Spiaggia, palme, ma non solo: la gara regala tanta avventura e scorsi mozzafiato. Un'esperienza tutta da vivere...
Gi¨¤ il nome della gara fa sognare: 100 km del Caribe, correre nei Caraibi, pi¨´ precisamente nella Repubblica Dominicana. Sole, palme, mare. A questo ti fa pensare e infatti cos¨¬ ¨¨, ma non solo. E, soprattutto, non subito. Ma cominciamo dall¡¯inizio.
Scalo nella capitale, Santo Domingo, citt¨¤ dove c¡¯¨¨ la casa di Cristoforo Colombo come museo nazionale e dove il nostro connazionale, l¨¬ nei pressi, approd¨° con le sue tre Caravelle scoprendo e colonizzando, nel 1492, ¡°il nuovo mondo¡±.
Veniamo all¡¯oggi. Con un transfer si punta a nord dell¡¯isola, a Puerto Plata, citt¨¤ con uno dei pi¨´ importanti porti commerciali del Paese. E tanto, tanto turismo. Albergo, aperitivo e balli di questo gioioso popolo ci accolgono nella hall. Cena, controllo materiale di gara (fischietto e borraccia obbligatori), ritiro pettorali e presto a letto. Siamo stanchi.
Per fortuna, il giorno dopo ¨¨ libero, chi vuole pu¨° andare a visitare la cascata di Damajagua, una delle pi¨´ grandi meraviglie e patrimonio naturale della costa del nord. A letto presto anche oggi, domani si corre.
Ecco la 1^ delle 5 tappe, ognuna diversa, ognuna, affascinante. Andiamo a Santiago, la partenza ¨¨ alle 15, abbiamo cos¨¬ il tempo di visitare la fabbrica dove si producono i sigari Davidoff, famosi ed esportati in tutto il mondo. Dodici i chilometri da correre o camminare, in quanto c¡¯¨¨ anche la sezione dei nordic walkers o camminatori, con classifica a parte. Il dislivello ¨¨ di 400 m, cos¨¬, tanto per assaggiare. Solo il primo di questi chilometri ¨¨ di asfalto, per il resto solo terreno battuto, pietraie, fiumiciattoli da guadare e sali-scendi continui dentro a gole strette tra montagna e giungla.
Silvana Lattanzio(continua nella prossima scheda)
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