l¡¯intervista
F1, pap¨¤ Giovinazzi: "Il mio Antonio, predestinato gi¨¤ a 2 anni. E quella volta con Wolff¡"
Colpisce fin da subito, dalle parole al plurale che Vito Giovinazzi usa per descrivere suo figlio Antonio, che ¨¨ come se in pista ci fosse anche lui. Quel pap¨¤, che lo ha cresciuto a pane, orecchiette e motori nella tranquilla Martina Franca, lo ha portato in giro per l'Italia, sempre in prima linea, per favorirne la crescita. Ora che Antonio, a 27 anni, ¨¨ diventato un pilota maturo per l¡¯Alfa Romeo pu¨° godersi le sue gesta e raccontarcelo a 360 gradi. Dal primo amore per il kart agli amici; dalle monoposto di Formula Abarth, GP2 e F1 ai contatti con Gian Carlo Minardi, Toto Wolff, Sergio Marchionne e la Ferrari. Senza dimenticare la sua vita di oggi tra Montecarlo e Hinwil, con l'obiettivo di stupire sempre di pi¨´ nel Circus a bordo della sua C41 numero 99".
Suo figlio Antonio in F1 ¨¨ cresciuto tanto, ma dimostra di essere sempre una persona molto disponibile
"In tanti mi chiedono come faccia a essere cos¨¬ umile. Dico che ¨¨ questione di carattere e ce questo pregio ¨¨ necessario sia nel lavoro che nella vita. Antonio sa mantenere la testa bassa, non si fa distrarre dalle voci esterne, ¨¨ pignolo a mettere a punto l'auto e poi fa sempre squadra: nelle interviste non ha mai criticato il team anche quando la colpa non era sua".
Quando torna in Puglia ¨¨ sempre cos¨¬ con tutti?
"Assolutamente s¨¬. Antonio vive da cinque anni a Montecarlo, ma quando torna a Martina Franca ¡ª quelle poche volte l'anno a Natale, Pasqua o durante la pausa estiva del Mondiale ¡ª concede sempre del tempo a famiglia e amici storici, uscendo con loro come quando era pi¨´ piccolo. ? la persona di sempre. Con una fidanzata di tanti anni accanto che lo ama (Antonella Maraglino, ndr)".
Parliamo ora del pilota. C'¨¨ stato un momento preciso in cui si ¨¨ avvicinato al mondo dei motori?
"A due anni. Gi¨¤ a quell'et¨¤ sapeva riconoscere i loghi di tutte le auto. Io guidavo una Bmw e lui mi diceva: 'Pap¨¤, quella ¨¨ una Bmw'...".
E poi?
"Poi a giugno 1996, poco prima di compiere tre anni, volevo prendere per lui una mini-Ferrari elettrica. Ma alle poste di Martina Franca incontrai Michele Palmisano, il proprietario della pista di kart locale dove Antonio ¨¨ cresciuto. Mi propose la vendita di un kart a benzina da 38 cc e dissi di s¨¬. Lo ritirai e lo portai a casa".
E da l¨¬ ¨¨ scoppiato l¡¯amore...
"Inizialmente no. Quando la prima volta lo accesi nel garage di casa, Antonio si spavent¨° per il rumore e non volle salirci. Il giorno dopo gli chiesi se dovevo riportarlo indietro, prese coraggio e da allora non scese pi¨´. A due anni e mezzo in pista sorpassava i ragazzi pi¨´ grandi che correvano a pagamento, a quattro gli comprai un 50 cc ufficiale per poter fare le gare. A sette, lo portavo con la mia Bmw nei kartodromi e aveva lo stesso passo di chi competeva, anche se il suo mezzo non montava le zavorre di piombo come gli altri".
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Ci pu¨° raccontare la prima gara?
¡°La ricordo ancora, fu a Mottola, in provincia di Taranto. Antonio fece subito la pole position. Ne ricordo anche una del campionato a Val Vibrata in Abruzzo: c'erano 140 bambini, divisi in batterie da tre. Una volta fatte le varie manche, era il momento di prefinale e finale. Alla prima, era riuscito a scattare dal secondo posto".
