Perché gli psicofarmaci possono causare l'effetto rebound come a Fedez? Ce lo spiega l'esperto

Le dichiarazioni di Fedez hanno riaperto ancora una volta una questione molto importante, quella dei disturbi mentali. Il rapper ha raccontato tramite il suo profilo Instagram di aver avuto problemi di salute mentale e di aver interrotto repentinamente la terapia farmacologica a causa di alcuni effetti collaterali: ciò ha portato a un effetto rebound, ovvero a dei sintomi da sospensione di un farmaco che si sono rivelati anche molto pesanti. Ma cosa sono esattamente questi sintomi da sospensione? Lo ha spiegato a Gazzetta Active il dottor Vincenzo Villari, direttore del Dipartimento Neuroscienze e Salute Mentale e Direttore di Psichiatria della Città della Salute e della Scienza di Torino.

Dottore, cosa succede in seguito alla sospensione di uno psicofarmaco?

“Non entro nel merito del caso specifico di Fedez perché ovviamente non possiamo conoscerlo a fondo, ma premettendo che non possiamo generalizzare perché i farmaci possono essere diversi, così come le reazioni dei singoli pazienti, è bene ricordare che gli psicofarmaci devono essere prescritti da uno psichiatra, e non possono essere presi alla leggera o dopo una autodiagnosi. Fatta questa importante premessa, quando si interrompe una terapia ci possono essere due tipi di problemi: uno legato alla sospensione del farmaco, o effetto rebound, o uno legato alla ripresa dei sintomi per i quali il farmaco è stato dato, e le due cose possono anche sovrapporsi. Nel caso dei farmaci antidepressivi, un’interruzione può sicuramente portare a dei sintomi, che possono essere più o meno intensi se la sospensione è stata immediata o invece graduale”.

Quali sono i sintomi tipici da effetto rebound di uno psicofarmaco?

“I sintomi più comuni sono rappresentati da malessere generale, nausea, mialgie diffuse, febbre, brividi o anche sintomi motori, vertigini e agitazione. Per quanto sgradevoli, sono tutti sintomi che hanno una prognosi favorevole, perché andranno a sparire nel giro di una settimana o due, e comunque tenderanno a ridursi nel tempo”.

Possono durare anche di più?

“Dipende da tante cose. Si parla di una o due settimane in linea generale, ma bisogna poi vedere se ci sono interazioni con altri farmaci, se insieme alla terapia farmacologica è stata seguita una psicoterapia, tante cose. Sono situazioni complesse, quindi è sempre bene ricordare che non bisogna automedicarsi con nessun tipo farmaco, ma ancor meno con gli psicofarmaci, perché sono ancora più delicati e può essere pericoloso”.

Entra poi in gioco anche un fattore di paura, in particolare quella di non aver risolto il problema…

“Per questo bisogna fare la distinzione fatta in precedenza: i sintomi legati all’interruzione della terapia passano e scompaiono, i sintomi legati alla ricomparsa della malattia in corso possono manifestarsi di nuovo e aumentare, perché il farmaco alla fine è un sintomatico, da solo non risolve i problemi: per quello è necessaria una terapia integrata con farmaci e psicoterapia”.

C’è ancora poca conoscenza di queste dinamiche, soprattutto per quanto riguarda la salute mentale…

“L’esposizione di Fedez può avere sicuramente un effetto positivo, può invogliare chi soffre di disturbi mentali, che sono sempre diffusi e hanno superato addirittura le malattie cardiovascolari: circa una persona su cinque ne soffre. Quando si parla di disturbo non si intende ovviamente il semplice malessere, ma una serie di sintomi duraturi tali da rendere necessaria una terapia. Come detto, non entro nel merito del suo caso specifico perché ovviamente non possiamo conoscerlo nel dettaglio, e in generale non parlo dei pazienti, però le sue dichiarazioni possono aiutare perché ancora non si parla abbastanza di disturbi mentali, e questo porta le persone ad “automedicarsi” proprio perché in questo modo non è necessario parlarne e andare da uno psichiatra o da uno psicoterapeuta. Questo, lo ripeto, è sbagliato: bisogna incoraggiare chi sta male a capire che sta male perché ha un disturbo che va curato, come tutte le altre malattie”.