I ricercatori hanno monitorato seimila calciatori che hanno giocato nel massimo campionato svedese tra il 1924 e il 2019
I calciatori professionisti hanno un rischio di incorrere nel morbo di Alzheimer o in altri tipi di demenza di 1,7 volte maggiore degli altri individui. Questa preoccupazione riguarderebbe i giocatori di tutti i ruoli di movimento, non i portieri. La causa principale sarebbe da individuare nei colpi di testa. ? quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori svedesi e pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet (che trovate integralmente a questo link).
Malattie neurodegenerative tra calciatori e l'esempio della Scozia
¡ª ?Lo scopo dei ricercatori svedesi era quello di "valutare il rischio di malattie neurodegenerative tra i calciatori maschi della massima divisione svedese" perch¨¦ la preoccupazione che i giocatori siano pi¨´ esposti a questo tipo di patologie "ha portato a interrogarsi sulla sicurezza dello sport e sulle recenti misure introdotte dalle associazioni calcistiche per ridurre i colpi di testa". Infatti in Scozia, per esempio, la Federazione ha vietato gi¨¤ nel 2020 i colpi di testa ai calciatori sotto i 12 anni di et¨¤ negli allenamenti settimanali e due anni dopo ha esteso questo divieto anche ai calciatori professionisti, proprio per evitare l'insorgenza della demenza, basando la decisione su recenti ricerche scientifiche, di cui una condotta anche dall'Universit¨¤ di Glasgow, che individuavano un legame tra i colpi di testa e le malattie degenerative nei calciatori, con una incidenza di 3,5 volte pi¨´ alta rispetto alla popolazione. La Federcalcio scozzese ha cos¨¬ vietato ai calciatori di colpire la palla di testa in allenamento il giorno prima e il giorno dopo ogni partita giocata e ha imposto di limitare gli allenamenti sui colpi di testa a una sola sessione ogni sette giorni.
La ricerca svedese su malattie neurodegenerative e calcio
¡ª ?I ricercatori svedesi hanno identificato tutti i giocatori che hanno militato almeno per una partita nel pi¨´ importante campionato del loro Paese tra il 1¡ã agosto 1924 e il 31 dicembre 2019. Sono stati usati i registri nazionali "per confrontare il rischio di malattie neurodegenerative (diagnosi registrate nei certificati di morte, durante i ricoveri ospedalieri e visite ambulatoriali, o l'uso di farmaci da prescrizione per la demenza) tra i giocatori di calcio rispetto alla popolazione generale". ? stato anche valutato "ogni tipo di malattia neurodegenerativa (Alzheimer e altre demenze, malattia dei motoneuroni e malattia di Parkinson) e confrontato il rischio di malattia neurodegenerativa tra i giocatori di movimento rispetto ai portieri".
Il campione esaminato e i risultati
¡ª ?In tutto i calciatori presi in considerazione ai fini dello studio dai ricercatori svedesi sono stati 6.007, di cui 510 portieri, messi a confronto con un campione di 56.168 persone che non avevano giocato a calcio per professione. ? emerso che mentre sul campione di popolazione generale ¨¨ stata diagnosticata una malattia neurodegenerativa nel 6,2% dei casi, tra i calciatori questa percentuale saliva a ben l'8,9%. Invece tra i portieri il rischio ¨¨ risultato alla pari con la popolazione generale.
Interpretazione dei risultati
¡ª ?I ricercatori hanno cos¨¬ riassunto i risultati del loro studio: "I calciatori maschi che hanno giocato nella massima divisione svedese hanno un rischio significativamente maggiore di sviluppare malattie neurodegenerative rispetto alla popolazione generale. L'aumento del rischio ¨¨ stato osservato per il morbo di Alzheimer e altre forme di demenza, ma non per altri tipi di malattie neurodegenerative, e tra i giocatori di movimento, ma non tra i portieri. Il nostro studio amplia i dati che possono essere utilizzati per valutare e gestire i rischi nello sport".
I limiti della ricerca svedese
¡ª ?Sono gli stessi autori dello studio a chiarire: "Le prove complessive supportano l'ipotesi che gli ex calciatori d'¨¦lite siano a maggior rischio di malattie neurodegenerative, in particolare il morbo di Alzheimer e altre demenze, e che l'aumento del rischio sia limitato ai giocatori di movimento. Tuttavia, l'entit¨¤ dell'associazione potrebbe differire tra le popolazioni di calciatori d'¨¦lite, comprese le giocatrici, e non ¨¨ chiaro se i risultati siano generalizzabili ai calciatori contemporanei".
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