In tempi di isolamento quali sono i migliori film che un appassionato di motori e macchine da corsa pu¨° guardare? Ecco una lista aggiornata
Il cinema di per s¨¦ ¨¨ un controsenso: oggi come ai suoi albori, si tratta ancora di singole immagini statiche che, riprodotte velocemente in sequenza, creano il movimento. L¡¯esatto contrario di un¡¯automobile, l¡¯emblema del dinamismo, una sinfonia di tanti elementi diversi che insieme regalano quell¡¯emozione unica che ¨¨ la guida. Eppure il cinema, pur senza mai interessarsi veramente a fondo al mondo dei motori, ha da sempre prodotto numerosi film su questo tema o che vi si appoggiano. Alcuni sono sulle corse in auto, le quali soprattutto negli ultimi anni hanno ricevuto attenzioni dai riflettori pi¨´ importanti, altri semplicemente raccontano le storie di realt¨¤ che gravitano nel vasto mondo delle quattro ruote. Proponiamo una lista dei migliori a tema motorsport; ognuno racconta uno spaccato del mondo delle corse nel modo unico e speciale cui deve la propria fama.
1. Grand Prix (1966)
¡ª ?Oltre a essere il pi¨´ antico della lista, Grand Prix ¨¨ una testimonianza storica senza pari del mondo del motorsport di quegli anni e a modo suo anche un¡¯opera d¡¯arte. Film monumentale della durata di quasi tre ore, per la produzione furono coinvolte numerose scuderie di F1 e svariati piloti, tra i migliori dell¡¯epoca. Pur avendo dovuto usare delle F2 opportunamente camuffate, il regista John Frankenheimer per ottenere un effetto pi¨´ realistico volle a tutti i costi che le riprese fossero fatte a velocit¨¤ naturale e non accelerate in montaggio. Il risultato ¨¨ che le scene delle gare sono pari alle gare stesse, senza contare che si svolgono in piste ormai profondamente cambiate come Spa, Zandvoort, Monza col suo antico anello ad alta velocit¨¤, il N¨¹rburgring, Watkins Glen e l¡¯autodromo di Citt¨¤ del Messico e delle quali altrimenti non esisterebbero quasi video. Inoltre ci sono rarissime e altrettanto brevi sequenze come la pedal cam nella scena iniziale al GP di Monaco; non esiste da altra parte una ripresa dei piedi di un pilota di quegli anni, ¨¨ di valore inestimabile. Ma corse a parte, Grand Prix ¨¨ un film strutturato e con una trama, figlio di quell¡¯epoca di transizione tra l¡¯antico cinema/teatro e la New Hollywood. Il cast ¨¨ di primordine: a James Gardner, Eve Marie Saint, Yves Montand, Adolfo Celi e tanti altri ¨¨ affidato il compito di raccontare l¡¯anima e la vita dei piloti di quegli anni, divisa tra velocit¨¤, amore, viaggi e morte. Ultima non per importanza, del film esiste una versione restaurata, visibile anche gratuitamente su YouTube, che permette di goderselo come mai prima, ma soprattutto ha vinto tre Premi Oscar, montaggio, sonoro e montaggio-sonoro.
2. Indianapolis, pista infernale (1969)
¡ª ?Paul Newman e Joanne Woodward diretti da James Goldstone in una storia d¡¯amore in pieno stile anni Sessanta che odora di benzina e gomma bruciata. Lui ¨¨ un pilota molto forte, poi conosce lei, si innamora e accadono un mucchio di cose. La trama ¨¨ bella, forse alcune scelte del protagonista andrebbero discusse, ma bisogna leggerle con la chiave di 54 anni fa. Pur ruotando tutto attorno ad essa, la parte automobilistica del film ¨¨ decisamente marginale, ciononostante ci sono alcune riprese pi¨´ che pregevoli di gare di vario tipo: le grosse Can-Am V8, le - sempre grosse ¨C turismo e le loro gare polverose e naturalmente le Indycar a Indianapolis. Le piste riprese sono Road America (Winsconsin), Indianapolis Motor Speedway (Indiana) e Riverside International Raceway (California).
