Uno studio riportato dal Corriere della Sera evidenzia come le entrate per lo Stato aumenteranno con le auto elettriche. Accise e tasse in vista in Texas ed in alcuni Stati europei
Se fosse sostituito l'intero parco circolante italiano di 40 milioni di auto, lo Stato vedrebbe sparire quasi 40 miliardi di gettito garantito dalle accise sui carburanti? Il tema sta diventando sempre pi¨´ attuale, visto che il Texas, dopo la Norvegia, la Svizzera, l'Olanda e l'Inghilterra, sta pensando di tassare le auto elettriche per compensare la discesa degli introiti fiscali prevista con il progressivo addio alle termiche. Il Texas sta infatti pensando di istituire una nuova tassa per i proprietari di auto a batteria, volta a compensare l'assenza del contributo di 5 centesimi al litro?sull'acquisto dei carburanti che viene destinato alla manutenzione delle autostrade. Il disegno di legge prevede una tassa fino a 200 dollari all'anno e manca solo la definitiva approvazione del governatore texano perch¨¦ entri in vigore. Nella nazione con la pi¨´ alta diffusione al mondo di vetture a batteria (il parco circolante ¨¨ al 20%, mentre l'acquisto di auto nuove pende all'80% verso quelle a zero emissioni), ovvero la Norvegia, sar¨¤ presto reintrodotta l'Iva al 25% sull'acquisto di veicoli elettrici, fino ad ora azzerata, per bilanciare un buco di circa 2 miliardi di euro generato dal calo di utilizzo di carburanti di origine fossile. Non solo, infatti il paese scandinavo pensa?a reintrodurre anche il bollo auto,?basandosi sul maggior peso delle elettriche rispetto a quelle termiche.?
Questo perch¨¦ ad Oslo, dove le auto a batteria hanno reso l'aria?pi¨´ pulita di un tempo (i livelli di gas serra e di ossidi di azoto sono calati) e abbassato l'inquinamento acustico, si registrano livelli sopra la norma di microparticelle generate in parte dall'abrasione degli pneumatici. Misure pi¨´ o meno analoghe sono state annunciate anche in Olanda ed in Inghilterra a partire dal 2025. Discorso diverso per l'Italia, dove la rivoluzione elettrica procede pi¨´ a rilento per diverse ragioni, tra le quali spiccano quelle economiche ed infrastrutturali. Nel Belpaese le auto green non sono ancora tassate, in quanto la loro scarsa diffusione incide solo marginalmente sulle entrate fiscali garantite dalle termiche. Soprattutto in estate, quando cresce la circolazione in parallelo ai prezzi da record di benzina e diesel. Entrate destinate a sfumare in futuro con la diffusione in larga scala di vetture a batteria??No, perch¨¦ l¡¯Erario potrebbe addirittura guadagnarci, secondo uno studio di Promotor e Motus-E per il Corriere della Sera.?"Con la transizione all'elettrico questa somma non viene meno perch¨¦ la tassazione sulle vetture a batteria ¨¨ superiore" osserva Gian Primo Quagliano, presidente di Promotor. "Ovvio, se la situazione dovesse cambiare, lo Stato dovr¨¤ cercare un modo per reperire queste risorse. Vogliamo incentivare l'auto elettrica? La detassiamo, ma al momento ¨¨ gi¨¤ in situazione di parit¨¤ come prelievo fiscale rispetto al gettito di benzina e gasolio. Possiamo sempre modificare la situazione, in peggio o meglio per l'erario. Io sono per lasciarla cos¨¬ com'¨¨."?
lo studio
¡ª ?Lo studio riportato dal Corriere?della Sera prende in esame le auto pi¨´ vendute a maggio 2023, considerando un consumo medio di 5,5 l/100 km della Jeep Avenger a benzina, di 4,9 l/100 km della Peugeot 3008 diesel e di 15,8 chilowattora per 100 chilometri della Tesla Model Y. L'analisi evidenzia come il prezzo finale per il cliente, per percorrere 100 chilometri, ¨¨ pari a circa 10 euro per la Avenger e 8,1 euro per la 3008, mentre per la Tesla, a seconda della velocit¨¤ o modalit¨¤ di ricarica utilizzata, varia dai 3,9 euro della domestica a 10,9 euro in una colonnina ultra rapida. E lo Stato? "Se si considera che anche sulle tariffe di energia elettrica si applicano Iva, accise e oneri di sistema e di rete, in misura maggiore alle colonnine che in casa; e se si tiene a mente l'efficienza dell'energia per muovere il veicolo,?allora il carico fiscale di un'auto a batteria ¨¨ paragonabile, se non maggiore, a quello di una a combustione", spiega Francesco Naso, segretario generale di Motus-E.
Come abbiamo visto, per l'utente finale ¨¨ pi¨´ conveniente alimentare l¡¯auto elettrica a casa, ma lo ¨¨ molto meno per lo Stato.?Dato che la ricarica domestica sar¨¤ la pi¨´ utlizzata anche anche in futuro (la stima per il 2030 prevede oltre il 65% dei chilowattora rispetto agli attuali 85), secondo Motus-E, gravare con maggiori tasse e oneri questa alimentazione potrebbe scoraggiare molti italiani. Perch¨¦ andrebbe a riflettersi negativamente sulla bolletta della luce delle prime case "con l'elevato rischio di rigetto della materia da tassare". Come Quagliano, anche Francesco Naso suggerisce di lasciare le cos¨¬ come stanno: "Farei attenzione a non toccare questa cosa per un po'. Oltretutto, nel caso mi autoproducessi energia con pannelli fotovoltaici, non potrei farlo perch¨¦ levo gettito allo Stato? Eppure sarebbe una condizione ottimale."
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