A Vallelunga abbiamo guidato la supersportiva di Monaco di Gabriele Giannini che con il team Pistard ha vinto il National Trophy 2022. Ecco come ¨¨ andata lĄŻesperienza in sella alla Bmw M 1000 RR con oltre 230 Cv di potenza
Dalla Supersport 300 alla vittoria del National Trophy 1000. Se per molti il grande salto potrebbe essere considerato come "un passo pi¨´ lungo della gamba", questo non vale per Gabriele Giannini che ¨¨ riuscito a trionfare nel trofeo pi¨´ prestigioso allĄŻinterno del Campionato Italiano Velocit¨¤ al suo anno di debutto in sella alla Bmw M 1000 RR del team Pistard. Il giovane pilota, classe 2002, non si ¨¨ fatto intimorire dagli oltre 230 Cv di potenza della superbike bavarese e, con costanza, concentrazione, determinazione, nonch¨Ś il supporto della squadra gi¨¤ vincitrice lo scorso anno con Tamburini, ¨¨ riuscito a crescere per sfruttare tutto il potenziale del mostro di Monaco conquistando la vittoria in un campionato con talenti del calibro di Simone Saltarelli, Riccardo Russo, Eddi La Marra e Luca Salvadori. Per celebrare il successo del romano, siamo andati a Vallelunga per scoprire i segreti della sua Bmw e, ovviamente, per provarla tra i cordoli insieme alla versione di serie.
Indice
Bmw M 1000 RR by Pistard: le modifiche
ĄŞ ?Stesse grafiche del modello "da concessionario", fari adesivi e alette aerodinamiche in fibra di carbonio. Se non fosse per lĄŻassenza della targa e degli specchietti, la M 1000 RR potrebbe sembrare una normalissima sportiva da pista, ma sotto la carenatura bianco-rosso-blu si nasconde una preparazione "ad hoc" per tenere alto il marchio dellĄŻelica. Con il sostegno dellĄŻHP Race Support (divisione nata in Italia nel 2016 per team e amatori), il bombardone di Monaco ¨¨ stato preparato sotto ogni punto di vista, a partire dal quattro cilindri in linea che supera la soglia dei 230 Cv (quasi paragonabile a una MotoGP di 15 anni fa). Ovviamente sono state modificate anche le sospensioni per rendere pi¨´ sensibili le regolazioni, ma il grande step ¨¨ a livello elettronico dove ¨¨ stata adottata una centralina pi¨´ aperta per personalizzare tutti i sistemi disponibili, il pacchetto di sensori e i logger dedicati alla registrazione dei dati per la telemetria.
Bmw M 1000 RR by Pistard: come va/1
ĄŞ ?Il bello e il brutto di una moto da corsa, rispetto a un modello di serie, ¨¨ la sua concretezza. Tutto il superfluo ¨¨ stato rimosso e la connessione tra moto e pilota ¨¨ diretta e sincera: dalle manopole e dalla sella in neoprene si sente tutto quello che passa sotto alle ruote e ogni singola vibrazione della meccanica. Per fortuna Gabriele ¨¨ un ragazzo alto e, appena saliti in sella, lĄŻimpostazione di guida permette di trovare la giusta posizione. Infatti, la seduta ¨¨ decisamente pi¨´ alta e rigida e i semimanubri aperti permettono di chiudersi in carena alla perfezione e senza fatica, caratteristica che su gran parte delle versioni base ¨¨ pi¨´ difficile da ritrovare. Un buon punto di partenza per fare qualche giro in sella a una Superbike quasi definitiva, infatti per chi non lo sapesse il regolamento del Nation Trophy 1000 permette un livello di preparazione quasi completamente libero.
Bmw M 1000 RR by Pistard: come va/2
ĄŞ ?Inserita la prima e rilasciata la frizione, il motore fa sentire la sua voce gi¨¤ dai bassi e lĄŻerogazione rabbiosa mette subito in chiaro di che pasta ¨¨ fatta. Questa M 1000 RR va guidata in alto di regimi, area del contagiri dove il quattro cilindri diventa esplosivo e sembra allungare senza fine. Il sound ¨¨ penetrante e le cambiate accompagnate dalle luci del cruscotto da corsa aiutano ad azzeccare il momento in cui inserire la marcia. Il rettilineo tra i Cimini e la Campagnano sembra lungo la met¨¤ rispetto a quanto siamo abituati e in un batter dĄŻocchio ¨¨ il momento di prendere i freni in mano. LĄŻimpianto frenante ha un mordente deciso e, anche se invoglia a forzare lĄŻingresso, fa capire che per essere sfruttato bisogna avere una certa esperienza e sensibilit¨¤. Infatti, lĄŻassetto caricato sullĄŻanteriore e la ciclistica regolata per il tracciato romano permettono di aggredire la curva con decisione.
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ĄŞ ?Senza forzare sui manubri la carenata numero 19 punta la corda senza impegno fino a quando ¨¨ il momento di prendere il gas in mano e far scivolare il posteriore per chiudere la linea. In questo frangente bisogna essere decisi e, chi come noi ha meno confidenza, si ritrova con la manopola destra puntata e il motore che vuole spingere con rabbia. Rispetto a una moto di serie, gestire questa situazione ¨¨ molto pi¨´ complicato. LĄŻattacco dellĄŻacceleratore ¨¨ molto brusco, ma per fortuna il carattere quasi elettrico del quattro cilindri in versione Stock lo si ritrova man mano che lĄŻuscita si avvicina e i controlli elettronici intervengono per tenere a bada la ruota anteriore che vorrebbe puntare il cielo.
Bmw M 1000 RR by Pistard: come va/4
ĄŞ ?Curva dopo curva, il legame con questa belva diventa sempre pi¨´ stretto e si trova la confidenza necessaria ad abbassare il tempo in ogni giro. La cosa pi¨´ sorprendente, per¨°, ¨¨ che nonostante la ricchissima dose di stalloni sprigionati dal quattro cilindri bavarese, la moto non ¨¨ per nulla stancante e lĄŻunica amarezza che rimane una volta sventolata la bandiera a scacchi ¨¨ la consapevolezza di quanto siano bassi i propri limiti rispetto a quanto potrebbe fare concretamente questa superbike guidata da uno vero come Giannini.
Bmw M 1000 RR by Pistard: in conclusione
ĄŞ ?Questo missile a prova di Campionato Italiano ha un potenziale incredibile che per¨° solo un pilota riesce a sfruttare. Se da un lato la ciclistica permette di fiondarsi in piega nel giro di pochi secondi, dallĄŻaltro il motore cos¨Ź performante va letteralmente domato per poter sfruttare tutta la trazione disponibile. Una vera fortuna aver avuto lĄŻopportunit¨¤ di salire in sella a una moto da corsa di questo calibro e che, con lĄŻesperienza del team Pistard e del duo dellĄŻHP Race Support con Rossano Innocenti e Simone Casaroli, ¨¨ riuscita a riconquistare la corona dĄŻalloro per il secondo anno consecutivo.
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