La casa di Wolfsburg prosegue lo sviluppo della piattaforma per le auto elettriche nata nel 2019. In arrivo 10 nuovi modelli (di cui uno da 25.000 euro) entro la fine del 2026
Una gamma di vetture elettriche ancora pi¨´ ricca e variegata, tecnologicamente avanzata e dotata di una maggiore autonomia (si va verso i 700 chilometri con una ricarica contro i 500 attuali). ? questa la sfida lanciata dal gruppo Volkswagen per il prossimo quinquennio. Il primo modello ufficiale risale alla fine del 2019, in occasione del debutto mondiale (avvenuto al Salone di Francoforte, ndr) della ID.3. Da allora la casa tedesca ha proseguito costantemente lo sviluppo del Modular Electric Drive System (Meb), la piattaforma progettata esclusivamente per le auto elettriche, con l'obiettivo di realizzare la migliore vettura possibile sia da un punto di vista qualitativo ed estetico sia sul fronte dei costi (con un occhio al portafoglio). "Con la Meb abbiamo gettato le basi per una produzione economica che possa rendere la mobilit¨¤ elettrica alla portata di quasi tutti - spiegano dalla sede di Wolfsburg - e allo stesso tempo intendiamo offrire a tutti i clienti l'auto giusta per le loro esigenze individuali".?Da allora la multinazionale tedesca ha rinnovato il suo impegno per lo sviluppo di una piattaforma unica che possa essere utilizzata su tutti i veicoli, dalle city car ai Suv, fino ai veicoli commerciali. Tra i punti di forza del progetto c'¨¨ la posizione centrale del comparto riservato alla batteria, tra l'asse anteriore e quello posteriore, mentre il passo e la carreggiata restano facilmente modificabili in base alle esigenze del marchio. L'investimento effettuato dalla casa di Wolfsburg nell'ultimo triennio ha portato al (parziale) rinnovamento della gamma. Oltre a tutte le versioni della ID (e al Buzz per quanto riguarda i veicoli elettrici), infatti, anche diverse auto elettriche prodotte da Audi, da Cupra e da Skoda sono dotate della piattaforma Meb. Secondo una stima iniziale il solo marchio Volkswagen ha consegnato pi¨´ di 500 mila vetture della "famiglia" ID, a fronte dei 670 mila veicoli commercializzati dall'intero marchio.
VERSATILE ED ECONOMICA
¡ª ?Sin dagli albori del progetto l'azienda guidata da Oliver Blume intende rinnovare il concetto di batteria modulare, con l'obiettivo di adattarne la capacit¨¤ a seconda delle esigenze. Gi¨¤ al giorno d'oggi, pertanto, una batteria da 58 kWh rappresenta una soluzione ideale per tutti coloro che utilizzano la vettura per trasferimenti brevi (e perlopi¨´ cittadini), a fronte di un'incidenza, e di un beneficio in termini di risparmio, anche da un punto di vista economico. Viceversa, con una batteria pi¨´ grande (con 77 kWh), anche il livello di autonomia sale fino ai 550 chilometri garantiti con una ricarica.
pi¨´ autonomia
¡ª ?L'obiettivo a medio termine, per¨°, resta quello di riuscire a migliorare ulteriormente anche sotto questo punto di vista. Grazie alla cosiddetta cella unitaria, infatti, tutte le vetture che saranno dotate della nuova piattaforma Meb+ potranno percorrere fino a 700 chilometri con una ricarica (che, peraltro, potr¨¤ avvenire a una velocit¨¤ maggiore, fino ai 175¨C200 kW). "Entro il 2026 - spiegano dalla casa di Wolfsburg - verranno lanciati dieci nuovi veicoli elettrici, incluso un modello entry-level che avr¨¤ un costo massimo di 25.000 euro".?Quest'ultimi potranno contare sulla nuova architettura e su tutte le relative innovazioni tecnologiche. Sono previsti, inoltre, aggiornamenti alla gamma relativa ai segmenti performance e premium.?
gigafactory, quale sede?
¡ª ?Ma se, da un lato, prosegue lo sviluppo nell'ambito delle vetture di gamma, dall'altro la casa di Wolfsburg non ha ancora sciolto le riserve sul destino della "gigafactory" - il "maxi" stabilimento che accoglier¨¤ la produzione e lo sviluppo delle nuove batterie per le auto elettriche - europea. L'obiettivo resta quello di entrare a pieno regime entro il 2027. Contrariamente alle previsioni iniziali (la deadline, infatti, scade alla fine di quest'anno), la decisione ¨¨ stata rinviata di qualche mese. Oltre alla Repubblica Ceca, anche l'Ungheria, la Polonia e la Slovacchia restano in corsa per ospitare l'impianto.
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