Il motoviaggiatore ligure Fabry Rock ha completato una traversata da sogno in sella alla sua Honda Africa Twin tra gomme chiodate, deserti, giungle e ostacoli burocratici: ¡°Sono stato gli occhi di tanti appassionati in territori magnifici¡±
Fabrizio Buscaglia, pi¨´ conosciuto ai suoi seguaci sul web con il soprannome di Fabry Rock, ¨¨ sempre stato un grande appassionato di moto. Dopo un soddisfacente passato agonistico tra bicicletta e trial, il 38enne ligure ha iniziato a dare libero sfogo alla sua passione per i lunghi viaggi imbarcandosi in alcune traversate di tutto rispetto, incluse la classica coast-to-coast degli Stati Uniti e quella della Russia fino a Vladivostok, sul mar del Giappone. La sua impresa pi¨´ recente ¨¨ stata comunque quella pi¨´ avventurosa ed emozionante, ovvero un viaggio in moto da Capo Nord a Citt¨¤ del Capo?andata e ritorno sempre in sella alla sua fedele compagna a motore, una Honda Africa Twin 1100 Adventure Sports acquisita giusto prima di partire.
Fabri Rock ha battezzato la sua spedizione "Kap2Cap"?e l'ha divisa in due parti: la prima dalla nat¨¬a Savona a Capo Nord e ritorno, effettuata in un paio di settimane nella primavera dello scorso anno; la seconda da Savona a Citt¨¤ del Capo attraverso l'Africa occidentale e rientro in patria tramite il versante opposto dell¡¯immenso ¡°continente nero¡±, completata tra la fine di ottobre 2022 e lo scorso marzo. Dopo aver percorso localmente i primi 1.000 km con la nuova moto, abbastanza per completarne il rodaggio ed evadere il primo tagliando, Fabrizio ha dato subito il via alla prima parte del suo viaggio puntando l'estremo nord dell¡¯Europa. La sua Crf1100L Africa Twin, pur a pieno carico e con le coperture chiodate appese ai lati del serbatoio, era praticamente di serie.
Fabry Rock ¨¨ diventato un fiume in piena quando gli abbiamo chiesto conto di questa sua ultima impresa, a testimonianza della sua enorme passione per i viaggi overland che non ha mancato di catturare l'attenzione di tanti cultori del mototurismo estremo sul web.??
Come ¨¨ nata in origine l'idea di questo viaggio?
"Dopo aver fatto l'ultimo viaggio in Russia fino a Vladivostock, ma senza arrivare in Giappone come speravo a causa delle restrizioni per il Covid, allora ancora vigenti, l'alternativa era tra Africa e Sud America. Ho fatto tanti viaggi overland e quelle erano le due mete principali che volevo raggiungere. Ho scelto di andare in Africa e per questo ho deciso di comprarmi un'Africa Twin, che avevo gi¨¤ avuto occasione di provare e che mi aveva molto impressionato. Ho fatto i miei viaggi con la moto praticamente di serie, fatta eccezione per le pedane rally della Honda e i paramani, oltre ovviamente alle gomme, ma tutto il resto era standard".
A Maggio hai fatto la prima parte del viaggio, da Savona fino a Capo Nord e ritorno. Com'¨¨ andata?
"Il viaggio ¨¨ durato circa 2 settimane e ho pernottato solo in tenda, facendo in pratica tutto asfalto fino a quando sono arrivato in Finlandia, incontrando i primi ghiacci. Avevo la moto stra-carica, con diversi ricambi per la moto e con le gomme chiodate che avevo preparato io stesso prima di partire legate ai lati. Nonostante il peso extra, la moto si ¨¨ comunque mantenuta sempre stabile e pronta nella risposta. Ho montato le gomme chiodate dopo essere entrato nel Circolo polare artico, visto che si possono usare anche su asfalto asciutto, ma neve, freddo e vento sono stati terribili solo in prossimit¨¤ di Capo Nord".
Hai avuto problemi particolari sulla neve della Scandinavia con una moto cos¨¬ carica?
"Sulla neve fresca la presenza dei chiodi non ha fatto una grande differenza: la moto sbandava a destra e a sinistra ed era difficile controllarla. Era un po' come guidare sulla sabbia. Per fortuna non sono caduto perch¨¦ l¨¬ non avrei trovato gente ad aiutarmi come poi sarebbe successo in Africa. Non c'era in giro nessuno. Comunque, tornato al di sotto del Circolo polare artico, non ho avuto particolari problemi in questa parte del viaggio e alla fine ho coperto circa 10.000 km".