3. La 24 Ore di Le Mans (1971)
¡ª ?Steve McQueen ¨¨ stato notoriamente un grande amante delle corse, alle quali pi¨´ volte ha partecipato. Inoltre doveva essere in Grand Prix, salvo aver rinunciato per poi pentirsene amaramente (la parte and¨° all¡¯amico James Gardner col quale per questo non parl¨° per quattro anni). Questo film ha un antefatto: McQueen lo voleva a tutti i costi, ma non trovava finanziatori interessati; allora decise di produrlo con una casa di produzione da lui fondata, la Solar. Al botteghino dell¡¯epoca effettivamente non riscosse un grande successo, ma col senno di poi ¨¨, subito sotto Grand Prix, un¡¯altra testimonianza storica immensa, questa volta per¨° della 24h di Le Mans. Per girarlo non si bad¨° a spese: vennero utilizzate oltre 20 vetture, tra Porsche 908/02, Porsche 917K, Ferrari 512 e tante altre. La 908 guidata Herbert Linge e Jonathan Williams partecip¨° anche alla vera gara del 1970 e si classific¨° nona nonostante numerose soste per cambi pellicola e operazioni cinematografiche. Le riprese furono girate poco dopo la 24h, alla quale McQueen per contratto non pot¨¦ partecipare; coinvolsero numerosi professionisti e causarono numerosi incidenti, tra cui la morte di un operatore e l¡¯amputazione della gamba del pilota David Piper. Inoltre in questo caso la parte automobilistica del film ¨¨ predominante, la gara dura oltre un¡¯ora e regala camera car (fatti incollando la telecamera al casco del pilota con del nastro adesivo), riprese a bordo pista, incidenti, sorpassi, pit stop e tanto altro, nella cornice di un autodromo e un team di 50 anni fa. Alla fine, per volere di McQueen stesso, il suo film non ¨¨ altro che la rappresentazione cruda e silenziosa dell¡¯antica 24h di Le Mans; non c¡¯¨¨ amore, non c¡¯¨¨ amicizia, non c¡¯¨¨ tregua, si corre esclusivamente per vincere a qualunque costo.
LEGGI ANCHE
4. Giorni di tuono (1990)
¡ª ??Rubbing, son, is racing? (tradotto in ¡°spingere ¨¨ correre¡±), questo dice Robert Duvall a un giovanissimo Tom Cruise, il quale si lamenta del suo rivale Michael Rooker che per innervosirlo gli ¡°bacia¡± il paraurti da dietro. Giorni di tuono, girato da Tony Scott, ¨¨ un pregevolissimo film americano che gira intorno a un ex pilota di Indycar che per problemi di budget si trova costretto ad approdare alle ¡°macchine di serie¡± (letteralmente ¡°stock car¡±, in inglese) e nel mentre conosce la bella e troppo alta per lui, Nicole Kidman. L¡¯incontro avviene a seguito dell¡¯incidente tra il protagonista e il suo grande avversario Rowdy, evento che cambia la vita di entrambi, poich¨¦ la dottoressa Kidman poco dopo diagnostica al secondo un problema al cervello. Se da un lato il finale non sorprende, dall¡¯altro il film ¨¨ estremamente bello ed ¨¨ divenuto un cult: le scene di gara sono del tutto realistiche, cos¨¬ come le velocit¨¤ e il ¡°rubbing¡±. L¡¯unica vera pecca del film (si parla per gli intenditori) ¨¨ il doppiaggio troppo ingenuo dei termini automobilistici. I ¡°prototipi¡± da cui proviene Cole sono le Indycar (in inglese, ¡°championship car, macchine da gran premio) e le ¡°macchine di serie¡± sono le Nascar, definite cos¨¬ solo perch¨¦ gli stilemi grafici richiamano modelli di produzione delle grandi Case, che cos¨¬ ottengono un¡¯apparenza pi¨´ sportiva. Inoltre a causa di alcune ingenuit¨¤ ci perdiamo delle sottigliezze o dei giochi, come quello in apertura, che danno prova di un¡¯insospettata attenzione al dettaglio del mondo motoristico. Si pu¨° dire che la pellicola di Tony Scott oggi sia entrata nell¡¯Olimpo dei film sulle corse per la sua storia positiva e divertente, ma anche soprattutto per essere un manifesto della cultura Nascar dell¡¯America del sud, storicamente opposta a quella degli yankee del nord e la loro Indianapolis.
