Nicoletta Romanazzi segue Marcell Jacobs da un anno: "Ho capito che per lui sarebbe stato importante risolvere il rapporto con il padre, essendo lui stesso padre di tre bambini e da l¨¬ in poi..."
Respirare. Respirare. E poi correre e correre ancora. Oggi Marcell Jacobs, medaglia d'oro alle Olimpiadi nei 100 metri, ha fatto vivere allo sport italiano una giornata storica. Merito anche di Nicoletta Romanazzi, la mental coach di Jacobs. E¡¯ iniziato tutto un anno fa. ¡°S¨¬, ci siamo visti ad agosto dopo che me ne aveva parlato il suo procuratore. Ci siamo incontrati con l¡¯allenatore e poi a settembre abbiamo iniziato a lavorare insieme. Ed ¨¨ stato un lavoro straordinario¡±.
Lei in genere ¨¨ molto riservata, ma in realt¨¤ ¨¨ stato Jacobs a parlare spesso del vostro rapporto.
¡°S¨¬, tutti gli atleti di cui io parlo sono quelli che mi hanno autorizzata a farlo. Lui ha spesso parlato del nostro percorso, non ha avuto pudore nel farlo, forse perch¨¦ fin da subito ne ha sentito i benefici¡±.
Qual ¨¨ stato il segreto? Jacobs ¨¨ arrivato a Tokyo in una forma, soprattutto mentale, importante.
¡°Non esistono segreti, per¨° posso dire che fin da subito ho capito che per lui sarebbe stato importante risolvere il rapporto con il padre, essendo lui stesso padre di tre bambini. Questo lo ha sbloccato, adesso entra in pista pi¨´ consapevole di quello che pu¨° fare con le sue gambe. Ha acquisito sicurezza in se stesso, prima arrivava alle gare con molta pi¨´ ansia¡±.
In che modo lavorate?
¡°Ci vediamo sempre, quando possibile, a Roma, altrimenti al telefono come in questo periodo a Tokyo. Non ¨¨ obbligatoria la videochiamata, ci basta anche solo sentirci¡±.
Per lei ¨¨ importante la respirazione.
¡°Fondamentale, ¨¨ difficile che io non la faccia con i miei atleti, soprattutto prima di una gara. Arrivare con la testa giusta, senza che io entri in sfere tecniche che non mi competono, fa tutta la differenza del mondo e per questo ci sono atleti come Marcell che sentono l¡¯entusiasmo di raccontarlo. Lui aveva nel suo potenziale certe prestazioni, doveva solo sbloccarsi¡±.
La stagione anche prima dell'oro era stata positiva.
¡°Ottima, direi. Aveva vinto gli Europei Indoor facendo la miglior prestazione mondiale stagionale e ha fatto due volte il record italiano. Ma, ripeto, aveva tutto nelle sue gambe e nel suo cervello, doveva solo sbloccarsi e fare un lavoro su se stesso¡±.
Le pesa non essere a Tokyo? ¡°Moltissimo. Quest¡¯anno che ho cinque atleti alle Olimpiadi...¡±.
Chi sono gli altri?
¡°Luigi Bus¨¤ e Viviana Bottaro, karate. Il 6 agosto sar¨¤ il loro giorno, speriamo in una medaglia. Poi Alice Betto, triathlon, e Jeannine Gmelin, canottaggio, svizzera¡±.
Lei lavora anche con molti calciatori, da Sensi a Perin, poi Bertolacci, Zappacosta, Murgia e molti altri che non sono noti. Quanto ¨¨ diverso preparare un atleta olimpico che si gioca la gara della vita ogni quattro anni, in questo caso cinque, rispetto a chi scende in campo ogni tre giorni.
¡°Non ¨¨ questione di sport, ma di persone. E¡¯ logico che in generale quanto pi¨´ importante ¨¨ la gara tanta pi¨´ tensione si crea. Ma ci sono atleti che si gasano di pi¨´ in occasioni cos¨¬ e soffrono quelle meno importanti, ad esempio. Ogni lavoro ¨¨ a s¨¦, individuale. Tutto sta a trovare la chiave giusta¡±.
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