¡°Prima di partire avevo chiodato io stesso le gomme con i chiodi in tungsteno di un'azienda italiana, la Best Grip, che me ne ha suggeriti di un tipo per l'anteriore e di un altro tipo per il posteriore. Ogni chiodo ha il suo inserto e si inseriscono nei tasselli con un avvitatore".
Rientrato a Savona, Fabry Rock ha atteso la fine del mese di Ottobre prima di iniziare la seconda e pi¨´ insidiosa parte della sua missione. Nel frattempo ha visitato i Carpazi fino a Costanza, tanto per completare il chilometraggio per il successivo tagliando e partire cos¨¬ per l'Africa con la moto al massimo della forma. Per sua scelta, l'intraprendente motoviaggiatore ligure aveva deciso di evitare per quanto possibile spedizioni aeree e collegamenti navali in favore del tempo trascorso in sella. Ripartito dalla sua Savona per attraversare in scioltezza Francia e Spagna, Fabrizio ¨¨ poi sbarcato a Tangeri per iniziare dal Marocco la sua tanto attesa discesa africana.
"In Marocco c'¨¨ in giro tanta immondizia - ci ha raccontato - ma le strade sono in buono stato e a El Jadida ho incontrato gli amici di un motoclub locale che mi hanno scortato fino all'hotel e mi hanno aiutato a fare un'assicurazione valida 10 giorni. Ho dormito a Marrakech e Tan-Tan, visitando entrambe le citt¨¤, ed ¨¨ stato interessante vedere il paesaggio diventare sempre pi¨´ arido mano che procedevo verso sud. Nel Sahara Occidentale mi sono trovato in pieno deserto, circondato dalle dune e con tanta sabbia sull'asfalto, ma mi sono anche avvicinato spesso all¡¯oceano per ammirarne la vista".
Anche per l'Africa abbiamo visto che la moto era molto carica: cosa avevi con te?
"Per il viaggio a Capo Nord ero molto pi¨´ leggero. Per l¡¯Africa sono stato molto prudente e ho portato con me molte pi¨´ parti di ricambio, inclusi una batteria, caricabatterie, catena, leve, attrezzi, scatola dei cricchetti e cos¨¬ via, oltre alla tenda e a tutto il materiale che mi serve per fare foto e video. E avevo con me anche un drone, oggetto che ¨¨ sempre problematico da far passare attraverso certe frontiere. Chiaramente, con tutto quel peso extra, la moto ¨¨ diventata pi¨´ difficile da guidare. Infatti, quando ho avuto occasione di guidarla scarica, mi sembrava quasi un'altra moto".
Cosa hai usato per la navigazione?
"Per andare a Capo Nord avevo usato un navigatore TomTom, ma per l¡¯Africa mi sono affidato principalmente a OsmAnd e iOverlander. Il primo ¨¨ un navigatore che ho trovato molto affidabile, il secondo ¨¨ in pratica un database offline di mappe e luoghi utili per viaggiatori che mi ¨¨ stato molto utile. Quest'ultimo magari non ¨¨ aggiornatissimo in quanto non tutti gli utenti si preoccupano di inserire le informazioni pi¨´ recenti nella app.?Pu¨° quindi capitare di trovarci dentro informazioni vecchie e non pi¨´ valide, ma fornisce comunque tanti dati su hotel, campeggi, ristoranti, meccanici, distributori e molto altro, con anche le esperienze di chi se ne ¨¨ servito. In Africa le cose possono cambiare molto rapidamente, basti pensare che adesso in Sudan c'¨¨ la guerra e io ci sono passato solo qualche mese fa! iOverlander mi ¨¨ stato molto utile per prendere decisioni importanti, ad esempio sul miglior percorso da seguire. In un viaggio come questo, infatti, non conta solo saper guidare la moto. Per certi aspetti diventa anche un gioco di strategia e ogni decisione pu¨° cambiare radicalmente le sorti del viaggio stesso".
Poi sei approdato in Mauritania ...