Scommetto che, da padre, non sar¨¤ stato facile portarlo in giro per l'Italia conciliando i suoi impegni lavorativi...
"C'erano alcuni weekend dove a casa volevo solo riposarmi, perch¨¦ ero stanchissimo dalla settimana lavorativa. Antonio veniva in camera da me e mi diceva: "Pap¨¤, andiamo da Goffredo alla Conca". Francesco Goffredo era il proprietario del suo primo team di kart, La Conca una pista in provincia di Lecce dove si allenava. Se gli dicevo di no, mio figlio si metteva dietro alla porta della camera e iniziava a piangere. Cos¨¬ mi si stringeva il cuore, vestivo sua sorella pi¨´ piccola (Valentina, nata nell¡¯agosto 1995 a poco meno di due anni di distanza da Antonio) e insieme a mia moglie Anna partivamo per la pista. Da piccolo voleva diventare un campione dei kart, anche suo nonno materno gareggiava da giovane".
Poi arriva il momento delle monoposto, e una figura in particolare per voi ¨¨ importante: Ricardo Gelael
"In mio figlio Ricardo vedeva tantissimo talento. Nel kart aveva un suo box dove c'era suo figlio Sean (fino all'anno scorso in F2, con il team Dams). Cercava un pilota educato e umile, che fosse anche veloce. Mi assicur¨° di portare Antonio fino alla GP2 (dal 2017 di nuovo con il nome di F2). Una proposta forte, conoscendo anche la personalit¨¤ di un uomo che aveva avuto e poi allontanato dal suo team diversi giovani piloti. Abbiamo fatto un anno sui kart, poi a giugno del 2012 abbiamo vinto il campionato cinese di Formula Abarth con il team Eurasia. Ricardo, per omaggiarlo, chiese ad Antonio cosa voleva in dono: gli rispose una cosa del tutto singolare¡".
Cosa?
"Di gareggiare in Europa, perch¨¦ non voleva che le persone pensassero non fosse capace di vincere fuori dalla Cina. E Antonio fece subito capire di che pasta era fatto. In tre gare, si prese due primi posti e un secondo nell'appuntamento di Monza valido per il campionato italiano di Formula Abarth, sempre nel 2012. Conquist¨° questi tre piazzamenti su pista bagnata".
E poi ¨¨ stato un crescendo...
"Arriv¨° un 4¡ã posto con la Carlin nel GP di Macao 2015, nonostante l'ingiustizia dei 20 secondi di penalit¨¤ che tolsero il primo posto a mio figlio nella gara di qualificazione (per un contatto al primo giro con Daniel Juncadella) facendolo scattare 10¡ã. Nel campionato europeo del 2015 avevamo 15 punti di vantaggio, ma perdemmo il duello contro la Prema di Felix Rosenqvist (oggi pilota IndyCar del team Arrow McLaren SP) per un assetto sbagliato nel terzultimo appuntamento di Portimao".
Nel 2016 ci fu il salto nell'ex GP2.
"In GP2 eravamo in Prema e il compagno di squadra di Antonio era Pierre Gasly, oggi collega di Antonio in F1 con l¡¯AlphaTauri. Ricordo che Lawrence Stroll (proprietario attuale della scuderia Aston Martin) stanziava diversi fondi nel team ogni settimana, perch¨¦ suo figlio Lance (pilota del team di Silverstone) correva nella F3 europea, vincendola a fine stagione. Anche cinque anni fa eravamo in vantaggio, ma perdemmo il campionato nell'ultimo appuntamento di Abu Dhabi (vinse Gasly con 219 punti contro i 211 di Giovinazzi). Ancora mi chiedo come sia potuto accadere¡"
Fino alla realizzazione dei sogni Ferrari e F1 tra 2016 e 2017
¡°Entr¨° in Ferrari a fine 2016 dopo aver trattato con Sergio Marchionne. All'avvio del Mondiale a Melbourne nel 2017, poi, Maurizio Arrivabene (ex team principal del Cavallino) gli disse che sarebbe sceso in pista con la Sauber da sostituto di Pascal Wehrlein, che aveva problemi alla schiena. Accadde anche nella gara di Shanghai in Cina che per¨° non and¨° bene. In Australia mio figlio arriv¨° 12¡ã e fu un grandissimo risultato, tanto che anche Toto Wolff ci fece i complimenti. Prima di firmare con la Ferrari, lo stesso Toto ci chiam¨° per offrirci un contratto con la sua Mercedes: Antonio avrebbe dovuto fare il terzo pilota di Stoccarda nel Circus e quello ufficiale nel Dtm. Ma lui ha il cuore "rosso" e ha fatto la scelta che si sentiva".
