Due studi diversi, pubblicati negli stessi giorni, mettono in luce piccole abitudini quotidiane che possono aiutarci a prevenire la demenza senile
Secondo previsioni dell¡¯OMS, entro il 2030, 75 milioni di persone nel mondo dovranno fare i conti con una malattia neurodegenerativa. In Italia, dove il tasso di invecchiamento della popolazione ¨¨ tra i pi¨´ alti al mondo, il problema ¨¨ particolarmente sentito e gi¨¤ oggi la demenza senile riguarda 1,2 milioni di persone (di cui il 60% colpite dall¡¯Alzheimer). Lontani (per ora) dal trovare una cura definitiva, ai medici non resta che la prevenzione. Ma la buona notizia ¨¨ che le forme di demenza senile, secondo due studi recenti, si possono prevenire anche attraverso piccole abitudini quotidiane¡?
Alzheimer e filo interdentale
¡ª ?Il primo studio, pubblicato qualche giorno fa sul Journal of American Geriatrics Society, ha trovato una correlazione tra l¡¯igiene dentale e l¡¯Alzheimer: secondo i ricercatori, chi ha seri problemi di salute orale ha il 23% in pi¨´ di probabilit¨¤ di sviluppare una forma di declino cognitivo, con conseguente perdita della memoria. Il consiglio ¨¨ dunque quello di non trascurare la pulizia quotidiana dei denti e usare il filo interdentale. Una piccola, sana, abitudine da mantenere soprattutto durante la mezza et¨¤.
Lavarsi i denti e fare frequenti visite dal dentista per una pulizia approfondita, a quanto scrivono i ricercatori, ¨¨ il modo migliore per tenere lontane le malattie gengivali, che gi¨¤ studi precedenti hanno collegato al diabete e alle malattie cardiovascolari. Il nemico in questo caso ¨¨ l¡¯infiammazione cronica delle gengive, che immettendo sostanze infiammatorie nel sangue uccide i neuroni e fa aumentare il rischio di declino cognitivo (23%) e di demenza (13%). "L'infiammazione sistemica - afferma lo studio - di per s¨¦ ¨¨ un determinante indipendente del deterioramento cognitivo e si collega a vari fattori di rischio tra cui diabete, ipertensione e colesterolo e anche all'invecchiamento e al deterioramento cognitivo¡±.
Demenza senile e esercizio fisico
¡ª ?Un altro studio sottolinea l¡¯importanza dell¡¯attivit¨¤ fisica per chi vuole mantenere una robusta capacit¨¤ cognitiva anche in vecchiaia. Per fortuna, anche chi non ha praticato sport da giovane, pu¨° avvantaggiarsene: una corretta routine di esercizi aiuta a mantenere giovane il cervello a prescindere dall¡¯et¨¤. Gli scienziati della UC San Francisco hanno infatti scoperto che il cervello degli anziani fisicamente attivi possiede una proteina che migliora le connessioni tra i neuroni e aiuta a mantenere una cognizione sana. "Preservare l'integrit¨¤ di queste connessioni tra i neuroni ¨¨ vitale per respingere la demenza, dal momento che la sinapsi ¨¨ davvero il luogo in cui avviene la cognizione. E l¡¯attivit¨¤ fisica, uno strumento? disponibile a tutti, pu¨° potenziare il suo funzionamento¡±, afferma Kaitlin Casaletto, assistente professore di neurologia.
Il team di ricerca ha analizzato i dati su alcuni gruppi di anziani forniti dal Memory and Aging Project della Rush University di Chicago. I risultati hanno rivelato che chi praticava attivit¨¤ fisica (anche leggera) mostrava livelli pi¨´ elevati delle proteine che rendono possibile lo scambio di informazioni tra i neuroni. Non solo. Secondo i ricercatori gli effetti benefici dell¡¯attivit¨¤ fisica da anziani si estendono ben oltre l'ippocampo, l¡¯area del cervello deputata alla memoria, e influiscono anche su le regioni associate alla funzione cognitiva. ¡°Pu¨° darsi che l'attivit¨¤ fisica eserciti un effetto di sostegno generale, stimolando la funzione sana delle proteine che facilitano la trasmissione sinaptica in tutto il cervello¡±, chiosa William Honer, docente di psichiatria presso l'Universit¨¤ della British Columbia.?
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