? stata la prima vera Olimpiade del surf, per vari motivi. Ero critico e titubante sulla scelta dello spot, ma si ¨¨ rivelata una decisione corretta: ¨¨ bastata una sola giornata di condizioni straordinarie per far capire al pubblico cosa sia il surf nella sua massima aspirazione. Avevo timore di possibili infortuni, ma tranne gli incidenti a Jack Robinson e Johanne Defay (entrambi hanno vinto una medaglia) il peggio ¨¨ stato scongiurato: se la sono cavata tutti benissimo, anche gli atleti non professionisti. Per quanto riguarda Leonardo Fioravanti, ci sono vari aspetti da considerare. La cosa migliore ¨¨ il mea culpa finale: ho apprezzato moltissimo il fatto di essersi assunto le responsabilit¨¤. La stagione era partita con alte aspettative, ma non ¨¨ stato in grado di inseguire i suoi obiettivi, sia in Wsl sia alle Olimpiadi. Deve ripartire dal suo discorso finale del mea culpa: ha dei mostri sacri davanti a s¨¦, ma con la giusta condizione mentale pu¨° tranquillamente essere tra i primi 15 del mondo. Un aspetto negativo di Tahiti ¨¨ che siamo dovuti stare svegli fino alle 5 del mattino: a esclusione dei super appassionati e i nottambuli, non ci sono state le migliori condizioni per far appassionare il pubblico italiano. Ma le telecronache in italiano hanno funzionato: si sono rivolte sia al pubblico di nicchia sia ai nuovi appassionati di surf. Per quanto riguarda il contest, mi sono piaciuti tanti atleti che non fanno parte del Tour: hanno dimostrato di essere di livello, la mossa dell¡¯Isa di portarli prima a Tahiti ha funzionato. Si sapeva che la Francia avrebbe avuto la carta Kauli Vaast da giocarsi: nel tubo da 9.50 in finale ha fatto capire di che pasta ¨¨ fatto. Per quanto riguarda la giuria, non capisco il senso di quel 9.90 a Medina. Forse ¨¨ stata una ripicca perch¨¦ lui ha chiesto il 10, in Wsl ¨¨ normale e i giudici valutano in modo limpido l¡¯onda. ? stata un¡¯occasione persa per fare vedere al mondo cosa significhi prendere?un¡¯onda?da?10.
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