"L'ingresso in Mauritania ha comportato qualche passaggio in pi¨´ del previsto per ottenere tutta la documentazione necessaria e corrompere il personale della dogana, evitando cos¨¬ lunghe attese, ma mi ¨¨ costato molto. Le strade sono peggiorate e caldo ¨¨ aumentato, cos¨¬ come la povert¨¤. Ho sostato un giorno nella capitale Nouakchott conoscendo tante persone davvero gentili e amichevoli. Per raggiungere la frontiera con il Senegal ho affrontato uno sterrato sabbioso e piuttosto irregolare, molto stancante, ma ho ottenuto rapidamente il visto e il lasciapassare e sono riuscito anche a fare un'assicurazione della durata di 3 mesi valida per tutta l¡¯Africa. Questo mi ha certamente facilitato le cose in seguito. Mi sono fermato a St. Louis, citt¨¤ che mi ha ricordato molto New Orleans in Louisiana, e poi ho raggiunto Dakar in un caldo rovente. Sono rimasto 3 giorni a Dakar per fare il visto per la Guinea, che avevo gi¨¤ fatto e pagato on-line in Italia ma senza mai riceverlo. E cos¨¬ ho potuto anche sperimentare un po' il traffico davvero caotico della citt¨¤. ? stato tutto piuttosto stressante, ma per fortuna l'ospitalit¨¤ della gente mi ha aiutato a contenere il nervosismo".
"Il confine con la Costa d'Avorio ¨¨ ufficialmente chiuso e per questo ho dovuto procurarmi un apposito lasciapassare da usare con il visto che gi¨¤ avevo. E anche in questo caso ¨¨ stato necessario pagare illegalmente un funzionario. La natura intanto ¨¨ diventata giungla, con una fitta vegetazione a incorniciare le strade. In Costa d'Avorio sono stato fermato diverse volte dalle autorit¨¤, ma mi sono goduto dei tratti di sterrato davvero avventurosi e ho pernottato anche presso una missione cattolica fondata negli anni '70 da suore italiane. Il paese ¨¨ bellissimo, ma certe strade erano davvero fangose, da incubo: sono caduto diverse volte, sono rimasto impantanato, ma la gente del posto mi ha sempre aiutato.¡±
"Proseguendo verso la frontiera con il Ghana le strade sono diventate incredibilmente polverose e mi si ¨¨ pure danneggiato un paraolio, costringendomi a tamponare la situazione con una soluzione di fortuna. In Ghana ho trovato pioggia e strade allagate inizialmente, ma poi la situazione ¨¨ migliorata. Anche qui diverse strade sono davvero disastrate, ma lo spettacolo naturale ¨¨ impressionante, il paese moderno, la gente sempre molto amichevole anche se ho visto scene di assoluta povert¨¤".
"Come al solito, ¨¨ stato difficile entrare in Togo e assolvere tutte le pratiche burocratiche. Il paese ¨¨ molto povero ed ¨¨ pericoloso andare in giro in certe zone se sei straniero, ma almeno ho cambiato le gomme. Poi ho passato un paio di piacevoli giorni in Benin, visitando anche la Porta del Non Ritorno di Ouidah, e poi sono entrato in Nigeria, un paese che sapevo gi¨¤ sarebbe stato problematico. Entrarci per¨° non ¨¨ stato complicato e c'era un amico biker, Sugar, ad aspettarmi al confine. ? un paese caotico, dove tutti ti chiedono soldi ed ¨¨ pericoloso avventurarsi da solo in certe aree, ma con l'accompagnamento di un gruppo di biker locali sono riuscito ad apprezzare un po' della cultura del posto".
Hai quindi avuto la possibilit¨¤ di conoscere un po' meglio il paese, da turista?
"In Nigeria poi si parla inglese, il che mi ha aiutato a comunicare meglio con tutti, facendomi conoscere un paese pi¨´ ospitale di quanto mi sarei aspettato. Trascorrevi il periodo natalizio, con 30¡ãC, ¨¨ stato piuttosto singolare. Sugar mi ha ospitato a Lagos e poi mi ha scortato fino a Port Harcourt dove abbiamo partecipato al raduno Muscle On Wheels, dove ho incontrato tanti appassionati. Guidare in Nigeria si ¨¨ rivelato stressante, c'¨¨ tanto disordine per le strade e se vedono di tutti i colori. Pi¨´ che negli altri paesi, bisogna sempre suonare il clacson per farsi largo. Poi sono partito da solo verso la citt¨¤ di Yola e sono entrato in una parte meno tranquilla del paese, con strade dissestate e tanti posti di blocco per via del rischio di attentati terroristici da parte di Boko Haram. Da l¨¬ sono ripartito alla volta del Camerun attraversando il parco nazionale di Far¨° dove ho avvistato leoni e altri animali non comuni dalle nostre parti".
