Dall'allenamento specifico alle caratteristiche da non sottovalutare: ecco come porsi un obiettivo nello sport
Si fa fatica a tornare con i piedi per terra dopo giornate come quella di domenica 1 agosto. Sono bastati poco pi¨´ di dieci minuti, dalle 14:41 alle 14:52, per dare un nuovo significato non solo alla spedizione azzurra ai Giochi di Tokyo, non solo all¡¯atletica italiana (che non guadagnava una medaglia olimpica da Pechino 2008) ma, addirittura, a tutto lo sport del nostro Paese. Dieci minuti in cui il nostro orgoglio nazionale ha fatto un balzo alle stelle, dieci minuti in cui tutti (ma proprio tutti!) ci siamo riscoperti amanti della Regina degli sport.
I giornali, TV e social del mondo hanno portato alla ribalta questi due protagonisti, per noi italiani gi¨¤ eroi nazionali: Marcell Jacobs, l¡¯uomo pi¨´ veloce del pianeta, e Gianmarco (¡°Gimbo¡±) Tamberi, l¡¯uomo capace di saltare pi¨´ in alto al mondo (assieme al qatariota, e amico, Mutaz Essa Barshim). Nove secondi e ottanta centesimi, che valgono il primato europeo e due metri e trentasette. Questi i numeri delle loro imprese.
Per questi due campioni la giornata di domenica ha rappresentato senz¡¯altro il punto pi¨´ alto delle loro carriere. Un percorso lungo anni, irto di ostacoli, cadute, frustrazioni e una mole inimmaginabile di duro lavoro. Il gambaletto di gesso di Gianmarco Tamberi, con su scritto ¡°Road to Tokyo 2020¡± poi cancellato e diventato 2021, posizionato (in modo del tutto scenografico) a bordo pedana del salto in alto, ¨¨ l¡¯emblema di tutto ci¨°. Una rincorsa durata cinque anni, da quel terribile infortunio di Montecarlo, che ha costretto il saltatore anconetano a un calvario sportivo che avrebbe gettato moltissimi nella disperazione.
Il campione, del resto, si distingue dagli altri non solo per il talento, la capacit¨¤ di lavorare duramente e la ¡°fame¡± sportiva, che lo porta a non essere mai soddisfatto; ma anche per la capacit¨¤ di visione: quell¡¯abilit¨¤ di vedere una strada l¨¤ dove la maggior parte non si soffermerebbe, il fatto di immaginare un percorso che porti a una meta anche se di tracce non ne ¨¨ segnata nemmeno una. Non importa quanto sar¨¤ lunga la strada che separa dallo stato attuale in cui ci si trova. Nel momento in cui un¡¯atleta focalizza chiaramente nella propria testa l¡¯obbiettivo che vuole raggiungere, proprio allora inizia la sua rincorsa verso il traguardo sportivo.
Obiettivo nello sport: perch¨¦ ¨¨ importante
¡ª ?Sono diversi gli insegnamenti che possiamo trarre da giornate epocali come quella di domenica 1 agosto. Ancora di pi¨´ le considerazioni che si potrebbero fare. Ora, per¨°, ¨¨ ancora troppo presto. Le immagini sono ancora vivide nella mente e il cuore sussulta al solo rinominare le gesta dei due alfieri azzurri. Eppure, per tutti gli sportivi resta la considerazione di riflettere su quali siano gli obiettivi che ci muovono durante l¡¯esercizio della nostra attivit¨¤. Molti si potrebbero chiedere: perch¨¦ ¨¨ cos¨¬ importante avere un obiettivo? Per tante persone, infatti, la pratica sportiva si espleta come un¡¯attivit¨¤ di puro rilassamento, utile a scaricare le tensioni accumulate e a generare benessere psico-fisico. Eppure, anche per questi ultimi avere un obbiettivo aiuterebbe senz¡¯altro ad avere una maggiore motivazione. Le giornate no, le fasi di calo di forma, uno periodo di stop legato ad un infortunio sono situazioni con cui ogni sportivo che svolge la propria attivit¨¤ in modo regolare entra in contatto. Avere ben chiaro in mente quale sia l¡¯obiettivo che si vuole perseguire consente di far fronte a tutte queste difficolt¨¤, per superarle nel modo migliore.
