Motore portante, forcellone in carbonio e forcella Hossack. Fino al 13 settembre prossimo il Museum of New Zealand espone un esemplare di V1000 privo di carenatura: la manutenzione alla bicilindrica di John Britten ¨¨ unĄŻoccasione dĄŻoro per ammirarne le esotiche soluzioni tecniche
In genere, quando arriva lĄŻora di curarne la manutenzione, le opere dĄŻarte vengono tolte dagli spazi espositivi. Nessuno, dĄŻaltro canto, sarebbe felice di capitare al Louvre quando la Gioconda ¨¨ sotto Ą°lavori in corsoĄą, o alla Galleria dellĄŻAccademia di Firenze mentre il David ¨¨ imprigionato dalle impalcature. I mezzi a motore, per¨°, fanno un caso a parte, perch¨Ś sotto alle forme sensuali di una moto o macchina da corsa cĄŻ¨¨ altrettanta bellezza: quella squisitamente tecnica, fatta di materiali pregiati e soluzioni tecniche audaci, che agli occhi degli appassionati trasforma un telaio in una scultura di alluminio ed un impianto di scarico in un maestoso organo a canne.
MEGLIO SVESTITA
ĄŞ ?Se cĄŻ¨¨ una moto da corsa che ¨¨ pi¨´ bella da nuda che da vestita, quella ¨¨ sicuramente la Britten V1000 . Il che ¨¨ tutto dire, visto che la bicilindrica neozelandese sfoggia forme al limite della perfezione stilistica. La creatura di Christchurch toglie il fiato soprattutto senza il suo abito, quando mostra le grazie che pap¨¤ John le ha donato allĄŻinizio degli Anni ĄŽ90. Gli anni in cui uno sconosciuto ingegnere meccanico venuto da lontano decise di sfidare i colossi giapponesi ed europei, entrando di diritto nella storia del motociclismo con una moto rivoluzionaria costruita tutta Ą°in casaĄą, considerata una delle racer pi¨´ innovative di sempre.
OPERA DĄŻARTE a due ruote
ĄŞ ?Radiatore collocato sotto la sella per ottimizzare lĄŻaerodinamica, forcella Hossack e tanto carbonio per poter pesare solamente 138 kg in unĄŻepoca in cui la lavorazione dei materiali compositi era ancora appannaggio di pochissimi. Ma soprattutto nessun telaio visto che il V-Twin di 60Ąă da 166 Cv - ovviamente autocostruito ¨C svolgeva una funzione completamente portante, molti anni prima che Ducati facesse debuttare in MotoGP la sua Desmosedici. Sono solo alcune delle esotiche caratteristiche tecniche di questĄŻopera dĄŻarte su due ruote, ancora pi¨´ straordinarie se pensiamo al periodo in cui vennero partorite. ? anche grazie a queste soluzioni avanguardistiche che la V1000 riusc¨Ź a battere in pi¨´ di unĄŻoccasione, in gare nazionali ed internazionali, la concorrenza di Ducati & Co , oltre ad aggiudicarsi numerosi primati di velocit¨¤ poco prima che John Britten morisse prematuramente a causa di un cancro, nel 1995.
VOYEURISMO MOTOCICLISTICO
ĄŞ ?Soluzioni che ora possono essere ammirate approfittando dei lavori di manutenzione che il Museum of New Zealand di Wellington (NZ) sta svolgendo sullĄŻesemplare di sua propriet¨¤, uno dei dieci prodotti da Britten a partire dal 1991: proprio in questi giorni una squadra di tecnici del Te Papa Tongarewa (il nome del museo in lingua maori) ¨¨ impegnata in alcuni interventi che consentiranno agli appassionati di godere di tanto splendore meccanico. Il museo, infatti, ha deciso di lasciare la moto esposta anche senza la sua iconica carrozzeria rosa e blu, unĄŻoccasione dĄŻoro per vedere svestita unĄŻautentica Monna Lisa su due ruote. Nessuno vi giudicher¨¤ per un poĄŻ di comprensibile voyeurismo motociclistico: cĄŻ¨¨ tempo fino al 13 settembre.
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