La sostituzione di Herbert Diess con Oliver Blume al vertice del Gruppo Volkswagen fa immaginare nuovi indirizzi nella strategia elettrica che tengano maggiormente conto delle condizioni attuali del mercato e della tecnologia
La firma che ha impresso una trasformazione elettrica al gruppo Volkswagen ¨¨ la stessa che ora sigla un accordo amichevole di uscita dall'azienda, quello che sostanzialmente vale la resa. Lasciando, Herbert Diess chiude inevitabilmente una pagina ben pi¨´ ampia di quella che riguarda la storia recente del colosso di Wolfsburg. Piuttosto conclude la prima fase dell'elettrificazione forzata impressa all'auto in Europa, quella dell'entusiasmo di una rincorsa possibile al fascino tecnologico di Tesla, da realizzare per¨° con vetture destinate al mercato di massa. L'epoca insomma del sostegno incondizionato da parte di un governo tedesco guidato allora da Angela Merkel, capace di trainare l'intera Unione europea in un processo di conversione senza dubbi, senza freni, senza forse una completa relazione con la sostenibilit¨¤ economica e la capacit¨¤ di spesa dei consumatori. Herbert Diess esce da una scena che ha costruito, e che ora ¨¨ dominata dai dubbi delle altre aziende che lo hanno seguito, su una strada a senso unico dell'elettrico che ha imparato a fare i conti con una domanda che non decolla, con margini incerti, problemi di approvvigionamenti di componentistica elettronica e ora anche con il prezzo dell'energia in salita verticale a causa della guerra in Ucraina. Tutte eventualit¨¤ poi accadute, in un mondo meno ideale di quello disegnato da Diess. Il suo addio non ¨¨ solo un riassetto del gruppo Volkswagen, ma anche il ritorno alla realt¨¤.
HERBERT DIESS, L¡¯ACCELERAZIONE ELETTRICA
¡ª ?Il 12 aprile 2018 Herbert Diess diventa Ceo della marca e dell'intero gruppo Volkswagen, a dimostrazione di una leadership che gli viene concessa in modo strategico per trasformare l'azienda in modo radicale nei suoi meccanismi fondamentali. Proviene da Bmw, e non manca di protagonismo nel proporsi con una immagine volutamente pi¨´ agile e disinvolta rispetto al passato del gruppo tedesco, da accantonare. In quattro anni si scontra frontalmente per¨° con logiche che avevano bisogno di un tempo tecnico ben pi¨´ lungo per cambiare. Epici i suoi conflitti con il consiglio di vigilanza per la volont¨¤ di fare tagli considerati utili a investire di pi¨´ sulla svolta elettrica. Solo lo scorso dicembre, Diess aveva suscitato veementi proteste tra i suoi dipendenti con la proposta di tagliare 30.000 posti di lavoro nella sede centrale di Wolfsburg.
LE FONDAMENTA DEL NUOVO CORSO: LA PIATTAFORMA MEB
¡ª ?A fine 2019 nasce la prima generazione di vetture a batteria basate sul pianale modulare Meb, una impresa realizzata a passo di carica e con costi complessivi valutabili nell'ordine dei 45 miliardi di euro, di cui Diess si intesta completamente il merito, nonostante il progetto fosse stato avviato dal suo predecessore Matthias Mueller. La correzione in corsa appare per¨° inevitabile, per aver trascurato le fasce del mercato europeo che chiedevano modelli dalle dimensioni pi¨´ compatte. Ecco nel 2021 la decisione di affidare alla divisione spagnola Seat S.A. lo sviluppo dell'intero ecosistema tecnologico, destinato anche a due modelli rispettivamente a marchio Skoda e Volkswagen, quest'ultima con il nome previsto di ID. 2. Ancora lo scorso giugno Diess aveva dichiarato che Volkswagen avrebbe potuto superare Tesla e diventare il pi¨´ grande produttore di veicoli elettrici entro il 2025, approfittando di quelli che il Ceo tedesco definiva momenti di debolezza del gruppo di Elon Musk. Ovviamente la nascita della Gigafactory del marchio americano nei pressi di Berlino ha reso anche scenograficamente pi¨´ difficile sostenere la tesi, con i modelli Tesla a fare la parte del leone nelle vendite e conquistare i mercati evoluti dell'Europa del Nord.
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LA SPINTA SUL SOFTWARE
¡ª ?L'ultima sfida ad attenderlo ¨¨ stata poi quella del software, tassello centrale nell'ecosistema delle vetture elettriche e della loro evoluzione nel tempo, ma naturalmente lontanissimo dalle abitudini siderurgiche di una azienda automobilistica. Negli ultimi mesi hanno avuto particolare risalto mediatico i litigi interni al gruppo sulle performance della controllata Cariad, azienda il cui compito ¨¨ appunto di portare avanti VW nel settore dei software automotive. Costi, posizioni dure e tempi dilatati che facevano perdere al disegno di Diess forza nei confronti del gruppo di controllo dell'azienda. Non a caso, gi¨¤ dal luglio 2020 Ralf Brandst?tter aveva assunto il ruolo di amministratore delegato del marchio Volkswagen, togliendolo a Diess, a cui lo scorso dicembre viene letteralmente sfilata anche la responsabilit¨¤ di seguire lo sviluppo sul mercato cinese, ancora una volta affidata a Brandst?tter. Sembra lui il predestinato alla successione, ma la scelta finale su Oliver Blume, a partire dal prossimo 1¡ã settembre, racconta invece quanto siano precipitate le cose nel primo semestre 2022. La capitalizzazione del gruppo ¨¨ scesa a 84 miliardi di euro, dunque con un valore complessivo delle azioni quotate ben lontano dall'obiettivo di 200 miliardi ritenuto indispensabile nel 2019. Oliver Blume manterr¨¤ anche il suo ruolo di amministratore delegato di Porsche, a dimostrazione di quanto rappresenti l'uomo di fiducia della famiglia Porsche-Piech, che detiene una maggioranza di diritto di voto nel gruppo Volkswagen AG. Presenze abitualmente ben pi¨´ silenziose di quanto sia costume di Herbert Diess, ma pi¨´ pragmatiche.
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