Quella tra Camerun e Nigeria ¨¨ notoriamente una delle frontiere pi¨´ travagliate. Com'¨¨ stata la tua esperienza?
"Entrare in Camerun ¨¨ stato il passaggio burocratico pi¨´ complicato del viaggio ed ho potuto farlo solo in una 'zona rossa' a nord del paese a causa dei problemi tra le due nazioni. Inizialmente ho dovuto pagare un uomo del posto per indicarmi la via in quanto non si trattava di una vera e propria strada, ma solo un lungo e insidioso sentiero sabbioso, senza segnalazioni, sul quale non volevo certamente perdermi! A causa di una brutta buca ho danneggiato il cerchio posteriore e questo faceva perdere pressione alla gomma posteriore. Ho dovuto gonfiarla pi¨´ volte prima di raggiungere l¡¯albergo a Ngaound¨¦r¨¦, ma il giorno dopo sono riuscito a sistemare il problema grazie a un gommista e a un fabbro del luogo".
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"Dal Camerun sono entrato in Congo, trovando strade sorprendentemente belle ma dovendo anche fare i conti con il problema del reperimento della benzina. L¨¬ la si trova facilmente sul mercato nero, ma non mi fidavo troppo a metterla nel serbatoio dell'Africa Twin e per questo ho fatto scorte dove possibile. Ed ¨¨ stato in Congo che ho attraversato l'equatore e pure visto un gorilla su un lato della strada, oltre a un incidente automobilistico capitato giusto davanti a me! Per arrivare in Angola ho sfruttato un traghetto che dalla citt¨¤ camerunense di Cabinda mi ha portato a Soyo, oltrepassando quindi il fiume Congo. In realt¨¤ non era un traghetto vero e proprio, era un motoscafo passeggeri che occasionalmente offre anche questo servizio. Mi sono preoccupato molto quando mi hanno imbarcato la moto con un argano: vederla sospesa cos¨¬ nel vuoto mi ha messo un po' in apprensione, ma tutto ¨¨ andato bene".
"Ho trascorso il capodanno vicino alla capitale Luanda, in un campeggio per motoviaggiatori dove ho raccolto molti consigli utili, ma il mattino dopo sono subito ripartito. In Angola ho trovato tanta pioggia e visto diversi mezzi blindati fermi a bordo strada, tutti residuati della guerra civile".
"In Namibia ho trovato molto caldo, ma le strade erano in buone condizioni e il paese in s¨¦ ¨¨ piuttosto evoluto. Ci ¨¨ voluto qualche giorno per attraversarlo, ma non ho avuto particolari problemi. Poi sono arrivato in Sud Africa e anche qui il viaggio ¨¨ continuato senza intoppi fino al mio arrivo a Citt¨¤ del Capo. Il giorno dopo ho fatto l'ultima manciata di chilometri per raggiungere Capo di Buona Speranza e Capo Agulhas, il lembo di terra pi¨´ meridionale dell'Africa dove l'Oceano Atlantico incontra quello Indiano, completando cos¨¬ la mia missione. Non ¨¨ stato facile arrivarci alla luce delle peripezie raccontate fin qui, ma non nascondo che per me ¨¨ stata davvero una grandissima soddisfazione!"
E in Sud Africa hai finalmente potuto prestare le dovute cure alla moto ...
"S¨¬, a Johannesburg ho potuto visitare la sede di Honda South Africa e incontrarne il presidente, ma ho ovviamente ho colto l'occasione anche per far sistemare per bene l'Africa Twin prima di ripartire anche grazie all¡¯importante collaborazione di Honda Italia. Quindi ¨¨ stato effettuato un tagliando completo, con sostituzione di diverse parti sensibili e pure del cerchio posteriore danneggiato in Camerun".
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Dal Sud Africa sei quindi ripartito alla volta dell'Europa, ma questa volta attraversando la parte orientale del continente.
