Uno dei quesiti pi¨´ frequenti tra i runner riguarda l¡¯utilizzo delle tabelle di anno in anno. Ecco perch¨¦ cambiare pu¨° tornare utile nella preparazione
Lo abbiamo pensato tutti, ne sono quasi certa: "Prendo la tabella dell'anno scorso e preparo la prossima maratona". Peccato che poi inevitabilmente qualcosa non va in quella tabella. Si va pi¨´ piano, pi¨´ forte, meglio, peggio. Iniziano i confronti con l'anno precedente, che non era mai uguale, che "ma quelle ripetute l'anno scorso le ho fatte facili e quest'anno mi sembrano un calvario...".?
maratona e tabelle
¡ª ?Gi¨¤ da questa premessa si evince che preparare una maratona riciclando la tabella dell'anno precedente non ¨¨ una buona idea. Ripetere gli stessi allenamenti ha pi¨´ di uno svantaggio.?Iniziamo dal lato mentale. Come accennavo, usare uno schema sempre simile ci espone a inevitabili confronti con il noi della volta precedente. In qualche modo pensiamo di essere sempre gli stessi o al massimo di essere meglio. Quando invece ¨¨ impossibile essere immutabili nel tempo. Questo a causa di situazioni interne differenti, dallo stato di forma al peso, alla storia atletica dei mesi prima. Per esempio, ¨¨ molto diverso iniziare una preparazione dopo una stagione atletica positiva o dopo uno stop a causa di infortunio. Inoltre dobbiamo contare i fattori esterni, uno su tutti il clima. In secondo luogo reagiamo agli allenamenti in maniera differente a seconda del momento. Fare confronti ci metterebbe nello stato errato in partenza. E potrebbe creare delle frustrazioni inutili. Per questo ¨¨ sempre bene non ripetere uno schema, anche se vincente.
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allenarsi per la maratona
¡ª ?Poi, in secondo luogo, parliamo di teoria dell'allenamento. Un allenamento deve creare degli adattamenti nel nostro corpo, che si basano sul destabilizzarlo. Infatti correre sempre alla stessa velocit¨¤ o allo stesso percorso o con lo stesso schema ¨¨ altamente sconsigliato e certamente non crea miglioramenti. Allo stesso modo organizzare la preparazione di una maratona, che ¨¨ lunga e impegnativa, mantenendo il piano invariato non riesce a dare gli stessi effetti allenanti anno dopo anno, proprio perch¨¦ dopo un po' non destabilizza pi¨´ il nostro corpo. E di conseguenza non crea adattamento, n¨¦ allenamento.
i lunghi
¡ª ?Molto spesso mi capita di analizzare i piani di allenamento con i miei atleti, che sono tutti amatori, e sentirli incerti a causa di confronti con gli anni precedenti. La perplessit¨¤ pi¨´ frequente ¨¨ quella nei confronti dei lunghi: "In questo periodo l'anno scorso avevo gi¨¤ fatto 2 o 3 lunghi, come mai quest'anno no?". La tabella, se personalizzata, viene costruita sulle capacit¨¤ e sulle possibilit¨¤ del singolo atleta. Nel caso in cui il fondo aerobico sia carente, per esempio, si pu¨° pensare di calcare la mano sulle corse lunghe e lente, ma lo stesso atleta l'anno successivo potrebbe dover lavorare maggiormente sulla velocit¨¤ di gara, o sulla resistenza alla fatica. Oppure potrebbe aver subito qualche infortunio che richiede maggior prudenza.?
un passo alla volta
¡ª ?In ultimo, l'allenamento non ¨¨ mai una storia che termina e ricomincia da capo. Ma ¨¨ una stratificazione. Si costruisce sulla nuova realt¨¤ dell'atleta, aggiungendo dettagli alle basi gettate in precedenza. ? come un quadro: prima il canovaccio, poi la base, i colori e infine i dettagli. Ogni preparazione aggiunge, non sostituisce. Pu¨° infatti capitare che la preparazione di una stagione dia i suoi frutti maturi nella stagione successiva, questo perch¨¦ a seconda del momento e della persona ci sono adattamenti molto pi¨´ lunghi di altri da creare.?In sintesi quindi, una tabella personalizzata, non pu¨° essere presa per verit¨¤ assoluta e non pu¨° essere replicabile su tutti e in ogni momento. Va invece adattata e limata in base alle necessit¨¤ del singolo momento.
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