Allenarsi per un obiettivo
¡ª ?Oltre a questo fattore motivazionale, di carattere psicologico, esiste un¡¯altra ragione per cui sarebbe opportuno porsi un obiettivo sportivo. Il tentativo di conseguire un determinato risultato sportivo, una performance specifica, fa s¨¬ che tutto il modo di allenarsi venga modulato in funzione dell¡¯obiettivo. Tutto ci¨° permette di introdurre una grande variet¨¤ nei mezzi di allenamento e anche una periodizzazione dell¡¯allenamento. La bellezza di tutto ci¨° sta nel dover ¡°costruire¡± la performance e per farlo risultano necessarie diverse fasi di adattamento. Un esempio potrebbe essere quello della maratona, anche se in realt¨¤ vale per qualunque performance sportiva. Chi vuole correre i fatidici 42,195km difficilmente comincer¨¤ fin da subito con i ¡°lunghi¡±. Piuttosto, partir¨¤ da un periodo di preparazione generale, dove curer¨¤ la forza (con del lavoro muscolare a carattere generale fatto in palestra) e la componente aerobica (con del lavoro di tipo estensivo). Successivamente, il lavoro sulla forza diverr¨¤ sempre pi¨´ specifico (cronoscalate, ripetute lunghe in salita, sprint in salita) e il lavoro aerobico diverr¨¤ pi¨´ intenso (di tipo intensivo). Solo nell¡¯ultima fase si potr¨¤ inserire il vero e proprio lavoro specifico per la maratona: ripetute a ritmo maratona (del tipo: 4x5000, 3x7000), 25km di fondo medio, 30km fartlek facendo 1km lento e 1km veloce, fino ad arrivare al classico ¡°lunghissimo¡±. Chiaramente, per arrivare a quest¡¯ultima fase, saranno risultate fondamentali le precedenti nelle quali, sebbene non fosse stato svolto un lavoro specifico per la maratona, ci¨° non di meno si rivelano come la conditio sine qua non per giungere al risultato. In ambito amatoriale, spesso, tutto questo discorso di diversificazione dell¡¯allenamento viene meno. Ci si ostina a ripetere gli stessi allenamenti, incrementando tutt¡¯al pi¨´ la quantit¨¤ e aspettandosi di migliorare, senza sapere bene perch¨¦ ci¨° dovrebbe avvenire. Nel momento in cui continuo a sottoporre il mio fisico agli stessi stimoli, sar¨¤ del tutto impossibile aspettarsi un miglioramento. Nella metodologia dell¡¯allenamento il motto ¡°No pain, no gain¡± ¨¨ quanto di pi¨´ sbagliato perch¨¦ s¨¬, ¨¨ corretto riuscire a sapersi spremere e dare tutto nelle sedute chiave e nelle fasi di carico; salvo poi far seguire a queste sessioni e periodi degli opportuni momenti di recupero. Impostare un obbiettivo ci obbliga pertanto a razionalizzare il nostro modo di allenarci.
Obiettivo nello sport: le caratteristiche
¡ª ?Che caratteristiche deve avere, per¨°, l¡¯obiettivo sportivo? Anzitutto deve essere alla portata. Deve essere una performance motivante e non impossibile. Per questo, l¡¯obiettivo andrebbe stabilito col proprio allenatore o, comunque, ci si dovrebbe far aiutare da degli esperti di medicina sportiva, dopo aver svolto alcuni test. L¡¯obiettivo deve essere anche di lungo corso. In ambito amatoriale sarebbe utile fissarsi un obiettivo principale (annuale) e degli obbiettivi propedeutici al raggiungimento del risultato principale (nel caso di obbiettivo annuale, sono sufficienti tre o quattro obbiettivi minori). In questo modo risulta estremamente pi¨´ semplice comprendere le priorit¨¤ e vivere tutte le altre competizioni come fossero allenamenti, togliendo ansia e nervosismo l¨¤ dove non ci dovrebbero essere.
Il sogno olimpico, quello che Jacobs e Tamberi sono riusciti a trasformare in realt¨¤, ¨¨ qualcosa di totalmente irrealizzabile per la stragrande maggior parte della popolazione. Eppure, mettersi alla prova con un obiettivo e pianificare un percorso, durante il quale si vedr¨¤ cambiare il proprio corpo e la propria mente, di sicuro ci avviciner¨¤ in qualche maniera al modo in cui si allenano questi campioni. E anche se nessuno potr¨¤ arrivare alla gloria olimpica, questo non toglier¨¤ nulla alla soddisfazione che ci invader¨¤ quando potremo gridare: ¡°Ce l¡¯ho fatta! Obiettivo raggiunto.¡±
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