"Dal Sud Africa sono entrato in Botswana, altro paese moderno e con guida a sinistra, con l¡¯intenzione di raggiungere le cascate Victoria in Zimbabwe. Nel tragitto ho potuto ammirare tanto la natura africana, con tanto di zebre, elefanti e giraffe liberi di girare a loro piacimento. Dopo aver ammirato lo spettacolo davvero unico delle cascate Victoria sono entrato in Zambia dove ho dovuto affrontare la stagione delle piogge, con tanta acqua che ha peggiorato le condizioni delle sue tante strade terrose. Per passare il confine con la Tanzania mi sono avvalso dell'aiuto di un fixer, che mi ha procurato le carte, mi ha cambiato i soldi in valuta locale e mi ha dato una scheda Sim funzionante nel paese".
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Cos'¨¨ un fixer?
"I fixer, o crosser, sono persone del luogo che si offrono di aiutarti a sbrigare le varie pratiche burocratiche quando bisogna attraversare un confine. All'inizio avevo un approccio diffidente nei loro confronti, forse per la mia cultura da italiano, ma non sapevo quanto potevo fidarmi visto che si tratta di persone che agiscono comunque a titolo personale. Ma alla fine devo ammettere che sono davvero molto utili, ad esempio nel compilare moduli scritti in arabo che altrimenti sarebbero stati un vero incubo. Ti fanno risparmiare molto tempo e alcuni di quelli che ho usato si sono davvero dati da fare per assolvere al loro compito, meritandosi il compenso che di solito ¨¨ di 10-15 euro".
Hai dovuto prendere una sim-card in ogni paese che hai attraversato? E come ti sei regolato con le vaccinazioni?
"S¨¬, ho preso una Sim card per ogni paese che ho attraversato, principalmente per non avere mai problemi di connessione. Per le vaccinazioni avevo gi¨¤ fatto tutto il necessario in Italia tramite Asl. In pratica, visto che avrei dovuto girare tutta l¡¯Africa, ho dovuto farle tutte, febbre gialla, malaria etc., ma una volta l¨¤ non ho pi¨´ dovuto preoccuparmi di questo aspetto".
Com'¨¨ stato l'attraversamento della Tanzania?
"La Tanzania non ha presentato particolari problemi ad eccezione del modo di guidare piuttosto aggressivo della gente. Durante il suo attraversamento sono venuto a conoscenza della possibilit¨¤ di visitare Zanzibar tramite una nave cargo, e l'ho colta al volo. Ho pensato: 'quando mai mi ricapiter¨¤ di poterlo fare in moto?' E cos¨¬ io e la mia Africa abbiamo lasciato momentaneamente la terra ferma. Questa imprevista escursione mi ha permesso, tra le altre cose, di visitare anche la casa natale di Freddie Mercury con l'adiacente museo a lui dedicato e di vedere anche delle tartarughe giganti con due secoli di vita! Tornati in continente ho potuto ammirare il parco nazionale del Kilimanjaro prima di arrivare in Kenya, altro paese evoluto che ho potuto apprezzare pienamente anche grazie all¡¯ospitalit¨¤ e all¡¯aiuto del mio amico Paolo a Nairobi".
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Passare dal Kenya a un paese turbolento come l'Etiopia non deve essere stato facile ...
"A causa di impreviste questioni burocratiche dovute a un errore nella compilazione delle carte, in effetti c'¨¨ voluto qualche giorno per entrare in Etiopia, tanto che ho dovuto dormire in tenda al confine per quasi una settimana. E attraversare il paese ¨¨ stato faticoso. La loro situazione politica ¨¨ complicata, hanno avuto una guerra civile recentemente e ci sono controlli della polizia ovunque. Io stesso mi sono ritrovato ad avere problemi con le forze dell'ordine, con l'esercito: mi hanno accusato di non essermi fermato a un loro stop, che io onestamente non avevo visto, mi hanno fermato, mi hanno costretto a seguirli presso una loro postazione e l¨¬ hanno iniziato a comportarsi come matti, in modo molto aggressivo. Mi hanno preso le chiavi della moto, i documenti e uno voleva quasi prendermi a manganellate. L¨¬ ho davvero temuto per la mia incolumit¨¤. Fortunatamente avevo tutte le carte giuste e tutto era in ordine, e alla fine mi hanno lasciato andare. Dopo aver fatto sosta ad Addis Abeba ho raggiunto la sorgente del Nilo viaggiando anche oltre i 2.000 metri su strade piene di buche, un viaggio davvero stancante.