5. Driven (2001)
¡ª ?Film nuovo, secolo e millennio nuovo. Siamo in America, questa volta nel campionato Champ Car, proprio quello in cui corrono le Indycar. Sylverster Stallone, Kip Pardue e Burt Reynolds raccontano la storia di un giovane talento ancora acerbo per sostenere il quale il vecchio ed esperto Reynolds chiama Stallone. Joe Tanto (per i nomi dei personaggi di Stallone gli sceneggiatori non si sono mai sprecati troppo) ¨¨ un ex promessa non mantenuta che si ¨¨ rovinato la carriera come ogni altro bravo guascone che si rispetti, ma che sotto sotto ¨¨ buono e pronto a mettere la sua esperienza a disposizione (sceneggiatori, dai) per il suo giovane compagno di squadra. Di mezzo ci sono Til Schweiger, Stacey Edwards e Robert Sean Leonard, rispettivamente avversario numero 1, rispettiva donna e anche futura amica di Kip Pardue, e il fratello di quest¡¯ultimo. ? divertente e si lascia guardare pi¨´ che volentieri, inoltre per questo genere di film che si appoggiano a realt¨¤ come il defunto campionato Champ Car o la Nascar, entrambe molto ricche e seguite, il coinvolgimento dei veri team, piloti e circuiti, rende il tutto pi¨´ appetibile. Purtroppo la componente automobilistica ¨¨ di bassa qualit¨¤: i camera car sono palesemente finti e le riprese accelerate, non c¡¯¨¨ corrispondenza tra i cambi marcia e i rettilinei infiniti percorsi testa a testa... va b¨¨, ¨¨ cinema. Certo se i Razzie Awards gli hanno dedicato tanta attenzione c¡¯¨¨ un motivo, ma una visione la merita comunque.
6. Adrenalina blu - la leggenda di michel vaillant (2003)
¡ª ?La trama ¨¨ molto lineare: ci sono loro, i celebri Vaillant del fumetto Michel Vaillant, la famiglia da corsa francese che da decenni domina sulle corse di tutto il mondo libero, e ci sono gli arcinemici del team Leader, agguerriti e altrettanto veloci. L¡¯obiettivo finale ¨¨ Le Mans, ma la storia parte da lontano, prima sui ghiacci di un rally artico (i Vaillant fanno tutto), dove i francesi fanno uno scherzo al loro avversario Bob Cramer, poi sui tornanti del rally Cinque Colli, dove a causa del sabotaggio della vettura operato per vendetta da Cramer, il secondo equipaggio del team francese muore bruciato. Nel mentre fa il ritorno per la 24h dopo tanti anni proprio il team Leader guidato dalla figlia del defunto Mr. Wong, Ruth. Rapimenti, giri veloci e belle macchine, Adrenalina blu non ¨¨ un capolavoro, n¨¦ ha la pretesa di esserlo. Tuttavia trama semplice, messaggio positivo e motorsport lo rendono pi¨´ che piacevole. Dal punto di vista delle corse, il buono ¨¨ che se ne vedono di diverse e le riprese non sono cos¨¬ poco realistiche (a parte il giro di pista su Zonda a occhi chiusi). Per la parte della 24h sono state usate una Lola B98/10 e una Panoz Lmp1 Roadster S rimarchiate, entrambe iscritte alla gara e gestite dal team Dams, per il rally delle 206 Wrc con carrozzerie modificate e come ¡°ammiraglia¡± un¡¯ancora sconosciuta Pagani Zonda rimarchiata.
