Organizzato dalla Rosa Associati, lĄŻevento ¨¨ giunto alla sua 33? edizione e ogni anno avvicina migliaia di persone alla corsa. Il reportage
Samuel ha 7 anni ed?¨¨ lĄŻultimo a scendere dal bus, accennando un sorriso. Indossa una maglia a righe rossa e nera, ha in spalla uno zainetto e in mano un paio di scarpe da corsa consumate. Insieme a tanti appassionati, domenica 28 gennaio ¨¨ arrivato anche lui al Nike Sports Club di Eldoret, in Kenya. Per muovere un passo in pi¨´ verso un sogno: "Voglio correre e diventare un campione". LĄŻoccasione scelta, il Discovery Kenya, ¨¨ quella giusta. Organizzato dalla Rosa Associati, ¨¨ uno degli eventi sportivi pi¨´ noti dellĄŻAfrica Orientale ed ¨¨ giunto alla sua 33esima edizione.
sguardo avanti
ĄŞ ?Al training camp arrivano poco meno di tremila atleti pronti a iscriversi alle gare. Le chance per competere sono diverse, tutte nel cross country. Si va dalla simpatica 500 metri per maschi e femmine di 5-6 anni, in cui domina la leggerezza, alle competizioni senior: la 8 km donne e la 10 km uomini. Qui la musica ¨¨ diversa: chi partecipa lo fa per cercare unĄŻopportunit¨¤ e mettersi in mostra, con la speranza di costruire un futuro migliore per s¨Ś e per i propri affetti, allacciando un paio di scarpe. In piena sintonia con la filosofia dellĄŻevento, che avvicina anche i pi¨´ piccoli alla corsa, sport nazionale in Kenya. Per scoprire i talenti di domani. Quelli che prenderanno il posto di campioni come Eliud Kipchoge (due volte campione olimpico di maratona) e Kelvin Kiptum (attuale recordman sulla distanza dopo il successo centrato a Chicago pochi mesi fa, in 2h00'35"). O ancora - restando ai connazionali pi¨´ celebri - Brigid Kosgei, detentrice del primato mondiale sui 42,195 km fino a settembre (spodestata a Berlino dallĄŻetiope Tigist Assefa, vincitrice in 2h11'53"). Per capire cosa rappresenta il Discovery si pu¨° partire da qui.
tra sogni e speranze
ĄŞ ?I pi¨´ piccoli sono accompagnati dai genitori, ma anche tra i pi¨´ grandi non mancano i tifosi a incoraggiare. Qualcuno arriva (e corre) scalzo, altri con i sandali, qualcuno con scarpe per nulla adatte al running. Comandano le possibilit¨¤ economiche, in Kenya livellate spesso verso il basso. Brian, 62 anni, si avvicina con un foglio bianco e una matita, spiegando il suo desiderio con un sorriso grosso cos¨Ź: "Non ho avuto la fortuna di fare lĄŻatleta, ma mi piacerebbe un giorno correre a New York e mi alleno molto. Sapete come fare?". Con lui cĄŻ¨¨ la sua nipotina di 3 anni, che almeno stavolta non partecipa alle gare: "Ma in futuro ci sar¨¤, ¨¨ una promessa". Tanti altri accompagnatori decidono di non entrare nel training camp e restano fuori ad aspettare la fine delle gare, a volte sussurrando una preghiera. Come Faith: "Mio figlio prender¨¤ parte alla 8 km maschile Under 20, spero che riesca a ottenere un buon risultato. Vuole diventare un professionista e girare il mondo". ? proprio la voglia di arrivare il fil rouge che unisce molte storie.
occhi attenti
ĄŞ ?AllĄŻEldoret Sports Club cĄŻ¨¨ per¨° anche chi ce lĄŻha fatta. Ospiti dĄŻonore, riferimenti per ragazzi con un sogno nel cassetto. Brigid Kosgei, per esempio, si presta a decine di selfie e saluta tanti giovanissimi che vedono in lei un esempio di vita. Lo stesso vale per Jacob Kiplimo. Classe 2000, ugandese, ¨¨ gi¨¤ stato campione del mondo di mezza maratona nel 2020 ed ¨¨ lĄŻattuale detentore del record mondiale della specialit¨¤ (57'31"). A un certo punto, tra una premiazione e lĄŻaltra gli organizzatori lo chiamano sul palco. Lui non si tira indietro: "Potete e dovete farcela. Credeteci sempre, buona fortuna a tutti". Tra i volti noti del Discovery Kenya ci sono anche ex campioni, oggi abituati a guardare i talenti con lĄŻocchio attento del coach. Un nome per tutti ¨¨ quello di Eric Kimaiyo, definito "Sergente" da pi¨´ di qualche addetto ai lavori. Il risultato pi¨´ scintillante della sua carriera da atleta ¨¨ il secondo posto alla maratona di Berlino del 1997. Poi ha abbracciato la vita da allenatore e oggi ¨¨ il supervisore del training camp di Kapsait, uno dei 13 che la Rosa Associati ha costruito sul territorio. Sportivi, ma non solo. Alla 33esima edizione del Discovery Kenya ¨¨ presente pure il mondo accademico, con il dottor David Putrino, dell'Icahn School of Medicine at Mount Sinai: insieme allĄŻUniversit¨¤ di Brescia - rappresentata dal dottorando Gianluca Di Rosario - negli ultimi mesi ha rivolto con il supporto del suo ateneo uno sguardo attento alla comunit¨¤ dei Masai. LĄŻintento? Fornire conoscenze approfondite a una popolazione indigena, nota da secoli per forza e resistenza, per valorizzare i talenti locali.
il futuro va di corsa
ĄŞ ?Si innesta qui una menzione al lavoro svolto nellĄŻultimo trentennio dalla Rosa Associati sul territorio keniano, con lĄŻintervento del dottor Gabriele Rosa: "Il Discovery ¨¨ un evento messo in piedi da zero ed ¨¨ un orgoglio vedere come ancora oggi continui a crescere, nonostante le difficolt¨¤". Tra i tecnici pi¨´ vincenti dellĄŻatletica, il dottor Rosa ¨¨ stato il primo a intuire le potenzialit¨¤ sportive del territorio e dei ragazzi del posto. QuestĄŻanno, a causa di un piccolo infortunio, non ¨¨ stato presente alla manifestazione. Dopo 33 anni, per la prima volta: "Ma ci sar¨° nel 2025" scherza al telefono, confermando di aver seguito ogni passo dellĄŻevento grazie a un fitto scambio di messaggi con i suoi collaboratori. "LĄŻobiettivo ¨¨ ora potenziare il lavoro di scouting e formazione in nazioni vicine come lĄŻUganda, in cui pochi giorni fa abbiamo organizzato una seconda edizione del Discovery". Insomma, il futuro va di corsa. Proprio come il Kenya.
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