Da l¨¬ sei arrivato in Sudan, altro paese non 'facile' ma che tu hai attraversato prima dello scoppio dell'attuale conflitto armato.
"In Sudan il problema principale ¨¨ stato che non funzionano le carte di credito, il che mi ha fatto praticamente ritrovare senza soldi. Dopo vari tentativi andati a vuoto, me la sono cavata in qualche modo cambiando quello che avevo e accettando dei tassi di cambio davvero vergognosi, ma poi ho dormito in tenda risparmiando qualcosa. Attraversando le loro strade sabbiose ho patito il gran caldo, ma almeno sono riuscito a vedere le antiche piramidi di Meroe. Non ne avrei viste altre dato che avevo deciso di evitare l¡¯Egitto, paese problematico per vari motivi. Alle fine, dopo aver pagato un altro fixer per sbrigare tutte le faccende burocratiche, incluse le carte in arabo da compilare a cui accennavo prima, da Port Sudan mi sono imbarcato per l¡¯Arabia Saudita, abbandonando cos¨¬ definitivamente il suolo africano".
In Arabia Saudita ti sei finalmente ritrovato un paese pi¨´ moderno ed evoluto, almeno secondo i nostri stadard occidentali. Hai avvertito chiaramente questo cambiamento tra le due sponde del mar Rosso?
"S¨¬, il salto culturale non ¨¨ stato indifferente vista la modernit¨¤ del paese arabo: cose come reperire benzina e denaro, o pagare con carte di credito, non erano pi¨´ un problema.?Arrivato a Jeddah ho infatti subito affidato la mia Africa Twin a Honda Saudia, il loro centro locale, che me l'ha prontamente rimessa in gran forma. D¡¯altronde avevo percorso gi¨¤ circa 12.000 km dal mio precedente tagliando in Sud Africa. Da l¨¬ sono ripartito in direzione nord attraversando il deserto, dove ho trascorso anche una notta in tenda. Anche in Giordania non ci sono stati intoppi, anzi, ne ho approfittato per far dare un'ulteriore occhiata alla moto dal pi¨´ importante concessionario Honda locale e assicurarmi che tutte fosse a posto in vista del mio ingresso in Iraq, paese notoriamente complicato".
Non deve essere stato facile attraversare un paese dalla situazione politica cos¨¬ problematica come l'Iraq.
"Gi¨¤, infatti ¨¨ stata un'odissea. Ci sono volute ore per avere il visto, tanto che ho dovuto dormire in tenda alla frontiera. Ci sono tanti posti di blocco e tanti militari in giro e io stesso ho dovuto viaggiare scortato dalle autorit¨¤. Pensa che nei distributori non si poteva entrare con le moto e si poteva prendere una sola bottiglia di carburante perch¨¦ le taniche sono vietate! Me la sono cavata grazie a un ragazzo del posto, ma il clima era cos¨¬ pesante che ho preferito raggiungere il prima possibile la Turchia, dando solo un'occhiata al Tigri e all¡¯Eufrate. Dopo di che sono entrato in Europa, dalla?Bulgaria, e quindi ho finalmente raggiunto l'Italia a fine marzo.?Sono stato accolto con tutti gli onori dalla concessionaria Moto Macchion di Legnano, in provincia di Varese, dove circa un anno fa avevo acquistato la mia Africa Twin che, tra tutto, ¨¨ arrivata a percorrere 56.000 chilometri. Ho trovato tanti appassionati ad aspettarmi sul posto, ¨¨ stato molto emozionante!"
Dopo cos¨¬ tanto tempo e cos¨¬ tanti chilometri in sella all'ultima Africa Twin, che giudizio ne dai?
"Per me era la moto migliore per affrontare questo genere di viaggio. Il motore permette delle medie che una moto pi¨´ piccola non potrebbe sostenere, su strade moderne ti permette di fare anche 1.000 km al giorno. Puoi davvero decidere tu l'andatura che vuoi tenere. Inoltre ¨¨ gestibile molto bene anche su strade brutte e pur con tutto quel carico. Per un viaggio enduristico estremo, di questa portata, ¨¨ la scelta migliore, anche perch¨¦ non richiede la grande manutenzione che sarebbe necessaria per altri tipi di moto. Pu¨° affrontare tratti durissimi a cui le moto puramente stradali non si avvicinerebbero neanche, ¨¨ davvero l'apice del concetto di maxi-enduro in grado di attraversare un intero continente. S¨¬, ho avuto anche qualche difficolt¨¤, ad esempio con le pozze di fango in Costa d¡¯Avorio, ma credo le avrei comunque avute anche con una moto pi¨´ piccola".