7. Ricky Bobby ¨C La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno (2006)
¡ª ?Ok, finora ci siamo presi sul serio, ora ¨¨ il momento di ridere un attimo. Le corse dopotutto sono anche tanto divertimento. Versione demenziale di Giorni di tuono, con le auto ha ben poco a che fare in realt¨¤, ma anche in questo caso la Nascar e i brand a lei legati sono onnipresenti alzando l¡¯asticella del valore del film. Will Ferrell ¨¨ un genio, interpreta quasi sempre parti da idiota con aplomb british, rendendo i suoi personaggi sempre positivi e divertenti e la storia intorno a lui ¨¨ un turbine di gag con una debole coerenza temporale, ma comunque efficaci e divertenti. Ricky Bobby ¨¨ nato sul sedile posteriore di una Chevrolet Malibu del 1969 mentre Reese Bobby stava portando la fidanzata Lucy in ospedale. Non ¨¨ molto intelligente e soffre la mancanza del padre che lo ha abbandonato appena nato, ma grazie all¡¯amicizia con Cal Naughton jr. e all¡¯opportunit¨¤ di salire su una vera auto da corsa si riscatter¨¤ non prima di aver vissuto un gran numero di situazioni idiote e demenziali.
8. Senna (2010)
¡ª ?Vincitore di numerosi premi, questo documentario racconta la storia di Senna con l¡¯ausilio di tanto materiale inedito fornito direttamente dalla famiglia del campione. Il vero valore dell¡¯opera sta nello lo spaccato che offre sulla mente di un campione cos¨¬ complesso ma cos¨¬ puro e perfetto sotto ogni aspetto sportivo. Come ogni opera su Senna, la cui morte a 34 anni lo ha definitivamente ammantato dell¡¯aura di divinit¨¤, si sofferma poco sul suo lato pi¨´ nascosto, quello della fragilit¨¤ del campione e di tutti gli eventi che hanno realmente portato quel 1¡ã aprile a Imola il piantone dello sterzo a spezzarsi.
9. Rush (2013)
¡ª ?Rush ¨¨ il primo film moderno in tema di corse mai prodotto in pieno stile hollywoodiano. Attori di primordine come Daniel Br¨¹hl e Chris Hemswort, diretti da Ron Howard. Le ultime tecnologie cinematografiche unite alle splendide F1 degli anni ¡¯70, in una confezione romanzata che lo rende appetibile a qualunque pubblico. Tolto l¡¯orrendo, improbabile e vagamente stereotipato accento napoletano dei due contadini nelle valli del Trentino, il film racconta la storia della rivalit¨¤ tra Niki Lauda e James Hunt, culminata nel 1976 con il famoso incidente del N¨¹rburgring e la vittoria finale dell¡¯inglese al Fuji sotto l¡¯acqua. Dal punto di vista automobilistico ¨¨ fatto abbastanza bene: per le riprese sono state usate delle F3, allestite come le F1, e come controfigure Jochen Mass e Mauro Pane, deceduto poco dopo le riprese. Le scene di gara alternano momenti di sufficiente realismo con altre del tutto improbabili, ma ¨¨ accettabile. Lo sono meno le tante inesattezze storiche del campionato 1976. Per il resto il film ¨¨ fatto bene, divertente e abbastanza rappresentativo di quegli anni anche se le vicende riportate erano in realt¨¤ assai pi¨´ complesse. Il risultato finale ¨¨ comunque ottimo.
