Il vignettista satirico ¨¨ da sempre un motociclista appassionato. Tutto cominci¨° sulla Vespa di suo zio. Dopo modifiche giovanili dagli esiti incerti, adesso si gode una Harley-Davidson
"Quattro ruote muovono il corpo, due ruote muovono l¡¯anima". Stefano Disegni si presenta all¡¯appuntamento con Autovelox indossando una t-shirt che descrive al meglio il suo approccio nei confronti dei diversi mezzi di trasporto. Il celebre vignettista satirico (oltre che critico cinematografico, musicista ed autore di programmi televisivi) ¨¨ infatti un motociclista convinto, individuando nelle due ruote una vera filosofia: "Il motociclista ¨¨ uno che ha capito molte cose della vita, in particolare che bisogna vivere snelli, il che significa portarsi dietro poca zavorra, non solo sulla moto, ma anche durante l¡¯esistenza. Molte cose sono necessarie e te le devi caricare per forza, parlo di responsabilit¨¤, di impegni per essere una persona corretta, ma molte altre sono inutili orpelli che ci portiamo dietro forse perch¨¦ convinti siano indispensabili, quando invece non sono affatto tali. La motocicletta ¨¨ un grande allenamento: quando parti per un viaggio selezioni l¡¯essenziale, quello che veramente ti serve, e il resto lo lasci a casa, perch¨¦ in quattro borse ci devi mettere solo quello che ti serve sul serio. La moto ¨¨ un allenamento a pensare in questo modo nel corso dell¡¯intera esistenza, a guardarti intorno e dire ?ma io non ho bisogno di tante cose??. Penso che il motociclista sia un uomo che ha capito bene questa filosofia e gli piace vivere agile, snello, andare veloce".
Come hai iniziato ad andare in moto?
"Grazie a zio Alberto, tipico ragazzo degli Anni 50, che mi faceva salire sul predellino della Vespa mettendomi la mani sul manubrio ed invitandomi a guidare. In realt¨¤ sterzava lui con le manopole, ma a me faceva impazzire il fatto di comandare questo affare con il vento in faccia, specie nelle curve in cui mi diceva di fare attenzione o finivamo fuori strada. Poi ci ho preso gusto per altri motivi".
Stefano quale ¨¨ stata la tua prima moto?
¡°Ho iniziato su di una Benelli minibike con manubrio alto e sella lunga, poi sostituita da un Leoncino Scrambler 125 trasformato in chopper installando un manubrio a fontana, perfetto per areare le ascelle, e sella con il roll bar. Per queste trasformazioni mi ispiravo alle riviste di importazione come Street Chopper che a Roma vendeva una sola edicola, in via del Tritone (nel centro storico, ndr). Ancora non avevo visto Easy Rider".
Poi come si ¨¨ evoluta la tua passione americana?
"Avevo venti anni comprai per 90.000 lire una Guzzi Gtv usata. Gtv stava per Gran Turismo Veloce, ed era la versione spinta del vecchio Falcone. Assieme ad un altro amico matto come me trovammo una Harley Davidson residuato bellico per usarne i pezzi, poi comprammo al mercato americano di Porta Portese una forcella a doppia canna per 17.000 lire che provvedemmo a dotare di allungamenti, tanto che alla fine era pi¨´ alta di me. In pratica, prima arrivava la forcella, e dopo cinque minuti il resto della moto. Tra l¡¯altro compimmo l¡¯errore di non modificare il cannotto dello sterzo, cos¨¬ il povero motore Guzzi era costretto a lavorare in obliquo. Dopo due anni, rimontammo la forcella originale Gtv e la moto divenne pi¨´ guidabile".
Quale ¨¨ stata la tua moto preferita?
"La Harley che ho ora, una moto aggressiva, notturna, sdraiata, di ispirazione dragster, con dietro una gomma larga come una forma di parmigiano. ? anche molto potente, ha 120 cavalli, con quattro marce lunghissime: insomma, non ¨¨ solo molto bella ma ¨¨ anche una bestia su strada, dove offre le sue soddisfazioni. La parcheggi, la guardi e dici: ?Ammazza, ¨¨ mia?".
Una moto che ti sarebbe piaciuto avere?
"Probabilmente una Triumph, magari una Bonneville d'epoca, anche quella da tenere, da guardare. Come avete capito non sono uno smanettone sportivo, senza nulla togliere agli smanettoni sportivi perch¨¦ la gente ha il diritto di divertirsi come gli pare e piace. Basta che scelga due ruote e non quattro, che sono un mezzo di trasporto che ti fa vedere il mondo come al cinema, uno schermo al chiuso. Insomma, non c¡¯¨¨ la sensazione, gli odori, il vento in faccia che ti propone una motocicletta, magari una bella mosconata su un occhio, insomma tutte queste cose che fanno di noi motociclisti una razza speciale".
Sei un motociclista che saluta?
"Sempre! O con la mano, o con il piede allargando la gamba, cos¨¬ non togli le mano dal manubrio. A volte anche con il lampeggio, ma mi piace meno. Mi considero un po' romanticamente parte di un popolo che ha scelto di andare su due ruote e ha capito cosa significa".
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