Frattura dello scafoide: perché è così frequente? La risposta dell'ortopedico

Il dottor Paolo Sassu spiega a Gazzetta Active le dinamiche di uno degli infortuni più frequenti nel mondo dello sport

Quando si parla di infortuni nello sport, è sempre più frequente leggere e sentir parlare di “frattura dello scafoide”, anche per quanto riguarda sportivi conosciuti. Ma cos’è precisamente lo scafoide e quali sono le dinamiche di questo infortunio abbastanza comune? Lo ha spiegato a Gazzetta Active il dottor Paolo Sassu, dirigente medico della clinica ortoplastica dell’Istituto Rizzoli di Bologna e direttore del team chirurgico che ha eseguito il primo trapianto bilaterale di mano e di arto bionico in Scandinavia presso il Sahlgrenska University Hospital di Goteborg in Svezia.

“Lo scafoide è un piccolo osso del polso, rivestito per intero di cartilagine, ed è l’osso più soggetto a fratture tra quelli che costituiscono il carpo. La causa più frequente è una caduta con il paziente che, a scopo protettivo, poggia con forza la mano al suolo con il polso atteggiato in iperestensione. In questa posizione lo scafoide va a sbattere contro l’osso del radio, causando quasi una frattura da tensione. Ci sono anche casi in cui la frattura può essere causata da un trauma diretto, ma sono meno frequenti”.

In quali sport sono più frequenti le fratture dello scafoide? In che modo avvengono??

“? frequente negli sport che uniscono corsa e contatto, come ad esempio il calcio, il rugby e la pallacanestro, poiché lo sportivo è più soggetto ad avere cadute violente nelle quali si batte il polso al suolo. Paradossalmente in sport come il tennis, che sollecitano molto la zona del polso ma in maniera costante e controllata, è meno frequente. Per causare l’infortunio la sollecitazione deve essere improvvisa e violenta, con il peso del corpo che forza il polso ai gradi estremi di estensione. Per quanto riguarda la sintomatologia, solitamente il polso è dolente e tende a gonfiarsi, anche se non sono rari i casi in cui, a causa di sintomi lievi, la frattura passa inosservata, portando ad una diagnosi e il conseguente recupero più complicato”.?

Per quanto riguarda la pesistica e la palestra??

“Anche in questo caso, come per il tennis, è meno frequente, poiché i traumi improvvisi ad alta energia sul polso sono rari. In taluni casi può avvenire che un cedimento muscolare durante il sollevamento di un peso importante porti al carico eccessivo in iperestensione del polso e conseguente frattura”.?

Quali sono le differenze rispetto a una più generale frattura del polso?

"La differenza principale sta nel fatto che lo scafoide ha una vascolarizzazione unidirezionale e spesso la lesione dei piccoli vasi nutrienti dell’osso non può essere compensata da altri vasi. Per questo, a causa di un ridotto apporto sanguigno, la guarigione della frattura risulta molto lenta e talvolta incompleta, minando seriamente il recupero funzionale. Se una frattura della mano, ad esempio, guarisce in 4-5 settimane, quella dello scafoide arriva anche a 8-10 settimane”.?

Come si cura? Quali sono i tempi di recupero??

“Come detto, è prima di tutto importante arrivare a una diagnosi in tempi brevi, per evitare di compromettere il recupero. Per farlo, si fa solitamente una radiografia, che nella maggior parte dei casi ci conferma la diagnosi e ci dice la sede della frattura. Se questo non ci dà una risposta chiara, invece, è necessario ricorrere alla risonanza magnetica. Fatta la diagnosi, il trattamento dipende dal tipo di frattura. Se la frattura dello scafoide è composta un gesso per circa 4-6 settimane può essere sufficiente, se invece è scomposta bisogna eseguire un intervento chirurgico nel quale si riduce la frattura e si applica una piccola vite di stabilizzazione. I tempi di guarigione sono sempre di circa 6 settimane ma il paziente può iniziare una riabilitazione del polso precoce”.