Abbiamo chiesto delucidazioni a Maria Chiara Crippa, psicologa specializzata in psicologia dello sport
Il periodo storico che stiamo ancora vivendo ha segnato una linea di demarcazione al di l¨¤ della quale sar¨¤ difficile fare ritorno. La pandemia sar¨¤ senz¡¯altro l¡¯evento che, anche col passare della storia, segner¨¤ indelebilmente gli anni ¡¯20 di questo secolo. A noi, che ci troviamo ad attraversare questa fase, rimane il compito di riflettere su quanto accaduto, e su quanto sta ancora accadendo, per trasmettere alle generazioni future, oltre alla memoria storica, gli insegnamenti che sono scaturiti da questa esperienza drammatica e globale.
Pandemia e motivazione
¡ª ?Il mondo dello sport, per quanto alle volte lo si possa credere alieno dai mali del mondo, in realt¨¤ non ¨¨ rimasto indenne, pagando serie conseguenze in molti ambiti. Tra queste anche i disagi psicofisici causati dalla pandemia, come il calo della motivazione provato da molti sportivi nell¡¯arco di quest¡¯ultimo anno. Ma come mai siamo andati in crisi mentalmente a causa del Covid-19? Abbiamo chiesto delucidazioni a Maria Chiara Crippa, psicologa specializzata in psicologia dello sport: "Il fenomeno del calo o della perdita di motivazione tra gli sportivi ¨¨ un fenomeno complesso, riconducibile a una molteplicit¨¤ di fattori. La pandemia, infatti, ha avuto un ruolo determinante nel modificare e condizionare il nostro vissuto emotivo".
L'intervista all'esperta
¡ª ?"Innanzitutto, il rinvio o l¡¯annullamento delle competizioni sportive ha fatto s¨¬ che venissero meno i nostri obiettivi. Un aspetto ancor pi¨´ determinante tra chi si motiva attraverso il confronto con gli altri o anche dal confronto con se stesso ma in un contesto competitivo. Tutto ci¨° ha favorito l¡¯insorgere di sentimenti di sconforto e rassegnazione, dettati dal principio ¡°Inutile allenarmi se non ci sono gare¡±. A ci¨°, come se non bastasse, si ¨¨ aggiunta la riduzione del movimento, anche in un contesto domestico".
Alla perdita degli obiettivi ¡°esterni¡±, si aggiunge un aspetto per nulla secondario. Premesso che, citando dalla Politica di Aristotele, ¡°L¡¯uomo ¨¨ un animale sociale¡±, venendo meno il vissuto collettivo dell¡¯attivit¨¤ sportiva molti di noi si sono trovati a sperimentare delle situazioni di nostalgia e abbandono. Come ci spiega Maria Chiara Crippa: "L¡¯uomo si nutre di relazioni. Non siamo in grado di stare a lungo da soli. Mancando il nutrimento psicologico delle relazioni per molte persone ¨¨ stato normale andare incontro a una deflessione del tono dell¡¯umore. La presenza dell¡¯¡°altro¡±, infatti, ¨¨ fondamentale in termini di confronto e identit¨¤. ? grazie al contesto, o meglio al ruolo motivazionale del contesto che riesco a capire dove mi colloco e chi sono; ma questo, appunto, ¨¨ possibile farlo all¡¯interno di relazioni, ovvero attraverso dei rapporti all¡¯interno dei quali la mia persona ¨¨ solo uno dei due poli. Da questo punto di vista, ¨¨ chiaro che il gruppo d¡¯allenamento, il rapporto con l¡¯allenatore o con la societ¨¤ sportiva giocano dei ruoli determinanti nella nostra identit¨¤, sia come sportivi ma anche come esseri umani. Venendo meno tutto ci¨° ¨¨ facile comprendere il senso di destabilizzazione a cui siamo andati incontro".
Stress, rabbia e non solo...
¡ª ?Infine, la dottoressa Crippa sottolinea come "Questo profondo e diffuso stato di incertezza ha fatto s¨¬ di generare: senso di vulnerabilit¨¤, perdita del controllo, mancanza di progettualit¨¤ e, pi¨´ in generale, un aumento delle ansie nei confronti di un futuro che, giorno dopo giorno, si dipingeva come sempre pi¨´ incerto. Tutto questo ha portato a fenomeni di stress, rabbia, nervosismo che, a loro volta, ci siamo trovati a non poter sfogare attraverso il movimento o l¡¯attivit¨¤ fisica. Quindi, soprattutto tra coloro che avevano meno risorse in termini di resilienza, ¨¨ stato quasi inevitabile sfociare in atteggiamenti quali l¡¯apatia, meno desiderio di fare, chiudersi e ripiegarsi su se stessi".
I consigli
¡ª ?Se fare esperienza significa pervenire ad un nuovo contenuto di conoscenze a seguito delle modificazioni psicologiche e culturali che un determinato evento ci ha causato, allora capiremo bene che dall¡¯esperienza della pandemia dovremo trarne qualcosa, ovvero sar¨¤ utile pervenire a delle conclusioni che possano risultare, almeno, oggetto di discussione verso l¡¯edificazione di una societ¨¤ che abbia riflettuto ed elaborato quest¡¯esperienza. Per quello che riguarda noi sportivi sono almeno due i punti su cui sarebbe bene riflettere in merito a questo tema:
- Il fatto di riuscire a trovare una ¡°motivazione interna¡±, ovvero la possibilit¨¤ di lavorare sulle proprie risorse e capire il significato autentico che assume per ogni corridore la corsa; cio¨¨ provare a rispondere alla domanda: Perch¨¦ corro?
- Curare le relazioni, perch¨¦ da questi rapporti, dai gruppi che si frequentano, dal contesto in cui ci si trova a dover a che fare emerge grossa parte di quello che si ¨¨.
Infine, un¡¯ultima considerazione¡ quando ci troveremo di nuovo ammassati ai nastri di partenza di una gara o in una pista di atletica o in un parco, proviamo a osservarci l¡¯uno l¡¯altro e lasciamoci insinuare da questo subdolo pensiero: ¡°forse chi mi sta accanto non ¨¨ cos¨¬ diverso da me¡±. Ce lo ricordano gli antichi Greci: ¡°emp¨¤theia¡± da ¡°en¡± ovvero ¡°dentro¡± e ¡°pathos¡± cio¨¨ ¡°sentimento¡±; dunque ¡°avere dentro lo stesso sentimento¡±. In fondo, forse, non siamo poi cos¨¬ diversi.
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