Nel 2019 poi ¨¨ finalmente arrivato il volante Alfa Romeo da pilota ufficiale, come reag¨¬ lei alla notizia?
"Marchionne tent¨° nel 2018 di distribuire Antonio e Leclerc tra Haas e Sauber, ma il primo team disse di no perch¨¦ non voleva un terzo marchio con loro, dato che avrebbe dovuto esserci un pilota Maserati. Cos¨¬ Charles (che aveva vinto il campionato di F2 2017), venne scelto per l'Alfa Romeo. A settembre dello stesso anno per¨° mio figlio ricevette la chiamata da Arrivabene che annunci¨° la scelta di affiancare Antonio a Raikkonen l'anno seguente. Mi chiam¨° al telefono, io stavo andando in auto a Bari per lavoro e ricordo che lui esord¨¬ dicendo: "Pap¨¤, fermati che devo dirti una cosa". Per quanto piansi, faticavo a parlare e smisi di guidare per svariati minuti. I suoi sforzi erano finalmente stati ripagati".
Pochi giorni fa il team principal Alfa Romeo, Frederic Vasseur, ha detto che quest'anno Antonio ¨¨ maturo e non deve pi¨´ prendere come esempio Raikkonen per la sua crescita. Una bella soddisfazione...
"Sono d¡¯accordo con lui. Il confronto ora per Antonio ¨¨ con se stesso, essendo un pilota pronto. Anzi, dico di pi¨´: per me ¨¨ ancora all'80% del suo potenziale. Pu¨° ancora crescere molto e intanto vuole superare Kimi in classifica piloti quest'anno. Se continua a guidare cos¨¬ e se fortuna e strategia sono dalla sua parte, per me pu¨° farcela ampiamente. Le qualifiche di Imola, i pit-stop sbagliati in Bahrain e a Barcellona, il traffico di Montecarlo: avrebbe gi¨¤ potuto avere 10 punti in classifica".
Anche Minardi ¨¨ suo un grande sostenitore. Disse che fu lui a consigliare Antonio alla Ferrari e che ¨¨ pronto al grande salto per guidare la rossa.
"Gian Carlo ha sempre creduto nelle sue qualit¨¤. Ci manc¨° veramente poco perch¨¦ diventasse il manager di Antonio quando ancora correva nei kart. Ricordo quando nel 2010 gli propose di correre l¡¯Abarth Race Days a Varano de' Melegari, vicino a Parma, con il team di Vincenzo Sospiri (ex pilota di F1 con Lola nel 1997). Fece la pole ma and¨° fuori in gara. Rientr¨° 5¡ã e chiuse al 2¡ã posto".
? deluso che Antonio abbia saltato i test con la Ferrari per provare le nuove gomme da 18 pollici Pirelli? Anche Mick Schumacher, oggi alla Haas, ¨¨ sceso in pista a Fiorano...
"Assolutamente no. Antonio si ¨¨ confrontato con Mattia Binotto (attuale team principal della Ferrari), che gli ha detto di concentrarsi sull'Alfa Romeo. Lui passa un sacco di tempo al simulatore, esercitandosi molto insieme al team. Credo sia la scelta giusta, meglio migliorare sempre di pi¨´ piuttosto che provare degli pneumatici nuovi con una vettura del 2018".
Un'ultima domanda: quali sono gli obiettivi di Antonio al momento?
"Rimanere in F1 per tanti anni. Ora ¨¨ felicissimo in Alfa Romeo, anche se in cuor suo sogna di guidare una monoposto che sia in grado di lottare per il campionato. Antonio mi dice sempre che vorrebbe farlo in Ferrari, ma la porta non va chiusa a nessuno".
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