Mentre nei casi che si dimostrano stabili nel tempo il paziente pu¨° ricorrere all¡¯uso di lenti a contatto unicamente allo scopo di migliorare l¡¯acuit¨¤ visiva, quando si verifica una progressione bisogna agire tempestivamente mediante Cross Linking corneale. "Questa pratica permette il rinforzo delle fibre di collagene dello stroma della cornea che nel paziente affetto da cheratocono sono patologicamente lasse. Spesso, se eseguito quando indicato, permette di contrastare o arrestare la progressione della patologia, che andr¨¤ comunque monitorata con il timing indicato dall¡¯oculista curante. Nel caso in cui non fosse sufficiente, per i casi pi¨´ avanti e complessi, il trattamento ¨¨ ripetibile" spiega Pietro Rosetta. L¡¯introduzione della procedura di Cross Linking ha cambiato la storia della malattia, riducendo notevolmente ¨¬ il numero di trapianti di cornea, al quale talvolta ¨¨ ancora necessario ricorrere per situazioni molto avanzate, spesso frutto di diagnosi tardive o sottovalutazione della patologia. "Si tratta di una chirurgia tradizionale, pi¨´ invasiva; tuttavia anche in questo caso oggi esiste l¡¯opzione del trapianto lamellare anteriore, che va a sostituire solo la cornea nella sua componente pi¨´ esterna, che nel cheratocono ¨¨ quella malata; questa opzione offre, rispetto al trapianto a tutto spessore, maggiore velocit¨¤ di recupero visivo e, soprattutto, minor frequenza di rigetto".
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