rally dei Cinque Colli, che si svolge in Italia, dove le vetture sono le Peugeot 206 Wrc con carrozzerie finte. Le Vaillante per le scene stradali sono invece le Pagani camuffate solo nel marchio. Il cast? Francesissimo, con attori quasi sconosciuti da noi. Una delle poche eccezioni ¨¨ la splendida Diane Kruger - che interpreta un pilota prima di rally e poi di una monoposto alla 24 Ore - che l¡¯anno seguente avrebbe interpretato Elena di Troia in Troy.
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OMAGGIO AL MITO
¡ª ?Nel 2015 - applaudito inizialmente al Festival di Cannes - ¨¨ uscito Steve McQueen: The Man & Le Mans, tradotto in Steve McQueen-Una vita spericolata. Un documentario diretto da John McKenna e Gabriel Clarke che vuole mostrare l¡¯attore nel pieno della lavorazione del film nel 1971, il periodo dello splendore massimo di Steve McQueen e della vita cantata magistralmente da Vasco Rossi. Attraverso ottimo materiale di repertorio, interviste e ricostruzioni di amici, parenti - su tutti il figlio Chad - i due registi realizzarono un vero atto d¡¯amore ma anche un resoconto storico di un divo scomparso nel 1980, a soli 50 anni. Se la curiosit¨¤ ¨¨ vedere nelle parti girate a Hollywood personaggi come Sharon Tate e Roman Polanski, l¡¯aspetto pi¨´ illuminante ¨¨ seguire giorno per giorno il suo sogno: realizzare il pi¨´ grande film di sempre sulle corse d¡¯auto: dove se si correva non era per finta, lo si faceva sul serio e sul vero asfalto della Sarthe. ¡°Un¡¯opera senza fronzoli o escamotage hollywoodiani - parole sue - dove il protagonista non vince¡±.
DOPPIO OSCAR
¡ª ?Qualche imperfezione storica e una visione troppo a stelle e strisce (per un italiano, sia chiaro) non toglie valore a Le Mans ¡®66-La grande sfida che nel titolo originale ¨¨ Ford v Ferrari, uscito nello scorso novembre. ? la storia, molto americana tanto che qualche critico lo ha definito un neo-western dove la scuderia Ford, guidata dal progettista Carroll Shelby e dal suo pilota britannico Ken Miles, costruiscono la Ford GT40 per lanciare la sfida nel 1966 contro la Ferrari del Drake, interpretato da Remo Girone. La bravura dei protagonisti (Matt Damon e Christian Bale), la mano del regista James Mangold e le scene d¡¯azione (girate non solo a Le Mans) ne hanno fatto una buonissima opera, candidata persino all¡¯Oscar come miglior film, peraltro senza successo. Ma ne sono arrivati due per il miglior montaggio e per il miglior montaggio sonoro. Curiosit¨¤: nel progetto iniziale, si pensava alla coppia Tom Cruise e Brad Pitt per i ruoli principali. Sicuramente il botteghino ne avrebbe guadagnato, ma i produttori non possono lamentarsi visto che l¡¯incasso di 225,5 milioni di dollari in tutto il mondo, di cui 117,6 negli Stati Uniti. Un record per un film sulle corse.
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