10. Veloce come il vento (2016)
¡ª ?Matilda De Angelis e Stefano Accorsi nella storia di una ragazzina che prepara la sua Porsche 997 Gt3 Cup nel granaio e partecipa al Campionato italiano Gran Turismo aiutata dal fratello, ex pilota di grande talento, ora tossico. C¡¯¨¨ a chi piace e a chi no, noi non giudichiamo. Tuttavia questo film, che pur non ¨¨ fatto male dal punto di vista delle riprese in pista, del mondo delle corse non sa niente; va bene che il cinema racconta storie, ma dipingere il motorsport come un ambiente in cui si pu¨° arrivare con una macchina preparata nel granaio, partecipare e (ALLARME SPOILER) vincere, in uno dei pi¨´ campionati pi¨´ competitivi e costosi d¡¯Italia, non ¨¨ giusto nel rispetto di tutti quelli che faticano per ottenere risultati. Oltretutto il personaggio di Stefano Accorsi, che dopo il film ha voluto correre per una stagione, ¨¨ molto liberamente ispirato a Carlo Capone, giovane talento nei rally e vincitore dell¡¯europeo nel 1984 su Lancia 037, poi incorso in alcuni problemi personali che lo hanno portato lontano dal mondo del motorsport, ma mai tossicodipendente. Infine: chi mai terrebbe in garage sotto un telo una Peugeot 205 Turbo 16 gruppo B perfettamente funzionante?! Da vedere perch¨¦ comunque ritrae l¡¯automobilismo italiano, perch¨¦ racconta una bella storia e perch¨¦ la confezione ¨¨ buona.
11. McLaren (2017)
¡ª ?Documentario anche questo e prodotto da Netflix, racconta l¡¯ascesa di Bruce McLaren nel mondo delle corse e la nascita della sua omonima scuderia, divenuta poi il terzo team pi¨´ vincente del Circus dopo la Ferrari. ? fatto molto bene e racconta una storia scritta solo sui libri diffondendola al grande pubblico. Il suo successo ¨¨ anche dovuto alla sua leggerezza e massiccia presenza di immagini storiche, senza contare che la storia di Bruce McLaren e la sua scuderia ¨¨ avvincente e degna di essere raccontata.
12. Williams (2017)
¡ª ?Al pari del precedente, anche questo ¨¨ un documetario Netflix su una scuderia di F1. Simile nella costruzione, si lascia guardare con piacere, grazie nuovamente all¡¯utilizzo di tanto materiale storico e al valore della storia della scuderia Williams, secondo team pi¨´ vincente della storia della F1.
13. Le Mans ¡¯66 - la grande sfida (2019)
¡ª ?Un cast stellare per una storia tutta americana raccontata in chiave hollywoodiana. Questo film ¨¨ l¡¯erede spirituale di Rush del quale mantiene l¡¯impostazione romanzata, pi¨´ attenta a com¡¯¨¨ raccontata la storia che alla sua precisione nell¡¯essere raccontata. La storia ¨¨ quella che ha portato la Ford alla vittoria della 24h di Le Mans del 1966 grazie a Carroll Shelby e Ken Miles, rispettivamente direttore del team e pilota. Certo, la sua esattezza storica lascia un po¡¯ a desiderare e gli altri piloti oltre Miles vengono dipinti quasi come incapaci, ma alla fine ci¨° che resta ¨¨ una versione fiabesca di quegli anni gi¨¤ di per s¨¦ avvolti nel mito. La parte delle corse lascia a desiderare anche se le macchine usate paiono davvero quelle del 1966. Unica vera pecca ¨¨ il finale: va bene non raccontare nei dettagli cosa successe, ma cos¨¬ si passa nel giro di pochi fotogrammi da Ken Miles in testa alla gara per qualche giro a Ken Miles a pari merito con gli altri senza fornire dettagli.
14. Fangio ¨C L¡¯uomo che domava le macchine (2020)
¡ª ?Netflix ci torna in aiuto e fa un altro documentario, questa volta su Juan Manuel Fangio, uno dei pi¨´ grandi piloti di tutti i tempi, come dimostrano i 5 mondiali e il fatto di essere sopravvissuto. Purtroppo ¨¨ solo in lingua straniera, ma ci sono i sottotitoli, grazie a cui potersi gustare un¡¯ora e mezza della storia di un meccanico argentino poi divenuto uno dei pi¨´ grandi campioni e piloti di ogni tempo. Anche qui il largo utilizzo di materiale storico lo rende un prodotto ottimo per la diffusione e per far conoscere il mondo delle corse.
? RIPRODUZIONE RISERVATA