Hai usato il Dct?
"In vista del mio viaggio in Africa ho scelto di prenderla senza Dct, ma solo per un mio eccesso di prudenza: considerando il tragitto piuttosto avventuroso ed esotico che avevo in mente, con tante insidie di ogni tipo e scarse possibilit¨¤ di poter contare su punti autorizzati Honda nei paraggi, ho scelto la massima cautela: non sono un meccanico e non volevo trovarmi nella situazione di dover fare un tagliando da solo e magari ritrovarmi senza l'ultimo aggiornamento del software del Dct. Comunque non credo mi avrebbe dato problemi: l'ho usato con l'Africa Twin alla Academy Honda ed era superlativo e in precedenza l'avevo apprezzato molto sulla mia Gold Wing. Un mio amico, Marcello Anglana, ha fatto da Alessandria a Citt¨¤ del Capo con la Gold Wing Dct senza problemi, anche se lui ha seguito un tracciato molto pi¨´ asfaltato. ? stata una mia scelta soggettiva, personale, forse eccessivamente prudente, ma oggi sono convinto che ce l'avrei fatta senza problemi anche con il Dct. Anzi, mi avrebbe certamente reso la vita pi¨´ facile in numerosi frangenti. Come detto, la mia scelta ¨¨ stata dettata esclusivamente dal fatto di volermi semplificare la manutenzione nel caso avessi avuto problemi a centinaia di chilometri di distanza da un concessionario ufficiale. Il Dct non d¨¤ problemi, sia chiaro, su moto come questa sono perfetti e io mi ci sono sempre trovato benissimo".
Cosa ricorderai con maggior piacere di questa lunga avventura?
"Tutta l'Africa per me ha rappresentato un'esperienza unica, ¨¨ stato fantastico venire a contatto con la cultura di cos¨¬ tanti paesi, ma quello che mi porter¨° nel cuore ¨¨ l'amicizia e l'affetto delle tante persone che ho incontrato in tutti questi paesi. Ed ¨¨ stato bello vedere i bambini contenti e sorridenti ogni volta che entravo in questi villaggi molto poveri, dove non si avvista quasi mai uno straniero, men che meno in sella a una moto come questa. L'Africa mi ha affascinato moltissimo e per me ¨¨ stato un piacere essere gli occhi dei tanti appassionati che mi seguono sui miei canali in questi territori magnifici."
Quanto ti ¨¨ costato il viaggio?
¡°Mi ¨¨ difficile rispondere per via delle tante variabili che andrebbero considerate, ma posso dirti che in Africa, solo per i visti e le varie pratiche burocratiche necessarie per passare da un paese all¡¯altro, ho speso circa 3.000 euro.¡±
Quanti chilometri hai fatto per la "Kap2Cap" con l'Africa Twin? E quanti set di gomme hai consumato in Africa?
"Senza contare tutto il resto, per le due parti del viaggio a Capo Nord e a Cape Town ho percorso circa 48.000 chilometri. In Africa ho usato 5 o 6 set di gomme, anche se le ho sempre cambiate con un certo anticipo.¡±
Hai gi¨¤ deciso quale sar¨¤ la tua prossima impresa?
¡°Ho pi¨´ di qualcosa in mente, ma al momento ¨¨ troppo presto per dirlo. Vorrei invece invitare tutti gli appassionati il prossimo 27 maggio a un evento all¡¯universit¨¤ di Urbino, organizzato in collaborazione con il motoclub Polizia di Stato, durante il quale racconter¨° questo mio viaggio. Si chiama "In Viaggio con Fabry Rock" e sar¨¤ presente anche Honda, che porter¨¤ delle moto, oltre ad altri miei sponsor come Klim e Touratech, ognuno con il proprio allestimento. ? previsto anche un pranzo i cui proventi andranno in beneficienza alla missione cattolica italiana di Ta?, in Costa d¡¯Avorio, una cosa molto importante".
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